streptococco

Dal mese di ottobre, è un continuo diagnosticare, per i pediatri, infezioni da streptococco di gruppo A. In Italia, come nel mondo. Nel nostro Paese sono stati numerosi gli accessi al pronto soccorso per i sintomi dell’infezione, così come anche si è verificato un picco di richieste di tamponi nei laboratori privati e negli studi pediatrici.

Le infezioni nei mesi scorsi hanno raggiunto numeri molto elevati, tanto da far registrare un vero e proprio boom negli USA che si è protratto fino a dicembre 2022. “Solo a Houston 318 casi fino a dicembre e nel primo trimestre del 2023 i numeri sono rimasti alti” – hanno sottolineato dall’Università del Texas a Houston. Anche in Gran Bretagna nei mesi scorsi si sono verificati numerose positività.

A cosa è dovuto questo aumento dei casi di infezione da streptococco? Siamo di fronte ad un’altra pandemia? La risposta a quest’utlima domanda è No, non siamo di fronte ad un’altra pandemia; e per rispondere anche alla prima, siamo invece davanti ad un vero e proprio ritorno alla normalità post-covid.

Perché se infatti in epoca pandemica le infezioni batteriche e virali non-covid avevano subìto un drastico calo per via dell’uso massiccio di mascherine e per il distanziamento sociale, oggi che queste misure di protezione sono venute meno, le infezioni non-covid hanno ripreso il loro normale corso. Un po’ come accaduto anche con l’influenza stagionale e virus respiratorio sinciziale (che nella maggioranza dei casi provoca il raffreddore).

Casi di streptococco, cosa fare e cosa non fare

L’infezione da streptococco può variare i sintomi e le conseguenze da persona a persona. Può anche passare del tutto inosservata perché in molti casi può essere asintomatica ed addirittura cronica.

Se i sintomi non sono presenti, non c’è indicazione ad un tampone, anche in caso di vicinanza accertata ad un caso positivo. Si può essere infatti anche portatori sani di streptococco e la stessa positività ad un tampone, può non essere associata ad una infezione in corso.

Diverso è quando l’infezione presenta sintomi: non è da prendere sotto gamba, perché le sue conseguenze possono essere anche gravi, se trascurate. Va detto però che nella stragrande maggioranza dei casi, l’infezione da streptococco non va oltre una faringo-tonsillite con placche o tonsille ipertrofiche, lingua a fragola, febbre dai 38 gradi in su per circa 24 ore, rush cutaneo. La cura consiste in 5 giorni di antibiotico.

La scarlattina, riconoscere la malattia esantematica

Una delle conseguenze più frequenti di un’infezione da streptococco è la scarlattina. Si tratta di una malattia esantematica che può colpire sia bambini che adulti.

La sua eruzione cutanea non deve essere confusa con quelle delle altre malattie esantematiche, quali rosolia, morbillo, quinta e sesta malattia. L’esantema appare prima su torace, schiena, pancia, e poi si espande agli arti; la pelle risulta ruvida e arrossata.

In genere la scarlattina si presenta in una forma non grave, con malessere generale, febbre sopra i 38 gradi, mal di gola, mal di testa ed il rush cutaneo. La scarlattina è contagiosa dalla comparsa dei sintomi, fino alle 24 ore successive all’inizio dell’antibiotico; la guarigione avviene in una settimana circa.