Ogni anno in Italia vengono diagnosticati più di 9000 nuovi casi di tumori del distretto testa-collo. Di questi, oltre il 75% colpiscono soggetti di genere maschile, con un aumento del rischio correlato all’età in entrambi i sessi.
I tumori testa-collo includono neoplasie molto diverse tra loro che hanno origine negli organi e nelle strutture del collo e della testa. Incluse le vie aeree e digestive superiori. Comprendono, dunque, tumori del cavo orale, della laringe, della faringe, delle cavità nasali e dei seni paranasali, delle ghiandole salivari e dell’orecchio.
Il 24% di questi tumori colpisce persone con più di 70 anni, anche se si è riscontrato un recente aumento tra le persone più giovani. Ciò è dovuto probabilmente alla connessione tra infezione da papillomavirus umano (HPV) e tumori testa-collo, in particolare dell’orofaringe.
Alcol e tabacco sono i due più importanti fattori di rischio
Indice dei contenuti
Le terapie oggi disponibili hanno portato la sopravvivenza media dei pazienti a 5 anni dalla prima diagnosi al 57% circa. I tassi di guarigione vanno dal 75% al 100% per le neoplasie individuate negli stadi iniziali. Si denota l’importanza di una diagnosi precoce per i risultati a lungo termine del trattamento.
È Chiara Butti, referente della Struttura Complessa di Oncologia del Sant’Antonio Abate di Gallarate a spiegare quali sono i fattori di rischio.
«L’alcol e il tabacco sono i due più importanti fattori di rischio per lo sviluppo dei tumori della testa e del collo. In particolare – afferma Butti – per quelli del cavo orale, dell’orofaringe, dell’ipofaringe e della laringe. Si stima che il 75% dei tumori della testa e del collo sia causato dal tabacco e dall’alcol. Chi fa uso sia di alcol sia di tabacco rischia di sviluppare questi tumori rispetto a coloro che usano solo uno dei due fattori».
Tumori della testa e del collo, altri fattori di rischio
Le infezioni da sottotipi cancerogeni di Papilloma Virus umano (HPV), soprattutto HPV-16, sono un fattore di rischio per alcuni tipi di tumori della testa e del collo. In particolare per quelli dell’orofaringe che coinvolgono le tonsille o la base della lingua.
«L’esposizione professionale alle polveri del legno – asserisce l’esperta – è un fattore di rischio per il cancro rinofaringeo. Altri possibili fattori di rischio sono l’inalazione di polveri di amianto e sostanze chimiche di vario genere, una dieta priva di frutta e verdura. Oppure, una alimentazione povera di vitamine del gruppo A e B, una scarsa o non corretta igiene orale, specie in soggetti portatori di protesi dentarie. Incidono anche le infezioni da virus di Epstein Barr (EBV), associate in particolar ai tumori della rinofaringe».
I sintomi più comuni dei tumori testa-collo
I tumori di testa e collo si manifestano con sintomi diversi a seconda dell’area interessata.
«In generale – spiega Butti – sono da considerarsi segnali d’allarme alcuni sintomi da non sottovalutare. Tra questi:
- Bruciore o dolore in bocca, in associazione a ulcerazioni o neoformazioni, a volte sanguinanti, che stentano a guarire.
- Abbassamento della voce (disfonia) che persiste per oltre due-tre settimane.
- Difficoltà respiratoria o senso di “ingombro” in gola.
- Dolore o difficoltà alla deglutizione.
- Tumefazioni del collo.
- Emorragie nasali con ostruzione respiratoria o intenso mal di testa.
I sintomi dei tumori della testa e del collo sono comuni ad altre patologie. Per questo motivo – prosegue l’esperta – è necessario consultare il medico se i disturbi persistono da almeno 3 settimane. Riconoscere i sintomi in tempo, specie se presenti in soggetti a rischio, è di fondamentale importanza per favorire una diagnosi precoce».
Come si diagnosticano i tumori testa-collo
La diagnosi dei tumori testa-collo si basa sulla valutazione clinica dei sintomi riferiti dal paziente. E anche sulla raccolta della sua storia clinica (anamnesi) e richiede l’esame istologico delle lesioni sospette.
«Gli esami strumentali endoscopici e radiologici (TAC, RMN, PET) sono necessari – ribadisce Butti – per valutare l’estensione locale, regionale. O la diffusione a distanza del tumore, in modo da poter effettuare la giusta programmazione terapeutica».
I trattamenti previsti per questo tipo di tumori
L’approccio terapeutico dei tumori della testa-collo dipende dal tipo di tumore, dalla sede, dallo stadio della malattia e dalle condizioni generali del paziente.
«Il trattamento – continua Butti – prevede la combinazione di chirurgia (compresa la chirurgia ricostruttiva), della radioterapia e del trattamento medico. Questo utilizza diversi farmaci, tra cui l’immunoterapia, le terapie biologiche a target molecolari e la chemioterapia».
I tumori in fase iniziale possono essere trattati sia con chirurgia sia con radioterapia e la scelta può variare di caso in caso. Ciò quando sono allo stadio I e II, ovvero senza interessamento linfonodale e con massa principale ancora contenuta, generalmente meno di 4 cm di diametro.
Affrontare i casi nei gruppi multidisciplinari
I tumori in fase avanzata, stadio III-IV, possono essere trattati con chirurgia e/o chemioterapia. Mentre il trattamento radioterapico è di regola sempre indicato, o come alternativa alla chirurgia o come adiuvante alla stessa.
«Purtroppo – aggiunge l’esperta – la maggior parte dei tumori della testa-collo si diagnostica in fase avanzata. Questi casi devono essere affrontati nell’ambito di team multidisciplinari prima di qualunque atto terapeutico. I pazienti il cui trattamento è deciso e impostato nell’ambito di un gruppo multidisciplinare hanno una prognosi superiore rispetto ai pazienti trattati dal singolo specialista. Per questa ragione, anche in ASST Valle Olona opera da anni un’équipe multidisciplinare, costituita da numerosi “attori”. Tra questi otorinolaringoiatri, radioterapisti e oncologi, all’interno della quale vengono presi in carico i pazienti e programmati i passaggi diagnostici e terapeutici. Nel 2023 sono stati accolti e discussi 132 pazienti», conclude Butti.