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Aggiornate le indicazioni sul doping per il 2024. L’Agenzia Mondiale Antidoping infatti ha pubblicato la “Lista delle sostanze e dei metodi proibiti 2024”, che entrerà in vigore dal 1 gennaio 2024. L’elenco è arrivato in approvazione lo scorso 22 settembre al Comitato Esecutivo della WADA.

La lista appena pubblicata è uno degli otto standard internazionali obbligatori per tutti i firmatari del Codice Mondiale Antidoping. Essa indica infatti quali sostanze e quali metodi sono proibiti nella pratica sportiva, sia all’interno che al di fuori delle competizioni; nonché quali sostanze sono vietate in determinati sport. Il “Programma di Monitoraggio 2024” include invece sostanze non presenti nella lista, ma che saranno oggetto di monitoraggio per rilevare potenziali modelli di abuso nel mondo dello sport.

Una sostanza o un metodo sono aggiunti all’elenco se rispecchiano almeno due di questi tre criteri:

  • Ha il potenziale per migliorare o migliorare le prestazioni sportive;
  • Rappresenta un rischio reale o potenziale per la salute degli atleti;
  • Viola lo spirito dello sport.

“Incoraggiamo gli atleti, i loro staff e tutte le parti interessate a prendere conoscenza della ‘Sintesi delle principali modifiche e le Note esplicative’ al fine di evitare, nel 2024, l’uso involontario di sostanze e metodi proibiti nello sport” – ha dichiarato il Direttore Generale della WADA Olivier Niggli. “In particolare, chiediamo cortesemente alle organizzazioni antidoping di tutto il mondo di condividere l’elenco e i relativi documenti con gli atleti, i loro staff e gli altri soggetti sotto la loro giurisdizione“.

Doping: le nuove indicazioni sul tramadolo

Particolari informazioni sono fornite sul tramadolo. Esso infatti è ora inserito nel programma di monitoraggio della WADA e i dati raccolti hanno indicato un uso significativo nello sport.

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Il tramadolo costituisce motivo di preoccupazione quando somministrato in assenza di controllo medico o per finalità non terapeutiche. Questo farmaco è solitamente prescritto per il trattamento del dolore da moderato a grave, come quello post-operatorio o associato a condizioni mediche croniche. L’abuso di questa sostanza, che è un analgesico oppioide, genera il rischio di dipendenza fisica, di disturbo da uso di oppiacei e overdose; la sospensione improvvisa può causare sintomi di astinenza. Il suo potenziale nel migliorare le prestazioni sportive lo ha reso quindi oggetto di divieto perché considerato a tutti gli effetti doping.

I controlli in Italia: positivi anche tra gli amatoriali

Secondo i dati della sezione per la vigilanza ed il controllo sul doping e per la tutela della salute nelle attività sportive (SVD) del Ministero della Salute, nel 2021 – ultimo aggiornamento dei dati a disposizione – sono state 290 le manifestazioni durante le quali sono stati svolti i controlli antidoping. Coinvolti 1.322 atleti, di cui 493 donne (37,3%) e 829 uomini (62,7%) con un’età media di 28 anni. Le discipline più controllate, il ciclismo con il 29,7% e quelle dell’atletica con il 13,8%. Dai risultati delle analisi, è emerso che dei 1.322 atleti controllati, 38 sono risultati positivi.
Centouno invece gli atleti (7,6%) sottoposti a controllo antidoping dalla SVD, esaminati in presenza o su specifica richiesta dei NAS nel corso di 23 gare; tra loro tre sono risultati positivi (una donna e due uomini).

Sono stati inoltre registrati: 55 atleti con profilo ormonale atipico le cui l’analisi in GC-IRMS non hanno confermato l’origine esogena degli steroidi; 3 atleti risultati positivi i cui casi sono stati archiviati per successiva verifica della presenza di certificazione TUE; un atleta per cui la somministrazione articolare della sostanza non prevedeva certificazione TUE ed un atleta la cui presenza di THC è risultata maggiore del valore soglia (threshold,T: 150 ng/ml) ma comunque inferiore al “decision limit” (DL,180 ng/ml).