Rinuncia alle cure

La sorveglianza Passi d’Argento dell’Istituto superiore di sanità (Iss) ha stimato che la rinuncia alle cure tra gli ultra sessantacinquenni italiani è un problema significativo. Richiede, pertanto, la dovuta attenzione. Il fenomeno si è accentuato durante la pandemia di COVID-19 e nel biennio 2021-2022 coinvolgendo oltre 3 milioni di anziani.

Nel biennio 2021-2022, il 24% degli ultra 65enni degli intervistati dalla sorveglianza ha rinunciato almeno a una visita medica o a un esame diagnostico. Prestazioni di cui avrebbe avuto bisogno. La rinuncia alle cure, tuttavia, si aggrava nelle fasce sociali svantaggiate. Raggiunge il 37% tra coloro che riferiscono di avere molte difficoltà ad arrivare alla fine mese con le risorse di cui dispongono. Il problema coinvolge anche le persone affette da patologie croniche. Tra i rinunciatari, alcuni sono stati costretti a non curarsi per problemi economici, altri per timore del contagio da Sarsv-Cov-2. Altri ancora per le liste di attesa.

Salvare il Servizio Sanitario Nazionale, una sfida per tutti

Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) nei suoi primi 45 anni di vita ha garantito le migliori cure possibili alla popolazione con equità e qualità. Perché possa continuare a farlo, è necessario uno sforzo collettivo per fare una buona pianificazione in grado di superare i problemi emersi in questi anni.

In particolare la rinuncia alle cure, che «negli anziani rappresenta una sfida cruciale per il Servizio Sanitario Nazionale», afferma Rocco Bellantone, Commissario Straordinario dell’Iss. «Oltre 3 milioni di italiani over 65 dichiarano di non aver eseguito test o terapie importanti per la loro salute. In più di un terzo dei casi, il motivo della rinuncia è dovuta alle liste d’attesa troppo lunghe. O per problemi di tipo organizzativo, come la sede troppo lontana. Anche i fattori socioeconomici vanno tenuti in considerazione, visto che la sorveglianza ha registrato percentuali di rinuncia più alte tra chi ha difficoltà finanziarie».

Sorveglianza Passi d’Argento: potenziare reti assistenziali

I dati della sorveglianza Passi d’Argento mettono in luce la necessità di comprendere le sfide che il progressivo invecchiamento della popolazione impone al sistema sanitario. Una delle idee è di spingere, insieme a società scientifiche e ad altre istituzioni, sulle buone pratiche e sulle linee guida.

Fondamentale sarebbe creare degli strumenti che permettano di implementare l’efficienza della rete di assistenza, sia essa ospedaliera che territoriale. E ridurre, così, i fenomeni come le liste d’attesa che allontanano i pazienti dalle cure di cui hanno bisogno. È importante tutelare il diritto e l’accesso alla prevenzione e alla cura di tutti. Ma ancor di più delle persone che avanzano con l’età, per le quali la tempestività è fondamentale per mantenere il benessere fisico e mentale. Tempestività che aiuta a prevenire l’aggravarsi delle condizioni di salute.

Rinuncia alle cure: aiutare le categorie deboli

Le motivazioni della rinuncia alle cure dal 2020 al 2022 fanno emergere le difficoltà del SSN a rispondere alla domanda di salute dei cittadini. In particolare delle persone anziane, che a causa delle liste di attesa lunghe e delle difficoltà di accesso ai servizi rinunciano a curarsi. Ecco perché lo sviluppo di servizi sociali e sanitari accessibili alle persone anziane è decisivo per rispondere ai loro bisogni e diritti. Specialmente nell’ottica della prevenzione di patologie, fragilità e disabilità.

Per raggiungere questi obiettivi, è necessario qualificare la rete dei servizi alla persona. Potenziando anche l’integrazione tra cure primarie, settore sociale e sanitario.