Oltre il 60% degli italiani non va dal dentista perché le cure odontoiatriche per mantenere la salute orale costa troppo. Il 95% di esse, infatti, avviene nel privato; la spesa per gli italiani è di 9,5 miliardi di euro e solo 500 milioni sono a carico del Sistama sanitario nazionale. Il risultato è che sempre meno italiani si rivolgono al dentista ed i numeri sono in costante calo; nel 2022 la spesa delle famiglie per le cure odontoiatriche è diminuita del 14% rispetto al 2018.
Le stime sono emersi durante la Giornata Mondiale di Promozione della Salute Orale, organizzata a Roma dall’Associazione Italiana Odontoiatri (Aio) il 20 marzo ed alla quale sono intervenuti anche il ministro della salute Orazio Schillaci ed Enrico Gherlone, membro del Consiglio Superiore di Sanità e consigliere del ministro della Salute per l’odontoiatria.
Obiettivi: accessibilità delle cure e prevenzione
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Il presidente AIO Gerhard K. Seeberger ha posto l’accento sulla necessità di rendere più accessibili cure e prevenzione per la salute orale per la popolazione; con una particolare attenzione ai bambini e alle fasce deboli. “E’ tempo di collaborare, governo e dentisti, per offrire prevenzione, sigillature ai bambini fra 5 e 10 anni, e di parlare di offerta di dispositivi protesici ai profili vulnerabili in età evolutiva ed over 65” – ha detto. “E’ possibile conciliare qualità e sostenibilità per certe prestazioni dove un euro speso in prevenzione vale almeno un euro risparmiato in cure. Abbiamo inoltre chiesto che la Giornata del 20 marzo da Mondiale diventi anche Nazionale per evidenziare iniziative e presentazioni di ricerche. L’Odontoiatria italiana è una risorsa viva ed insostituibile“.
Il progetto “Oral Care Total Care” punta alla prevenzione, in particolare oncologica. I dentisti aderenti riceveranno strumenti diagnostici innovativi che sfruttano l’autofluorescenza cellulare per individuare eventuali lesioni orali con potenziale cancerogeno. Con la diagnosi precoce la mortalità dei tumori orali si riduce del 90% circa. Inoltre “la programmazione chirurgica potrà essere meno invasiva, con l’ulteriore vantaggio sociale di una riduzione significativa dei costi” – ha spiegato David Rizzo, vice presidente nazionale AIO e responsabile del progetto. L’attenzione deve essere posta però anche sugli stili di vita. Infatti “il 75% dei casi è dovuto a fattori di rischio ricorrenti come il fumo, l’alcol, fattori irritativi cronici da protesi incongrue o da abrasione a causa di denti fratturati, papilloma virus, ma un dato ancora più significativo è che circa il 25% dei pazienti colpiti non fuma ne beve alcol”.
Salute orale nell’agenda di governo per attuare i Lea
Il ministro della salute Orazio Schillaci ha annunciato che la salute orale si trova nell’agenda di governo. L’esecutivo infatti vuole mettere mano al settore per attuare i Lea (livelli essenziali di assistenza), fermi ormai dal 2017. “Stiamo lavorando in questa direzione anche perché la medicina in questi anni è cambiata molto, ci sono tutta una serie di nuove prestazioni. C’è il nostro impegno a trovare una soluzione per attuare i Lea nel minor tempo possibile e che possono diventare uno strumento utile per superare le tante differenza tra le diverse realtà regionali” – riporta l’Ansa.
“In Italia il 36% dei bambini, ovvero oltre 1 milione e 800mila, è portatore di carie non trattata dei denti decidui; percentuale solo leggermente inferiore, pari 29,6%, negli adulti, di cui ben 16 milioni e 900mila hanno carie non trattate. Per non parlare della perdita di denti totale o parziale che riguarda 6 milioni e 300mila adulti sopra i 20 anni di età”. E purtroppo c’è “una quota di popolazione italiana che rinuncia alle cure dentistiche per motivi economici“.
Per l’Aio un primo passo sarebbe introdurre un voucher per la salute orale, destinato alle famiglie con minori risorse economiche, per incentivare l’accesso negli studi odontoiatrici. Con un meccanismo simile a quello messo in atto per il bonus psicologo.