salute

Dopo la seconda guerra mondiale in molti si sono posti il problema di garantire e tutelare il diritto alla salute di ogni essere umano. Il diritto alla salute è stato riconosciuto nella Dichiarazione dei diritti umani adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 Dicembre 1948. Così come nella nostra Costituzione.

“Ogni individuo – recita l’artico 25 della Dichiarazione universale dei diritti umani – ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari. Ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà. La maternità e l’infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini, nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale”.

“La Repubblica – recita invece l’artico 32 della Costituzione italiana – tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”.

Da allora molti passi avanti sono stati fatti in questo senso, ma non tutti ancora, anche fermandoci a pensare soltanto al territorio italiano, hanno le stesse opportunità di vederlo riconosciuto.

Diritto alla salute, c’è ancora molto da fare

Ci sono tante differenze tra regione e regione e anche differenze di possibilità di accesso alle cure dovute dalle differenze di reddito della popolazione. Sebbene in Italia il Servizio sanitario nazionale dovrebbe garantire le stesse cure a tutti cittadini, nella pratica non è affatto così. Per diverse ragioni per alcuni esami diagnostici, per esempio, i cittadini che si rivolgono alla sanità pubblica, devono attendere diversi mesi. A volte più di un anno. Per chi invece sceglie la strada privata risolve queste questioni in pochi giorni. Lo stesso vale per la possibilità di raggiungere un ospedale piuttosto che un altro.

Il Covid ha fatto emergere in tutta la sua gravità i problemi della Sanità nel nostro paese. Per esempio la mancanza di fondi, di personale, che ora è sotto gli occhi di tutti, perché tutti in un modo o nell’altro, sono stati coinvolti dalla pandemia. Prima erano appannaggio dei malati che spesso, erano soli con la loro malattia, a combattere per ottenere le cure adeguate e veder tutelati i propri diritti.

Il diritto alla salute è legato ad un ambiente sano

Il diritto alla salute non può prescindere da quello di vivere in un ambiente sano e quindi, in questo senso, si lega alla tutela dell’ambiente. Tanti, troppi ancora i reati ambientali che distruggono il territorio, martoriato anche dall’amianto, altamente cancerogeno.

Le istituzioni devono garantire la tutela dell’ambiente con un’azione di contrasto agli illeciti in primo luogo, ma anche finanziando la cultura del benessere. Fondamentali per la salute sono un’alimentazione sana e un adeguato movimento fisico. Lo sport ne è un aspetto imprescindibile.

Ecco perché un nuovo giornale sul diritto alla salute è importante, per sviscerare ogni aspetto di questo fondamentale diritto. Nella speranza che un giorno tutti i cittadini, a prescindere dal reddito, dal genere, dalla provenienza, possano avere le stesse opportunità di accedere alle cure. E la stessa qualità della vita.

La testata avrà come guida e sprone Ruggero Alcanterini, giornalista dal 1966, per tanti anni alla Rai, ora presidente del Comitato nazionale italiano Fair Play – CONI dal 2015, e già direttore de L’Eco del Litorale e di altre testate.