Si apre una nuova era per i pazienti affetti da alcune malattie reumatologiche autoimmuni sistemiche (LES, sclerosi sistemica, dermatomiosite/polimiosite, vasculiti ANCA-associate), refrattarie ai trattamenti abituali. Le CAR-T, infatti, fanno il loro ingresso anche nel trattamento delle suddette patologie.
Nei giorni scorsi, al Policlinico Gemelli di Roma è stata trattata con cellule CAR-T una paziente affetta da sclerosi sistemica (sclerodermia). È la prima dei soggetti arruolati nello studio CATARSIS (Anti-CD19 CAR T-Cell TherApy in Refractory Systemic Autoimmune DISeases). Ed è anche la prima paziente adulta con malattia reumatologica a ricevere l’innovativa cura.
CATARSIS è un trial di frontiera, promosso da Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS (FPG) in collaborazione con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Il Principal Investigator è la professoressa Maria Antonietta D’Agostino.
Le CAR-T anti-CD19 utilizzate nello studio sono prodotte presso l’Officina Farmaceutica del Bambino Gesù, il cui coordinatore è il professor Franco Locatelli.
CATARSIS, primo studio accademico di fase I in Italia
Indice dei contenuti
La paziente ha ricevuto le cellule CAR T la vigilia Natale presso l’Unità di Oncoematologia di FPG.
«CATARSIS è il primo studio accademico di fase I in Italia». Così Maria Antonietta D’Agostino. «Lo studio è volto a trattare patologie autoimmuni mediate da B-linfociti con cellule CAR T dirette contro una molecola. Questa è nota come CD19 ed è espressa sulla superficie dei B linfociti. Un traguardo importantissimo per i pazienti affetti da patologie severe. Essi finalmente possono ambire a sconfiggere la loro malattia, grazie al ‘reset’ del sistema immunitario, indotto da tale terapia».
Nel mondo sono stati trattati finora con CAR-T solo una cinquantina di pazienti con malattie reumatologiche, la maggior parte dei quali in Germania.
«Lo studio rappresenta una frontiera. Ma anche un esempio di progetto cooperativo e coordinato, nel quale diversi dipartimenti operanti presso strutture differenti, hanno lavorato insieme per ottenere questo traguardo», conclude D’Agostino.
Malattie autoimmuni, cellule B tra i principali protagonisti
Le cellule B sono tra i principali protagonisti delle malattie autoimmuni e questo fa di loro un target terapeutico ideale.
Il ‘bersaglio’ più efficace, individuato sulla loro superficie, è l’antigene CD-19. Negli anni sono state sviluppate molte terapie (anticorpi monoclonali) dirette contro vari antigeni di superficie delle cellule B (es. il rituximab contro l’antigene CD-20). Ma in alcuni pazienti con malattie autoimmuni reumatologiche queste non funzionano a sufficienza (ad esempio non riescono ad indurre una remissione sostenuta). Ciò espone i pazienti con le forme più gravi, al rischio di grave insufficienza d’organo (es. insufficienza polmonare o renale) e di morte.
Per questo si è pensato di ingegnerizzare le cellule del sistema immunitario del paziente, per armarle contro il CD-19 (CAR-T anti-CD-19). E utilizzarle per trattare le malattie autoimmuni refrattarie ai comuni trattamenti.
Le CAR-T penetrano all’interno di organi e tessuti
Le CAR-T penetrano con maggior efficacia all’interno degli organi e dei tessuti dove si annidano le cellule B ‘ribelli’. Esse sono alla base di malattie auto-immuni sistemiche e potenzialmente letali quali il LES (lupus eritematoso sistemico), la Sclerosi sistemica (SSc). Ed anche la dermatomiosite/polimiosite (DM/PM) e le vasculiti ANCA-associate (AAV).
Il trial partito al Gemelli utilizza come ‘farmaco’ i “CD19-Car_Lenti”. Si tratta di una sospensione di cellule T ingegnerizzate attraverso un vettore virale per trasformarli in un’arma da guerra contro il CD-19 umano.
Obiettivi dello studio CATARSIS sono la valutazione dell’efficacia e della sicurezza della terapia con cellule CAR-T anti-CD-19. Questo in soggetti con malattia autoimmune ‘B-driven’ attiva (LES, sclerosi sistemica, DM/PM e AAV).