Al 30 giugno 2024, lo screening nazionale gratuito avviato in Italia per l’epatite C ha consentito di testare oltre 2 milioni di persone. Sono stati identificati quasi 15.000 casi di infezione attiva. Ovvero, persone che possono accedere alle terapie ed eliminare il virus prima che si manifestino le gravi conseguenze dell’infezione. Nonostante il buon risultato, però, i dati dello screening dimostrano ancora un cospicuo sommerso dell’infezione nel nostro paese. È quanto è emerso dal webinar “Migliorare i risultati dello screening nazionale gratuito per infezione da HCV: esperienze regionali a confronto”. Organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in sinergia con il Ministero della Salute, l’evento ha identificato le strategie adottate a livello regionale. Strategie attraverso le quali è emerso il sommerso dell’infezione da HCV.

Screening epatite C, raggiungere tutte le persone a rischio

Dai numeri presentati nel webinar è emerso che solo il 54% della popolazione generale target sono state invitate attivamente allo screening dell’epatite C.

Solo il 12% della popolazione generale target e il 44% degli utenti da testare nei SerD hanno effettuato il test di screening dell’epatite C di primo livello.

Un’estensione soddisfacente risulta per i detenuti in carcere con un invito attivo del 93%, estensione tra le più alte anche rispetto agli altri paesi Europei.

Bisogna raggiungere gli individui con infezione da epatite C “nascosta” asintomatica, spesso appartenenti a popolazioni vulnerabili che vivono in uno stato di marginalità. Così come le persone spesso ignare dell’infezione per la mancata percezione del rischio. Nel nostro paese, l’infezione non è solo associata all’uso di sostanze, ma anche a terapie mininvasive, trattamenti dentistici o estetici.

Dati, criticità e azioni da svolgere sul territorio

I dati attuali rivelano una grande eterogeneità nelle modalità di invito, aderenza e modelli organizzativi tra le diverse regioni italiane. Essi hanno mostrato un’adesione che oscilla tra il 52% e il 7.3% per la popolazione generale, dovuta soprattutto alla bassa percezione del rischio dell’infezione da HCV.

La Tavola Rotonda ha messo in evidenza le criticità e le azioni da svolgere sul territorio per migliorare lo screening sia nella popolazione generale sia nelle popolazioni chiave.

Una criticità evidenziata dai rappresentati di quasi tutte le regioni è stata l’inefficacia delle campagne di comunicazione. I presenti hanno ribadito la necessità di una campagna di comunicazione e sensibilizzazione centralizzata che metta in evidenza l’importanza dello screening. E soprattutto le possibili conseguenze di un mancato screening per l’infezione da epatite C.

Nella popolazione generale in Italia, la prevalenza dell’infezione attiva è concentrata nelle popolazioni più adulte.

Necessario un impegno sempre più continuo e costante

La diagnosi e il trattamento per eliminare l’infezione attiva da HCV rappresentano uno degli obiettivi del nuovo Piano Nazionale d’Azione. Piano che si pone l’obiettivo di limitare al massimo l’HIV, le epatiti virali e le infezioni sessualmente trasmesse (PNA HIV-EP-IST). Attualmente è in fase di approvazione in Conferenza Stato Regioni.

Il Webinar si è concluso ribadendo che nonostante i passi innovativi avviati in tutto il territorio, è necessario un impegno sempre più continuo e costante.

Bisogna promuovere lo slancio dell’Italia nel raggiungere l’eliminazione dell’infezione da epatite C. Per raggiungere questo obiettivo, si deve garantire equità nella diagnosi e nella cura. Nel contempo si deve impedire che la minaccia silenziosa dell’epatite C possa compromettere i risultati raggiunti per la salute pubblica dei cittadini.