La Sardegna sta affrontando un’emergenza sanitaria senza precedenti a causa della diffusione del virus della Blue Tongue. Con oltre 850 focolai e un impatto devastante sugli allevamenti, la situazione è diventata critica. Questo virus, che colpisce principalmente ovini e bovini, sta causando enormi danni economici e preoccupazioni crescenti tra gli allevatori dell’isola
Che cos’è la Blue Tongue?
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La Blue Tongue è una malattia infettiva causata da un virus che appartiene al genere Orbivirus della famiglia Reoviridae. Questo, s è stato identificato per la prima volta all’inizio del XX secolo, ma una comprensione più approfondita della condizione è emersa solo negli anni ’50, quando sono stati chiariti i meccanismi di trasmissione e il ruolo dei vettori.
Trasmissione e vettori
Sebbene gli ovini rappresentino l’ospite principale e possono trasmettere il virus ad altri animali tramite contatto diretto, il contagio avviene principalmente attraverso le zanzare infette, in particolare quelle del genere Culicoides. La presenza e l’attività di questi insetti, quindi, sono determinanti per la diffusione della malattia.
Sintomi e manifestazioni cliniche della Blue Tongue
I sintomi variano in gravità e includono febbre alta, ulcere orali e gonfiore del muso e della lingua. Quest’ultima, assume un aspetto bluastro, da qui, il nome della malattia. Gli animali, possono presentare difficoltà respiratorie e scialorrea, ovvero un’eccessiva salivazione. Nei casi più gravi, possono comparire lesioni cutanee e difficoltà nella deglutizione.
Diagnosi e metodi di rilevamento
Per diagnosticare la Blue Tongue, vengono utilizzati diversi metodi. Gli esami sierologici servono a rilevare la presenza di anticorpi specifici contro il virus nel sangue degli animali infetti. Inoltre, la PCR (Reazione a Catena della Polimerasi) consente di identificare il materiale genetico del virus nei campioni di sangue o tessuti, fornendo una diagnosi precoce e precisa.
Prevenzione e controllo
Attualmente, non esiste una cura specifica per la Blue Tongue. Il trattamento si concentra sulla gestione dei sintomi e sulla prevenzione delle complicazioni secondarie. Le misure preventive includono l’uso di insetticidi per controllare le zanzare e la vaccinazione degli animali. Tuttavia, non tutti i sierotipi del virus sono coperti dai vaccini disponibili.
Quanto alla sua diffusione, i principali focolai segnalati sono in Africa, Medio Oriente, Asia, Europa e, più recentemente, in alcune zone dell’America del Nord. Oggi però, l’arrivo nel nostro Paese di questo ceppo virale sta destando forti preoccupazioni.
Presenza del virus in Sardegna
In Sardegna, la situazione legata alla Blue Tongue sta raggiungendo livelli critici, soprattutto a Nuoro, Oristano e Cagliari, dove si registrano i maggiori focolai. La provincia di Nuoro è la più colpita, con 194 focolai, seguita da Oristano con 173 e Cagliari con 96. Nelle aree settentrionali dell’isola, come Gallura e Sassari, il numero dei focolai è più contenuto, ma la situazione generale sta mettendo a dura prova il settore zootecnico.
La crisi attuale è attribuita alla diffusione del sierotipo 3 del virus, una variante particolarmente aggressiva che ha sorpreso molti allevatori e veterinari per la sua rapida espansione e la gravità dei sintomi.
Carmen Materazzo, responsabile del comparto zootecnico del Centro studi agricoli, ha descritto la situazione come un “disastro”, riferendosi non solo all’elevato numero di capi morti, ma anche alle condizioni debilitanti degli animali infetti. Questo mette ulteriormente sotto pressione gli allevatori, già duramente colpiti dalla siccità degli ultimi anni.
Il sierotipo 3 del virus era noto in Italia da circa due anni, ma la risposta istituzionale è stata giudicata insufficiente. Materazzo ha criticato aspramente la gestione della crisi da parte della Regione, sottolineando che nessun animale è stato ancora vaccinato contro questa specifica variante, lasciando così la popolazione animale vulnerabile.
Di conseguenza, Materazzo ha chiesto un intervento immediato da parte degli assessorati regionali alla Sanità e all’Agricoltura. In assenza di una rapida azione, è stato annunciato il coinvolgimento della Prefettura di Cagliari e del Ministero della Salute.
Come è arrivata in Italia?
Come accennato, la Blue Tongue è una malattia endemica in molte aree del mondo, in particolare in regioni a clima caldo, come l’Africa, da dove il virus ha avuto origine. La sua diffusione in Europa, compresa l’Italia, è avvenuta principalmente attraverso il trasporto di insetti infetti dalle regioni originarie. La trasmissione attraverso gli insetti vettori, è facilitata dai cambiamenti climatici, che hanno allungato la stagione di attività delle zanzare. Temperature più calde e umide favoriscono infatti la loro proliferazione, rendendo regioni come la Sardegna particolarmente vulnerabili.
Richieste urgenti
La situazione della Blue Tongue in Sardegna presenta rischi significativi sia sul piano economico sia su quello della salute degli animali e potenzialmente dell’uomo, anche se la malattia non è considerata una zoonosi (non si trasmette direttamente agli esseri umani). Tuttavia, gli impatti indiretti sono preoccupanti.
Rischi economici
Il danno economico per il settore zootecnico è devastante. Il Centro studi agricoli stima che le perdite superino i 5 milioni di euro per le aziende agricole sarde. Gli allevatori si trovano a fronteggiare non solo la morte di numerosi capi di bestiame, ma anche il calo della produzione e la ridotta qualità della carne e del latte a causa delle gravi condizioni di salute degli animali sopravvissuti. Gli animali infetti possono subire ritardi nello sviluppo e complicazioni a lungo termine che rendono la loro gestione economicamente insostenibile. A ciò si aggiunge l’impatto sugli scambi commerciali.
Molti Paesi impongono restrizioni all’importazione di animali vivi o prodotti derivati da zone colpite dalla Blue Tongue, riducendo le opportunità di mercato per gli allevatori sardi e provocando la perdita di molti posti di lavoro.
Infine, la diffusione della Blue Tongue è collegata al cambiamento climatico, che aumenta la presenza delle zanzare del genere Culicoides, in aree dove prima erano meno frequenti. Questi stessi vettori potrebbero essere portatori di altre malattie infettive che hanno un impatto diretto sull’uomo.