DAL DISCOBOLO LANCELLOTTI AL MUSEO ITALIANO DELLO SPORT OVVERO LA RICERCA INTERNAZIONALE DELLA VOCAZIONE PERDUTA.

Ebbene sì, sono alla ennesima riflessione a fronte della ennesima riprova che non riusciamo a vedere quel che abbiamo sulla punta del naso, piuttosto che discettare sulla luna. Naturalmente, mi riferisco al Discobolo Lancellotti divenuto adesso oggetto di contesa internazionale, dopo essere stato salvato e messo in sicurezza da un fuoriclasse come il Ministro Plenipotenziario Rodolfo Siviero, nel 1948.

museo sport

Ovvero ben settantacinque anni fa, quando dello sport si pensava male, lasciandolo fuori dalla Costituzione e complicando la vita a Giulio Onesti e il suo team, che invece di sciogliere il CONI recuperavano il Foro Mussolini come Italico e nel 1953 portavano lo Stadio Olimpico all’inaugurazione, guardando ai XVII Giochi di Roma 1960.

Discobolo Lancellotti e i francobolli “olimpici”

Discobolo Lancellotti  -francobolli

Il Discobolo Lancellotti, clone in linea diretta del bronzeo originale scaturito dal superlativo genio artistico di Mirone, finiva dunque nella serie dei francobolli “olimpici” il 25 giugno del ’60, insieme al Pugilatore, altra opera straordinaria, originale, attribuita a Lisippo. Del ritrovamento (marzo 1885), fu protagonista Rodolfo Lanciani che, a sei metri di profondità, alle pendici del Quirinale, si trovò faccia a faccia con quella meraviglia e ne scrisse:

Il più importante dato, mentre ero presente e seguivo la rimozione della terra nella quale il capolavoro giaceva seppellito, è che la statua non era stata gettata là, o seppellita in fretta, ma era stata nascosta e trattata con la massima cura. La figura, trovandosi in posizione seduta, era stata posta su un capitello di pietra dell’ordine dorico, come sopra uno sgabello e il fosso che era stato aperto tra le fondamenta più basse del tempio del Sole, per nascondere la statua era stato riempito con terra setacciata per salvare la superficie del bronzo da ogni possibile offesa.

Sono stato presente, nella mia lunga carriera nell’attivo campo dell’archeologia, a molte scoperte; ho sperimentato una sorpresa dopo l’altra; ho talvolta e per lo più inaspettatamente, incontrato reali capolavori ma non ho mai provato un’impressione straordinaria simile a quella creata dalla vista di questo magnifico esemplare di un atleta semi-barbaro, uscente lentamente dal terreno, come se si svegliasse da un lungo sonno dopo i suoi valorosi combattimenti”.

Inizio simbolico al Museo dello Sport

Ecco, se sono bastati la versione marmorea del Discobolo e la sua “base ottocentesca” a scatenare una tempesta quasi perfetta, a rischio di tramutarsi in conflitto diplomatico con la Germania, aggiungiamo pure il Pugilatore del Quirinale con la sua misterica forza attrattiva e diamo inizio simbolico al Museo dello Sport, partendo da Palazzo Massimo, dove le opere sono in “panchina”.

Diamo origine virtuale, senza tanti fronzoli, al Museo Internazionale dello Sport Italiano – ovvero all’equivalente del Louvre in versione sportiva – come possibile premessa, se poi combinazioni cosmiche particolari dovessero tramutare in progetti virtuosi le reazioni virali del Ministro Sangiuliano e le attenzioni ammirate del Ministro Abodi. Entrambi potrebbero essere potenziali protagonisti di una doverosa intrapresa, che ci attende, posto che Roma stessa, con le sue straordinarie vestigia, costituisce il Museo delle Mirabilia dello Sport diffuse nel tempo e nello spaziotempo e nello spazio unico al mondo.

Museo dello Sport e la mostra all’EUR

Allo Stadio di Domiziano ed ai Circhi Massimo e di Massenzio aggiungiamo nella prospettiva “oikoumenea” e quindi da Reggio Calabria un altro Pugile di nome Tideo e un altro Discobolo e Saltatore di nome Anfiarao, ovvero due che oggi sono pressoché anonimi Bronzi di Riace e il gioco è quasi fatto. Da Napoli, Due atleti contesi tra la corsa e la lotta potrebbero lasciare l’arena di Ercolano e un simbolo assoluto della forza potrebbe essere interpretato dall’Ercole Farnese, tramandatoci da Glicone…

Quando nel 1960 con i Giochi si realizzò anche la straordinaria Mostra “Lo Sport nella Storia e nell’Arte”, nel Palazzo della Scienza, all’EUR, fu messo in campo il progetto stesso di un Museo senza eguali e di una motivazione eccezionale per il turismo culturale verso il nostro Paese. Oggi, avremmo soltanto l’imbarazzo della decisione e rendere anche giustizia a chi, come Lanciani, Bottai, Del Debbio, Siviero, Garroni ed Onesti, in questo, aveva creduto prima di noi.