Il fenomeno delle ‘mosche volanti’, cioè la presenza di macchie nella visuale simili a mosche sempre presenti davanti agli occhi, colpisce anche i giovani. Le “miodesopsie” sintomatiche sono dei corpi mobili filiformi o puntiformi. Presenti all’interno del vitreo, essi proiettano sulla retina la loro ombra e compaiono, così, all’interno del campo visivo. Tali ombre possono variare nella forma (tipo ragnatele, circolari o filamentose) e nella dimensione (puntini neri davanti gli occhi o macchie più grandi mobili). Ed anche nella quantità (singole o molteplici).
I corpi mobili si possono manifestare a qualunque età. Si presentano, tuttavia, con maggiore frequenza tra i 50 e i 60 anni, pur senza una particolare patologia oculare. Le cause della miodesopsia, infatti, sono correlate ad un fisiologico invecchiamento del vitreo. Questa è una sostanza gelatinosa che si trova all’interno del bulbo oculare, formata principalmente da acqua e da fibre collagene.
Mosche volanti all’attenzione degli Oculisti AIMO
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Del disturbo si è discusso nel corso del 14esimo Congresso Nazionale degli Oculisti AIMO, svoltosi nei giorni scorsi a Roma.
«Le miodesopsie sintomatiche sono i corpi mobili che molte persone lamentano di vedere», ha spiegato il professor Francesco Boscia della Clinica Oculistica dell’Università di Bari. «Si tratta di macchie o di puntini scuri che i pazienti vedono muoversi nel campo visivo, interpretandoli con delle ‘mosche volanti’. Cioè con degli ‘insetti’ che si aggirano nel campo visivo. Iin alcuni casi, sono talmente dense e persistenti che creano problemi alla qualità visiva dei soggetti. Immaginiamo infatti a quanto possa essere fastidiosa questa condizione per chi lavora tutto il giorno al computer oppure all’aria aperta, quando ci sono giornate luminose. Le miodesopsie sintomatiche non sono in realtà considerate una vera e propria patologia, ma sono state finora interpretate come un semplice disturbo della qualità visiva».
Le miodesopsie sintomatiche si trattano con un intervento
Il disturbo si presenta maggiormente nella popolazione anziana. Ma a lamentarlo è fino al 35-50% dei pazienti giovani in età lavorativa, che percepiscono questi corpi mobili negli occhi con maggiore o minore fastidio. Ma quando e in che modo si possono trattare?
«Le miodesopsie sintomatiche si possono trattare perché si trovano nel corpo vitreo, la gelatina trasparente che riempie l’occhio. Si trattano con un intervento che si chiama vitretctomia», ha continuato Boscia. «Tale intervento consiste nella rimozione del corpo vitreo. Finora è stato sempre utilizzato per il trattamento di patologie come il distacco di retina, emorragie vitreali oppure corpi estranei entrati nell’occhio. Una chirurgia sicuramente di livello più impegnativo. Noi oggi abbiamo degli strumenti che ci permettono di obiettivare la presenza di questi corpi mobili, con strategie come l’oftalmoscopia a scansione laser. O con le telecamere a infrarosso e gli ultrasuoni».
Non sottovalutare questo disturbo della qualità visiva
Si usano due strategie diverse per le miodesopsie sintomatiche: o si rimuove completamente il corpo vitreo oppure si rimuovono soltanto i corpi mobili.
«Quest’ultima strategia ha meno possibilità di creare cataratta – ha concluso Boscia – perché ogni vitrectomia può creare cataratta. Ma poi ha la possibilità di una recidiva del corpo mobile perché si lascia del corpo vitreo che potrebbe riformarla. La strategia che rimuove tutto il corpo vitreo, invece, ha il rischio potenziale di aumentare la percentuale di formazione della cataratta».
La sintesi è che le miodesopsie sintomatiche sono un disturbo della qualità visiva, come la stessa cataratta, quindi non da sottovalutare.