medico rosolia

L’Italia è riuscita ad eliminare la rosolia, che infatti non è più endemica. Questo l’annuncio dell’OMS – Organizzazione mondiale della sanità, ed in particolare della Commissione di verifica regionale (Regional Verification Committee, o RVC) per l’eliminazione del morbillo e della rosolia nella Regione Europea.

È un importante traguardo per il nostro Paese e mostra ancora una volta il valore dei vaccini nel proteggere le persone da malattie pericolose. La rosolia è infatti la terza malattia prevenibile con la vaccinazione ad essere eliminata dal nostro Paese, dopo il vaiolo (eradicato a livello mondiale nel 1980) e la poliomielite (eliminata dalla Regione OMS Europa nel 2002)“. A spiegarlo è l’ISSIstituto Superiore di Sanità, che ha divulgato la notizia.

La rosolia è una malattia esantematica, virale e contagiosa. Di solito si manifesta in forma lieve – tra il 25 e il 50% dei casi – ma se si contrae l’infezione durante il periodo della gravidanza, le conseguenze per il feto possono essere fatali. La malattia infatti può provocare aborto spontaneo, morte fetale o anomalie congenite gravi che possono perdurare per tutta la vita del nascituro. Sordità, difetti cardiaci, cataratta, disabilità intellettive (sindrome della rosolia congenita). La rosolia è la principale causa di difetti congeniti prevenibili in tutto il mondo. Non esiste un trattamento specifico, si può solo prevenire con la vaccinazione.

Rosolia non endemica: quindi ora il virus non c’è più?

Ma cosa si intende per eliminazione? Facciamo chiarezza. Eliminazione non significa che il virus in Italia non esiste più, anche se i casi sono bassi. Da anni infatti l’incidenza è inferiore ad un caso per milione di abitanti. Inoltre dal 2019 non ci sono state notifiche di rosolia congenita.

Cosa si intende dunque con il termine “eliminazione”? Esso si riferisce all’interruzione endemica della malattia per almeno 12 mesi in una data area geografica, in cui sia presente un sistema di sorveglianza efficiente. Per l’eliminazione completa servono, invece, almeno 36 mesi di interruzione.

Potrebbero quindi verificarsi casi in futuro, in particolare se introdotti da altre zone in cui il patogeno è ancora presente. Oppure se una persona non è vaccinata, potrebbe contrarre l’infezione altrove, recandosi nei Paesi in cui la rosolia è ancora endemica.

Importante continuare con il piano delle vaccinazioni

gravidanza rosolia

In Italia il primo Piano di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita risale al 2003. La copertura è triplice: nel nostro Paese c’è il vaccino MPR, Morbillo-Parotite-Rosolia; sono state inoltre introdotte la seconda dose e la notifica obbligatoria della rosolia in gravidanza e rosolia congenita nel 2005. Nel 2011 la sorveglianza è diventata integrata per morbillo-rosolia nel 2011.

Oggi è importante continuare con il piano vaccinale. Per continuare a proteggersi dall’infezione e per mantenere lo stato di eliminazione della malattia dall’Italia, fino all’eradicazione. A spiegarlo è sempre l’ISS.

Finché la malattia non sia eradicata, è fondamentale continuare a vaccinarsi contro la rosolia ed è particolarmente importante che le donne in età fertile conoscano il proprio stato immunitario verso la rosolia prima di iniziare una gravidanza; e che si sottopongano alla vaccinazione se ancora suscettibili all’infezione. Per il nostro Paese, la sfida è ora quella di mantenere lo stato di eliminazione, che, fino a quando la malattia non sarà eliminata in tutti i Paesi del mondo, richiederà il mantenimento di coperture vaccinali elevate, un ulteriore rafforzamento della sorveglianza e una risposta rapida a eventuali casi importati“.