Il riscaldamento globale è, in sostanza, l’aumento della temperatura media della Terra. Si tratta di una condizione a lungo termine ed è uno dei fenomeni più evidenti del cambiamento climatico.
La comunità scientifica è concorde nel sostenere che il riscaldamento globale è in gran parte causato dalle attività umane. In particolare dall’emissione di gas serra derivanti dalla combustione di combustibili fossili, dalla deforestazione e dai processi industriali. La lotta contro il riscaldamento globale non può essere di un solo Paese, o di una singola comunità, ma richiede azioni su larga scala a livello globale. Lo sforzo maggiore deve essere nel ridurre le emissioni di gas serra. La comunità internazionale sta cercando di affrontare il riscaldamento globale attraverso sforzi di mitigazione e adattamento, sviluppando strategie per far fronte agli impatti inevitabili. Tuttavia questi sforzi non sono ancora sufficienti.
Contro l’inquinamento e contro la dispersione di sostanze nocive nell’ambiente, da anni lottano l’Osservatorio Vittime del Dovere e l’Osservatorio Nazionale Amianto con il presidente avv. Ezio Bonanni. Per una consulenza gratuita chiama il numero verde 800.034.294.
Le principali cause del riscaldamento globale
Indice dei contenuti
Il fenomeno del riscaldamento globale è attribuito principalmente all’aumento delle concentrazioni di gas serra nell’atmosfera terrestre. I gas serra sono il biossido di carbonio (CO2), il metano (CH4) e l’ossido di azoto (N2O). Essi intrappolano il calore nell’atmosfera, contribuendo così all’inquinamento dell’aria e all’effetto serra, causando un riscaldamento del pianeta.
L’assorbimento di CO2 atmosferico da parte degli oceani, peraltro, sta causando l’acidificazione delle acque marine. Le conseguenze non possono che essere negative per gli organismi marini che dipendono dalla formazione di carbonato di calcio per la costruzione dei loro gusci e scheletri. Il rischio è dunque anche la perdita di biodiversità. Il cambiamento climatico e il riscaldamento globale purtroppo stanno influenzando la distribuzione e il comportamento di molte specie animali e vegetali, non soltanto di quelle marine, minacciando la biodiversità e l’equilibrio di molti ecosistemi.
Tra le altre principali cause del riscaldamento globale ci sono la deforestazione ed altri cambiamenti nell’uso del suolo.
L’emissione di gas serra in atmosfera
I gas serra sono il biossido di carbonio (CO2), il metano (CH4) e l’ossido di azoto (N2O). Il diossido di carbonio (CO2) proviene soprattutto dalla combustione di combustibili fossili come carbone, petrolio e gas naturale per la produzione di energia e il trasporto.
Le fonti di metano (CH4) includono invece l’estrazione e la produzione di gas naturale e petrolio, la lavorazione dei rifiuti organici nei siti di smaltimento e la produzione di bestiame.
Gli ossidi di azoto (NOx), infine, provengono da attività industriali, dall’agricoltura e dai trasporti. L’uso intensivo di carbone, petrolio e gas naturale per la produzione di energia e il trasporto è una delle principali fonti di emissioni di gas serra; così come l’uso intensivo di fertilizzanti azotati nell’agricoltura può portare alla produzione di ossidi di azoto. Alcuni processi industriali, come la produzione di cemento e l’industria chimica, invece possono rilasciare gas serra durante la produzione.
La deforestazione e i cambiamenti nell’uso del suolo
La deforestazione è, in pratica, la rimozione massiccia di foreste e boschi, aree verdi. Essa riduce la capacità della Terra di assorbire il CO2, biossido di carbonio, attraverso la fotosintesi; contribuisce, in questo modo, all’accumulo di gas serra nell’atmosfera. Un altro pericolo riguarda gli incendi boschivi: quando di grandi proporzioni o frequenti, possono influenzare i processi naturali di assorbimento e rilascio di carbonio; oltre che ovviamente alla riduzione delle progressiva delle aree verdi, che sono il polmone della Terra.
Per cambiamenti nell’uso del suolo si intendono invece tutti quei mutamenti geografici derivanti dagli insediamenti e dalle attività umane. Ne fanno parte ad esempio l’urbanizzazione e l’agricoltura intensiva, e possono influenzare il bilancio del carbonio e contribuire alle emissioni di gas serra. Ecco perché uno dei temi in agenda per la riduzione dell’impatto ambientale delle attività antropiche riguarda la riduzione del consumo di suolo, anche attraverso pratiche di rigenerazione urbana.
Principali conseguenze del riscaldamento globale
Tra le principali conseguenze del riscaldamento globale ci sono diversi fenomeni, più o meno noti. Il più evidente e di cui si parla di più è il cambiamento nei modelli meteorologici. Il meteo “impazzito” è il fenomeno che più preoccupa il presente, perché genera ansia e modifica le abitudini di vita delle persone. Si tratta di eventi meteorologici estremi come tempeste e inondazioni, ma anche ondate di calore e siccità più frequenti e intense.
