Una twindemia è una “epidemia gemellare“. Il termine deriva dall’inglese ‘twins‘, ‘gemelli’. Un esempio è rappresentato dall’infezione simultanea da Covid e influenza stagionale.
Spesso la doppia infezione comporta un decorso più grave della malattia e porta a un incremento della mortalità. A spiegarlo è il Prof. Christian Wiedermann, Coordinatore dei progetti di ricerca presso l’Istituto di Medicina Generale e Public Health di Bolzano.
Covid e influenza stagionale nel mondo
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“In Inghilterra”, riporta Wiedermann, “sono state rilevate doppie infezioni virali in circa l’8% dei pazienti che hanno contratto il COVID-19. In casi di questo tipo il rischio di dover ventilare meccanicamente i pazienti raddoppia”. A preoccupare gli esperti, dunque, è l’aumento dei casi di influenza previsto per la stagione autunnale e per quella invernale perché lo stesso porterebbe parallelamente ad un incremento del rischio della diffusione di una twindemia.
L’aumento si prevede anche in relazione all’esperienza dell’influenza “australiana“. In Australia, infatti, è ravvisabile un aumento delle segnalazioni di infezioni influenzali dal 2019 al 2022. “Nel 2019 – quindi prima dello scoppio della pandemia – l’Australia registrò 153.000 segnalazioni di casi di influenza, nel 2021 il numero scese a poco più di 400 segnalazioni ma nel 2022 sono state segnalate quasi 205.000 infezioni. Questo significa che in Australia le infezioni influenzali sono aumentate del 25% rispetto al 2019”, spiega Wiedermann.
Perché i casi di influenza sono in aumento?
Dall’introduzione delle misure anti-Covid nel 2020, la bassissima diffusione del virus dell’influenza potrebbe aver indebolito lo scudo immunitario.
“Il fatto di indossare le mascherine e di mantenere la distanza interpersonale ha prosciugato il bacino nel quale il virus dell’influenza si sviluppa. Proprio per questo motivo non è stato in grado di diffondersi nel modo abituale. Le nostre difese immunitarie hanno avuto meno contatti virali. Questi contatti, oltre alla vaccinazione, contribuiscono alla nostra continua protezione immunitaria“, afferma Wiedermann.
Dallo scoppio della pandemia da Coronavirus, inoltre, meno persone si sono vaccinate contro il virus dell’influenza. Il Coordinatore dei progetti di ricerca presso l’Istituto di Medicina Generale e Public Health di Bolzano, di conseguenza, consiglia vivamente la vaccinazione antinfluenzale in questo autunno. Questa è in grado di proteggere anche dalla variante “australiana” dell’influenza.
I soggetti a rischio e le misure da adottare
Le persone di età superiore ai 65 anni e le persone con malattie croniche presentano un rischio maggiore di decorso grave dell’influenza, soprattutto in relazione a un doppio contagio da COVID-19. Tra i soggetti a rischio in un’eventuale twindemia si trovano anche le donne in gravidanza o che hanno partorito da poco.
Gli esperti raccomandano il completamento del ciclo vaccinale per Covid e la vaccinazione antinfluenzale a tutti i soggetti a rischio e alle persone che lavorano nei servizi pubblici, così come agli operatori sanitari e ai loro familiari.
L’altra raccomandazione è quella di continuare ad utilizzare la mascherina nei luoghi chiusi e dove non è possibile mantenere il distanziamento. Wiedermann, infatti, sottolinea come “portare ora una mascherina FFP2 e rispettare le regole della distanza interpersonale e dell’igiene non solo protegge da una infezione da COVID-19 ma anche da un contagio con il virus dell’influenza”.