L’antibiotico amoxicillina è carente in tutta Italia, da alcune settimane. Il farmaco appartiene alla famiglia delle penicilline ed è usato contro varie infezioni che colpiscono soprattutto i bambini. L’amoxicillina, come indicato dall’Aifa in questi giorni risulta non disponibile per varie tipologie ed aziende produttrici e perché torni disponibile sembra ci vorrà la fine di maggio, ma solo per alcuni formati; per altri bisognerà attendere addirittura la fine dell’estate.
Nonostante la carenza, comunque, non siamo senza cure. Esistono infatti dei farmaci equivalenti a questo antibiotico; è necessario rivolgersi sempre al proprio medico per i trattamenti alternativi. Le motivazioni indicate per la carenza di amoxicillina in Italia, sono diverse e vanno dall’elevata richiesta a problemi produttivi, la cessata commercializzazione temporanea oppure forniture discontinue.
Amoxicillina e altri antibiotici, l’uso in Italia
L’amoxicillina si usa per varie infezioni batteriche, come quella da streptococco di tipo A, e per curare malattie come la scarlattina che da quell’infezione deriva. L’antibiotico, che può essere formulato in associazione con l’acido clavulanico, è anche la soluzione di prima scelta per malattie respiratorie come la faringotonsillite, l’otite e la polmonite. Da inizio anno sul tema è aperto un tavolo al ministero della salute.
In alternativa ci sono le ciclosporine, ma sono antibiotici ad ampio spettro, che efficaci sulle infezioni, possono però influire negativamente sulla prevenzione dell’antibiotico-resistenza.
In base al Rapporto Aifa sul consumo degli antibiotici in Italia, nel nostro Paese continua a scendere. Nel 2021 il trend ha toccato il -3,3% rispetto al 2020, con circa 3 cittadini su 10 ad aver ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici.
Nei bambini, il consumo maggiore di antibiotici si concentra tra i 2 e i 5 anni (4 bambini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione in un anno). La prevalenza aumenta all’avanzare dell’età, con il 50% negli over 85. Il 76% delle dosi è stato erogato dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e quasi il 90% degli antibiotici rimborsati dal SSN viene erogato sul territorio in regime di assistenza convenzionata. I consumi risultano maggiori al Sud Italia, in particolare per antibiotici di seconda scelta.
L’Italia è uno dei Paesi in Europa con i più elevati consumi di antibiotici ad ampio spettro; questi ultimi però hanno un impatto più rilevante sulle resistenze antibiotiche (considerate di seconda linea); con un peggioramento negli ultimi due anni. La quota di consumo degli degli antibiotici del gruppo “Access” (considerati antibiotici di prima scelta) sono solo al 47%; secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) dovrebbero invece costituire almeno il 60% dei consumi totali.