A Roma il 15 aprile 2025 si apre la radiosa Sala del Cenacolo e fiorisce una mostra a doppio binario. Un invito al dialogo che annaffia il dialogo tra le culture.
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Si sono spalancate a Roma il 15 aprile 2025. Poco prima della Pasqua. Momento di liberazione, rinascita, risurrezione, e unione interculturale verso l’ideale di libertà. Principio che vale per tutti. Nella radiosa Sala del Cenacolo, alla Camera dei Deputati. Presentata la mostra “Mediterraneo di Pace”, si inaugura la doppia mostra interculturale promossa dal Museo Ebraico di Lecce. L’arte, la storia, la memoria si intrecciano indissolubili. Viaggiano attraverso i secoli. Su un treno a tre. Ne vengono fuori tre scambi. Incontri. Il connubio che si crea è evidente. Forse una triade. A risaltare di più le identità e i popoli, costellazioni del Mediterraneo.
Fino al 24 aprile la mostra sarà aperta al pubblico. Può coesistere grazie alla collaborazione tra storici, artisti e istituzioni. Si richiede un’attenzione particolare su un pensiero impossibile da ignorare. La mobilità culturale, l’identità ebraica contemporanea. L’ingresso è libero, non a caso, aperto a tutti.
Due mostre, una visione condivisa
L’energia e la sinergia che si creano tra culture risulta potente. La prima mostra, “La Puglia crocevia del Mediterraneo – Mobilità di uomini, merci e culture”, è curata da Fabrizio Lelli, direttore del Museo Ebraico di Lecce e docente alla Sapienza di Roma, insieme all’architetto e archeologo Fabrizio Ghio. L’esposizione mostra una Puglia, galleria Oriente/Occidente, portata verso migrazioni e scambi delle contaminazioni culturali.
«Un invito a riscoprire il patrimonio della nostra regione attraverso le culture che l’hanno attraversata», afferma Lelli, sottolineando il ruolo della memoria nel costruire ponti verso il presente e il futuro. La narrazione si sofferma anche sul contributo delle comunità ebraiche, che hanno lasciato tracce indelebili nel tessuto storico e sociale pugliese.
In parallelo, la mostra personale “Errare, perseverare, sopravvivere” dell’artista concettuale Lenore Mizrachi-Cohen, ebrea americana di origine siriana, aggiunge uno sguardo contemporaneo e intimo. Le sue opere, realizzate con calligrafia araba – lingua della sua famiglia –, parlano di identità fluide, esilio, radici e resistenza. L’artista riflette sulla condizione precaria e spesso negata delle comunità ebraiche nella storia e oggi, portando alla luce una memoria viva e attuale.
Un museo, una missione
Dal 2015, il Museo Ebraico di Lecce si è affermato come un presidio culturale di rilievo, impegnato nel recupero della memoria ebraica del Salento e nella promozione del dialogo interculturale. «In tempi difficili come questi, il nostro compito è creare connessioni e aprire spazi di ascolto», spiega Fiammetta Martegani, curatrice del dipartimento di arte contemporanea del museo.
L’onorevole Claudio Stefanazzi ha presidiato l’incontro. Ha voluto e sostenuto il progetto portandolo fino a Roma. «la mostra racconta di una Puglia non solo paesaggistica, ma culturale, stratificata, globale», affermano i co-fondatori del museo Michelangelo Mazzotta e Francesco De Giorgi.
Al via un vero dialogo
Tramite installazioni, incontri e opere d’arte, “Mediterraneo di Pace” la narrazione invita a tornare alla riscoperta delle radici, al rispetto delle differenze e alla costruzione di una convivenza possibile. In un’epoca segnata da conflitti e incomprensioni, la mostra assume un valore ancora più forte: non come celebrazione sterile, piuttosto uno strumento di dialogo e cambiamento.
Le esposizioni sono aperte dal lunedì al venerdì, dalle 11:00 alle 19:00, l’ultimo ingresso alle 19:00.