Le donazioni di sangue sono fondamentali per il sistema sanitario nazionale. Garantire sacche a sufficienza per emergenze, per persone che sono in difficoltà, è un atto che si dimostra generoso da parte dei donatori e anche vantaggioso per tutti. Come si fa a diventare donatore? E come mai d’estate, in particolare quest’anno, si verifica sempre un calo delle donazioni?
Secondo le elaborazioni del Centro Nazionale Sangue, lo scorso anno i donatori di sangue e plasma in Italia sono stati 1.653.268. “È un dato che grazie alla generosità del popolo dei donatori torna in ripresa rispetto all’anno precedente, ma è ancora inferiore rispetto al periodo pre-Covid (-1,8% in confronto al 2019). In sostanza è confermata una lieve tendenza al ribasso che dura ormai da circa dieci anni” – commenta il Ministero della Salute.
Il Covid ha messo ko le donazioni di sangue
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Il Covid ha messo a dura prova tutto il sistema sanitario nazionale, e le donazioni di sangue non fanno eccezione. A questo si aggiunga che in estate c’è sempre una carenza cronica di donazioni, per via delle vacanze. Omicron però quest’anno ci ha messo del suo.
Lo spiega ancora il Ministero della Salute: “Rispetto al 2012 la popolazione dei donatori è diminuita di circa il 5% e se, nei cinque anni pre-Covid, il dato era stato sostanzialmente stabile, il diffondersi della pandemia di SARS-CoV-2 ha colpito duramente il sistema trasfusionale. Purtroppo neanche i numeri del 2022 fanno ben sperare. Dopo i primi due mesi dell’anno in cui si è segnato un brusco calo della raccolta, ascrivibile con ogni probabilità all’ondata di casi di variante Omicron, e dopo un marzo sostanzialmente stabile, i dati di aprile hanno mostrato, in particolare per la raccolta di plasma, un nuovo calo che con ogni probabilità porterà a un inizio anticipato delle carenze di sangue che ogni anno si registrano in estate, quando le alte temperature e le vacanze, spingono la popolazione italiana a donare di meno“.
L’autosufficienza per i globuli rossi è stata comunque raggiunta. Per il plasma no: infatti è stato necessario importare dall’estero medicinali plasmaderivati, per soddisfare il fabbisogno nazionale. Ed il mercato internazionale – sottolinea il Ministero – “è segnato dal rincaro dei prezzi a causa delle difficoltà riscontrate nella raccolta anche negli Stati Uniti, principale attore in tale ambito“. Uno scotto, quello del mercato estero, che l’Italia ha dovuto pagare anche per le immunoglobuline, che sono costate 117 milioni nel 2021 (+26% nell’arco degli ultimi cinque anni). Le immunoglobuline infatti sono dei plasmaderivati che servono a trattare varie patologie, tra cui le immunodeficienze primitive e le malattie autoimmuni.
Donazioni di sangue, serve un ricambio generazionale
Oltre al Covid, la situazione è aggravata dal progressivo invecchiamento della popolazione dei donatori. I nuovi donatori del 2021, e chi ha ripreso a donare dopo almeno due anni, sono stati solo 267.949. Un numero in aumento rispetto al 2020, ma se si guarda all’ultimo decennio in netta diminuzione (-9,6% dal 2012 al 2021, -6,3% dal 2019 al 2021). E’ evidente dunque che serva un ricambio generazionale.
Ma come si diventa donatori di sangue? Innanzitutto bisogna avere un’età compresa tra i 18 e i 60 anni, pesare più di 50 kg ed essere in buona salute. Prima della donazione, comunque, si verrà sottoposti ad una visita medica approfondita, durante la quale sarà esaminato anche lo stile di vita del candidato donatore. “Chiunque desideri donare il sangue per la prima volta dopo i 60 anni – spiega Avis – può essere accettato a discrezione del medico responsabile della selezione. È possibile continuare a donare fino al compimento del 65° anno d’età e fino al 70° anno previa valutazione del proprio stato di salute“. Per stile di vita, si intende non avere avuto comportamenti a rischio che possano compromettere la salute di chi dona e di chi riceverà il sangue.
Se il plasma viaggia sul drone: il progetto nel Lazio
La Regione Lazio ha già sperimentato in qualche occasione il trasporto farmaci sul drone. Ora vuole aggiungere anche plasma, organi e dispositivi medici. Il progetto “volerà” con i fondi del PNRR e il servizio servirà soprattutto quando ci saranno emergenze. La firma del protocollo con Enac c’è stata lo scorso 5 luglio. Esso è collocato nell’ambito della promozione della Mobilità Aerea Avanzata (AAM); si comincia nel 2023 e la durata prevista è di 3 anni, articolati in diverse fasi di studio e operative.