L’aumento della temperatura media terrestre è stato osservato, negli ultimi decenni, in un aumento costante della temperatura media della superficie terrestre e degli oceani. Questo riscaldamento è confermato da registrazioni scientifiche e dati satellitari. Tra le conseguenze più evidenti, con le immagini “spettacolari” che conosciamo, c’è lo scioglimento dei ghiacciai e degli iceberg. Le temperature più elevate stanno infatti causando lo scioglimento dei ghiacciai e degli iceberg in molte parti del mondo, contribuendo all’innalzamento del livello del mare. Quest’ultimo aspetto peraltro rappresenta una minaccia per le aree costiere e le isole basse, che rischiano di scomparire. Cambiamenti nei modelli oceanici possono inoltre influenzare la distribuzione di inquinanti come metalli pesanti; con potenziali effetti sulla salute umana attraverso il consumo di frutti di mare contaminati.
L’impatto del riscaldamento globale e del climate change è anche socio-economico. Il riscaldamento globale infatti ha implicazioni significative per le società umane, con minacce alla sicurezza alimentare, alla disponibilità di acqua, all’agricoltura, alla salute pubblica e agli insediamenti umani.
Impatto del riscaldamento globale sulla salute umana
La salute umana è sempre legata all’ambiente circostante, ed il riscaldamento globale rappresenta una minaccia. Quest’ultimo infatti, sia in modo diretto che indiretto, può avere un impatto negativo su di essa.
Le sempre più frequenti ondate di calore nella stagione estiva ne sono un esempio. Il rischio è di colpi di calore e stress termico, soprattutto per gli anziani e per le persone con condizioni di salute precarie preesistenti. In presenza di ondate di calore prolungate può infatti aumentare anche la mortalità, in particolare nelle aree urbane.
L’innalzamento delle temperature può contribuire all’aumento dell’inquinamento dell’aria. Esso, peggiorando la qualità dell’aria, fa aumentare il rischio di malattie respiratorie come l’asma e infezioni delle vie respiratorie. L’esposizione prolungata a temperature elevate può inoltre aumentare i rischi di malattie cardiovascolari; nonché i rischi per le donne incinte, con possibili impatti sulla salute del neonato.
L’espansione delle aree climatiche adatte a vettori come zanzare, inoltre, può portare a una maggiore diffusione di malattie tropicali come la malaria, la dengue e il virus Zika. E così quindi possono verificarsi casi di malattie trasmesse da vettori anche in luoghi in cui non sono endemiche.
Infine il verificarsi di eventi meteo estremi come inondazioni e tempeste può causare danni fisici diretti alle persone, morte e migrazioni significative. Danni alle infrastrutture idriche e sanitarie possono inoltre aumentare i rischi di malattie infettive trasmesse dall’acqua ed aumentare i rischi di contaminazione anche alimentare.
Conseguenze psicologiche causate dal cambiamento climatico
La preoccupazione per l’ambiente e per il cambiamento climatico in atto può avere anche ripercussioni sulla salute, e non soltanto per l’aggravamento di malattie pregresse e conseguente possibile decesso. Il climate change può infatti avere un impatto significativo sul benessere mentale delle persone. Tale stato di preoccupazione e mutamento psicologico che può sfociare in un vero e proprio disturbo, si definisce ecoansia. Va detto che questo termine non è ancora formalmente riconosciuto come un disturbo psicologico, ma è utilizzato per descrivere una crescente preoccupazione per le questioni ambientali che può causare ansia e stress.
Le notizie negative sull’ambiente, le immagini di disastri naturali e le prospettive negative sul futuro del pianeta possono contribuire allo stress e all’ansia. I sintomi possono essere anche talvolta fisici, e non solo psicologici. Tra gli aspetti principali dell’ecoansia ci sono la preoccupazione per il cambiamento climatico, un sentimento di impotenza, drastici cambiamenti nello stile di vita. Le persone infatti possono sentirsi in colpa o avere la percezione di non essere in grado di fare abbastanza per cambiare le cose.
Consulenza gratuita con l’ONA e l’OVD
La paura di ammalarsi è una condizione esistenziale. Lo è per chi soffre di ansia, ma anche per tutti gli esposti all’amianto di ieri e di oggi. I tempi di latenza delle malattie asbesto correlate peraltro sono molto lunghi e soprattutto i lavoratori esposti vivono nell’attesa della malattia, come una condizione ineludibile. Dal punto di vista giuridico, le malattie e la stessa paura di ammalarsi – così come altra forma di sofferenza – sono risarcibili (Cass., Sez. Lavoro, 19623/2022).
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