I test domiciliari per il cancro del colon rappresentano un passo fondamentale per rendere accessibile lo screening a chi preferisce evitare o non può permettersi una colonscopia.

Tuttavia, un nuovo studio ha rivelato un fatto preoccupante: più di un test su dieci inviati a laboratori per l’analisi sono resi inutilizzabili, principalmente a causa di errori commessi dai pazienti durante la procedura di raccolta e di etichettatura dei campioni

Test immunochimico fecale: una soluzione economica e veloce, ma…

Test domestici di screening per il cancro al colon alternativi alla colonscopia

Per individuare il sangue non visibile a occhio nudo nelle feci senza ricorrere alla classica colonscopia, si può effettuare un test immunochimico fecale (FIT) domestico.

Questa soluzione, economica e agevole, potrebbe infatti segnalare la presenza di un cancro al colon.

Tuttavia, uno studio condotto da Rasmi Nair, professore assistente di sanità pubblica dell’UT Southwestern di Dallas e colleghi, ha evidenziato una problematica legata all’efficacia di tali test domiciliari.

L’analisi di quasi 57.000 campioni FIT, inviati da individui assistiti presso il Parkland Health (ospedale di riferimento dell’UT Southwestern), ha rivelato che oltre il 10% dei campioni non poteva essere elaborato correttamente dal laboratorio.

Secondo il ricercatore, tra le principali cause di inefficienza, il 51% dei fallimenti sono dovuti alla raccolta inadeguata del campione fecale. Altri problemi includono etichettature incomplete (27%), campioni obsoleti (13%) o contenitori danneggiati (8%).

In particolare, l’analisi ha mostrato tassi di fallimento più elevati tra pazienti di sesso maschile, persone di colore, ispanici o beneficiari di Medicaid. Quest’ultimo è un programma federale sanitario degli Stati Uniti che provvede a fornire assistenza sanitaria alle famiglie con basso reddito.

Inutile sottolineare l’importanza di una maggiore attenzione durante le fasi di esecuzione dello screening domestico.

Basta un singolo errore umano per compromettere l’efficacia di uno strumento di screening vitale per la salute dei pazienti.

Ma è sempre colpa di chi esegue il test?

Screening domestici: una questione di comunicazione

Test domestici per la diagnosi del cancro al colon: attenzione alle procedure di raccolta

In realtà, molto spesso i pazienti sono indotti in errore dalle stesse istruzioni relative alle modalità di esecuzione degli esami. Non sono infatti il massimo della chiarezza.

Ma c’è di più. I ricercatori hanno scoperto un dettaglio inquietante: i pazienti che ricevevano il kit per posta anziché da operatori sanitari, erano maggiormente inclini a commettere errori che rendevano inutilizzabile il campione. Insomma, mancherebbe una corretta comunicazione a monte.

Come ovviare al problema?

Un protocollo per rendere il test più accessibile

Secondo gli esperti, è necessario innanzitutto seguire un protocollo rigoroso nella raccolta e nell’etichettatura dei campioni.

I pazienti dunque andrebbero istruiti riguardo alla corretta procedura di prelievo e invio del campione.

In secondo luogo, in caso di campioni non utilizzabili, sarà necessaria una revisione delle procedure di tracciamento e un follow-up tempestivo.

Ovviamente, il protocollo si potrebbe considerare anche per altri test domiciliari.

A rimarcarlo Rasmi Nair: «I nostri risultati potrebbero impattare altri test a domicilio come i test del DNA fecale per lo screening del CRC e futuri test per il papillomavirus umano.

Comprendere le ragioni di un’esecuzione insoddisfacente dei test domiciliari, garantire un ordine automatico di test successivi e un adeguato follow-up diventano sempre più fondamentali».

I risultati delo studi, sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention.

Essi aprono la strada a una riflessione critica sull’importanza dell’educazione, della sorveglianza accurata e del follow-up nell’ambito degli screening a domicilio per la salute pubblica.

L’approccio pedagogico e le procedure di tracciamento più efficienti potrebbero contribuire a ridurre gli errori umani e migliorare l’affidabilità dei test domiciliari, aumentando così l’efficacia degli strumenti di screening per il cancro al colon?

Sicuramente una comunicazione più chiara, semplice e magari, diretta, possono fare molto.

Riferimenti

Po-Hong Liu et al, Test immunochimici fecali insoddisfacenti per lo screening del cancro colorettale: prevalenza, ragioni e test successivi, epidemiologia del cancro, biomarcatori e prevenzione (2023).