Oggi, 28 aprile, è la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro e delle vittime dell’amianto. Un momento che impegna tutti nella riflessione su quanto ci sia ancora da fare, e sia necessario farlo subito, per fermare la strage provocata dalla fibra killer.
L’amianto infatti continua a mietere vittime in tutto il mondo ed anche in Italia, perché nonostante il divieto imposto dalla Legge 257/1992 continua ad essere presente in migliaia di edifici. E le malattie provocate dall’amianto, gravissime e mortali, possono restare latenti per decenni, con pochissime speranze di cura per i pazienti.
“Si continua a morire di malattie asbesto correlate” – ha denunciato il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, avv. Ezio Bonanni, ieri a convegno in Senato. “Almeno 7.000 persone sono morte nell’ultimo anno. Eppure, la politica tace e le istituzioni sono assenti“. Di questi circa 1.900 erano casi di mesotelioma, malattia con indice di mortalità al 93% (circa 2.000 casi solo nel 2022).
E poi – ha proseguito Bonanni – “4.000 casi di tumore al polmone con un indice di mortalità dell’88% e i decessi che sfiorano i 3.550“; mentre le ulteriori patologie asbesto correlate si giunge al triste bilancio di 7.000 decessi e di oltre 10.000 nuovi malati. “Una vera e propria emergenza con 40 milioni di tonnellate di amianto e materiali contenenti amianto“. I numeri sono emersi durante la conferenza “Liberi dall’amianto“, promossa dal Dipartimento tutela vittime di Fratelli d’Italia, organizzata a Palazzo Madama nella sala Caduti di Nassirya dal gruppo parlamentare del partito in Senato.
Bonanni (ONA): “Istituire un tavolo interministeriale”
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Bonanni fa leva sull’urgenza di risolvere il problema per limitare oggi gli effetti sulla salute dell’esposizione all’amianto e, per il futuro, evitare nuovi casi di malattia. Da qui, l’auspicio che il “Governo istituisca con urgenza un tavolo interministeriale sulla questione amianto per affrontare, competenza per competenza, le questioni giuridiche, normative e previdenziali“. E un appello rivolto direttamente al capo del governo Giorgia Meloni che – continua Bonanni – “ha tutta la legittimazione per intervenire, e anche la determinazione. Ci auguriamo che una giovane donna come la premier, fortemente formata sui problemi sociali, possa avere a cuore il tema degli uomini e delle donne vittime dell’amianto, che si sono ammalate, perché spesso hanno dovuto lavare le tute ai loro partner, così come degli orfani che sono decine di migliaia, con nuclei familiari compresi, che subiscono le conseguenze di questa strage“.
Oltre alle malattie, poi, c’è il problema del riconoscimento dei diritti e delle tutele che dovrebbero essere garantite dallo Stato. E purtroppo non è sempre così automatico. “Le vittime – sottolinea Bonanni – nonostante debbano affrontare indicibili sofferenze, non riescono neanche a veder riconosciuti i propri diritti. Servono, infatti, lunghissimi procedimenti giudiziari per ottenere i benefici amianto e i risarcimenti. E in alcuni casi, come per gli orfani delle vittime del dovere ai quali la legge nega i diritti che hanno, invece, quelli delle vittime della criminalità organizzata e del terrorismo. Altre norme, ancora, hanno posto un limite temporale alla presentazione di domande per avere i benefici contributivi amianto, negando diritti già maturati; e come ha sancito ultimamente la Corte di Cassazione con la sentenza numero 2243/2023 quel termine non è legittimo. La questione, ora, va risolta“.
Giornata mondiale vittime di amianto: iniziative in Italia
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i decessi a causa dell’amianto nel mondo sono più di 100mila ogni anno; di questi circa la metà è di natura professionale.
E anche dal mondo del lavoro oggi i riflettori sono tutti puntati sull’amianto. Le sigle sindacali confederali Cgil, Cisl e Uil, hanno organizzato numerose iniziative unitariamente o come singole sigle, dalle categorie o nei territori. “Uscire dall’Emergenza è possibile” è lo slogan che hanno scelto i sindacati. Cgil, Cisl e Uil hanno anche lanciato “un messaggio di speranza e un preciso impegno: per l’integrità psicofisica di ogni lavoratrice e lavoratore, per sistemi produttivi che non mettano a repentaglio la vita e che siano rispettosi dell’ambiente e di tutti i cittadini e le cittadine; in un quadro che ancora oggi registra quotidianamente incidenti sul lavoro gravissimi ed inaccettabili” – si legge in una nota.
Oggi invece si parla di mesotelioma pleurico a Broni, in provincia di Pavia, con il convegno dal titolo “Mesotelioma Pleurico. Percorsi di cura nelle aree ad alta incidenza” organizzato nella Sala Civica “Pietro Campora” della Biblioteca Comunale del Centro Culturale Polifunzionale. L’incontro è di particolare importanza perché Broni ha lunghi trascorsi con l’amianto a causa della presenza dell’azienda produttrice Fibronit. L’evento è organizzato da Policlinico San Matteo, ASST Pavia, ATS Pavia, Azienda Ospedaliera di Alessandria, Asl Alessandria, Comune di Broni, associazioni e società scientifiche in prima linea nella gestione dei pazienti. Durante l’incontro saranno presentati i percorsi assistenziali delle provincie di Alessandria e Pavia, e le linee guida nazionali di AIOM per la cura del mesotelioma.
Anche il Piemonte è una delle regioni più colpite dalle malattie correlate all’asbesto. Qui infatti c’erano il principale sito di estrazione, la cava di Balangero in provincia di Torino; nonché il maggiore sito di produzione: la famosa fabbrica “Eternit” di Casale Monferrato.