Carcere, Foto free di Henryk Niestrój da Pixabay

Un nuovo passo avanti nella prevenzione dei tumori prende il via nelle carceri campane. Ufficialmente siglato un accordo triennale. Tra il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per la Campania, l’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione Pascale di Napoli, l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e la Fondazione AIOM. L’iniziativa punta a sensibilizzare sia i detenuti sia il personale penitenziario sull’importanza degli stili di vita sani e della partecipazione agli screening per la diagnosi precoce dei tumori.

Informazione, formazione e prevenzione: il cuore del progetto

Il progetto prevede un ricco programma di attività. Tra queste corsi di formazione, eventi di sensibilizzazione e progetti di ricerca destinati ai detenuti e agli operatori carcerari.

I detenuti rappresentano una popolazione particolarmente vulnerabile anche dal punto di vista sanitario. La condizione di detenzione può favorire comportamenti a rischio come fumo, consumo di alcol, sedentarietà e dieta non equilibrata. Ad esempio, oltre il 70% dei detenuti maschi fuma, ma metà di loro vorrebbe smettere. Quasi la metà è sedentaria e solo il 13% assume regolarmente le cinque porzioni di frutta e verdura raccomandate. La prevenzione oncologica deve essere garantita anche in carcere. Attraverso screening come mammografia, test HPV o ricerca di sangue occulto nelle feci, ma spesso problemi organizzativi ne limitano l’accesso.

Tumori e carcere: una realtà fragile

Inoltre, condizioni di sovraffollamento, stress psicosociale e scarsa attività fisica contribuiscono a peggiorare lo stato di salute complessivo.

Il diritto alla salute è costituzionalmente garantito e deve estendersi anche ai detenuti. Intervenire precocemente con una sana informazione può ridurre significativamente la mortalità e migliorare la qualità della vita nelle strutture detentive.

Un modello nazionale replicabile

Il progetto campano rappresenta un laboratorio innovativo di sanità penitenziaria, con l’obiettivo di diventare un modello replicabile a livello nazionale.

Altre ricerche sul tema

Studio USA sul rischio di morte per cancro in detenuti

Un ampio studio condotto negli Stati Uniti ha analizzato 216.540 adulti con diagnosi di tumore tra il 2006 e il 2015. Di questi, 239 sono stati diagnosticati durante la detenzione e 479 entro un anno dalla scarcerazione. I risultati hanno mostrato che il rischio di morte per cancro era 1,39 volte maggiore nei detenuti e 1,8 volte maggiore nei recentemente scarcerati rispetto alla popolazione generale. Questo evidenzia la necessità di interventi mirati per la prevenzione e la cura dei tumori in ambito penitenziario.

Progetto pilota in Toscana: screening in carcere

Nel novembre 2024, l’Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica (ISPRO) ha attivato una unità mobile per la promozione della prevenzione oncologica nel carcere di Sollicciano, a Firenze. Questa iniziativa ha offerto screening e attività educative per detenuti e personale penitenziario, mirando a sensibilizzare sulla prevenzione dei tumori.

Iniziative internazionali su tumori e carcere

Stati Uniti

  • Studio multicentrico su prigioni e screening oncologici: Un’indagine condotta in 192 carceri del Midwest ha rivelato che solo il 3% offriva screening per il cancro. Questo evidenzia la necessità di migliorare l’accesso alla prevenzione oncologica nelle strutture penitenziarie statunitensi.
  • Problemi nel sistema di screening del cancro del Bureau of Prisons: Un rapporto ha rivelato che il Bureau of Prisons non ha offerto screening adeguati per il cancro del colon-retto a molti detenuti, con ritardi significativi nel follow-up e nell’accesso ai trattamenti necessari.

Regno Unito

  • Studio nazionale sulla mortalità per cancro tra i detenuti: Una ricerca ha mostrato che i detenuti con diagnosi di cancro in Inghilterra hanno una mortalità superiore rispetto alla popolazione generale, attribuibile a diagnosi tardive e accesso limitato ai trattamenti.

Iniziative globali

  • Rapporto dell’OMS sulla salute dei detenuti: L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha sottolineato l’importanza di programmi di screening e vaccinazione nelle carceri per ridurre le disuguaglianze sanitarie, evidenziando che tali interventi possono migliorare la salute dei detenuti e ridurre i costi per i sistemi sanitari.