Il Covid ha avuto un effetto di pesante stress su almeno otto italiani su dieci. Questo dato emerge da uno studio elaborato da Human Highway per Assosalute, l’associazione nazionale farmaci di automedicazione che fa parte di Federchimica. I risultati di questo studio sono stati presentati oggi, 1° marzo, in occasione di “Stress e Covid-19: un equilibrio precario tra restrizioni e relazioni”, che ha visto la partecipazione del professor Piero Barbanti, docente di Neurologia presso l’Università IRCCS San Raffaele di Roma.
I disturbi da stress provocati dal covid
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La paura del contagio, le restrizioni imposte per prevenire il dilagare del virus, hanno comportato un aumento di disturbi. Soprattutto per le donne e per i giovani in generale. I principali disturbi rilevati sono stati:
- mal di testa (48,0%)
- ansia, nervosismo, irritabilità (42,8%)
- tensioni muscolari (39,6%)
- disturbi del sonno (32,2%)
Il 58,3% degli italiani è convinto che siano stati i ragazzi a risentire di più delle conseguenze della pandemia. In sette su dieci hanno inoltre dichiarato che lo stress non ha risparmiato nemmeno i bambini più piccoli, che hanno accusato l’ansia della pandemia anche se in misura minore. E che questo sarebbe dovuto al continuo cambio di abitudini e di regole, alla didattica a distanza e alla riduzione delle attività sociali e ludiche extrascolastiche. Le reazioni più comuni hanno incluso irritabilità, impulsività, irrequietezza, nervosismo, disturbi del sonno e dell’alimentazione. La mancanza di socialità è stata la fonte di stress principale: per il 50% quella in ambito scolastico, per il 47,1% quella in ambito extra-scolastico.
Come è cambiato lo stress nelle diverse fasi della pandemia
Lo stress è una reazione fisiologica dell’organismo a situazioni che impongono una difesa da pericoli, ostacoli e situazioni allarmanti. Nel corso delle diverse fasi della pandemia, però, i livelli di stress sono cambiati perché il rischio è stato percepito diversamente.
“La situazione emergenziale scoppiata improvvisamente – ha spiegato il Professor Barbanti – ci ha fatto percepire il pericolo ed è stato proprio questo sentore di allarme a permetterci di sostenere due mesi di chiusura forzata e di riuscire a creare un nuovo equilibrio funzionale e utile senza rendercene conto e senza lamentarci.” Questo durante il periodo del lockdown, quando tutti ci rendevamo conto di quanto stavamo rischiando.
Poi però la paura e il pericolo sono diminuiti ed “è venuto alla luce, invece, uno stress negativo da Covid-19, poiché è comparsa la valutazione soggettiva del possibile protrarsi a lungo termine delle limitazioni e dei rischi, che ha fatto emergere una ruminazione psicologica, un sentimento di sfiducia e allarme cronico”. Le principali fonti di preoccupazione per gli adulti sono state salute e lavoro, lo studio invece per i giovani. Socialità e relazioni per tutti.
“E’ aumentato il burnout, ovvero l’esaurimento psicofisico del soggetto legato al lavoro – ha concluso Barbanti – perché alle normali situazioni che lo determinano, si sono aggiunte modalità lavorative stressanti come il lavoro agile, il telelavoro e la mancanza delle relazioni umane tangibili, compresi quei momenti di pausa che accompagnano la normalità di una giornata di lavoro, come il caffè al bar con i colleghi. Questo ha provocato l’aumento di sintomi come insonnia, ansia, depressione negli adulti che, in alcuni casi, per contrastare tali disturbi, si sono rifugiati nell’abuso di alcol e caffè“.
Riconoscere lo stress è il primo passo per liberarsene
Per liberarsi dallo stress, il primo passo è saperlo riconoscere. Il comportamento adottato dagli italiani è stato rivolgersi al medico e fare ricorso a medicinali di automedicazione; altri si sono rivolti al farmacista (16,3%), hanno cercato sul web (13,7%) oppure hanno seguito i consigli di amici e parenti (8,7%). C’è anche chi non chiede consiglio a nessuno e si abbandona ai sintomi (in aumento dall’11,6% al 21,1%).
I consigli degli esperti per eliminare o ridurre lo stress, sono quelli di rispettare il bioritmo del corpo, sia in termini di orari che in fatto di alimentazione; curare la qualità del sonno, dormendo almeno 9 ore per notte; alimentarsi con dieta mediterranea, povera di zuccheri e regolare l’assunzione di alcol e caffè; creare delle pause per lasciare spazio all’immaginazione (soprattutto per i ragazzi).