terapia del dolore

Le nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale, la realtà virtuale e la telemedicina possono migliorare la terapia del dolore. È quanto è emerso nel corso del 77esimo Congresso nazionale della Società italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva –Siaarti Icare 2023.

«La medicina del dolore utilizza queste nuove tecnologie per migliorare l’assistenza ai pazienti affetti da dolore cronico di origine oncologica o meno», ha spiegato Alessia Violini, responsabile dell’Area culturale Siaarti Medicina del Dolore e Cure palliative. Ha aggiunto: «Inoltre, le usiamo anche per raggiungere quei livelli di percezione del sintomo sui quali finora avevamo poche possibilità da giocare».

Terapia del dolore, necessario aggiornarsi

«Nei centri di terapia del dolore, inseriti nelle Reti regionali e provinciali, lavorano specialisti con competenze cliniche sulla diagnosi e sul trattamento del dolore», ha spiegato Alessia Violini. «Queste competenze richiedono un continuo aggiornamento, dato che la disciplina della medicina del dolore è in continua evoluzione anche grazie ad innovazioni tecnologiche sempre più sofisticate e promettenti».

La competenza clinica e il percorso formativo dello specialista in terapia del dolore devono, dunque, essere definiti con sempre maggiore attenzione. «Si tratta di un mondo in rapida evoluzione, che richiede competenze elevate e un supporto organizzativo adeguato a soddisfare al meglio i bisogni dei pazienti che soffrono», ha ribadito Alessia Violini.

Ha aggiunto: «È necessario definire un percorso formativo per specialisti in terapia del dolore. Questo percorso deve essere distinto dalla scuola di specializzazione in Cure Palliative recentemente attivata. Inoltre, dovrebbe essere istituito e mantenuto sia a livello universitario e sia a livello clinico. Dalla diagnosi, alla terapia farmacologica, alle tecniche mininvasive: il percorso formativo è lungo e sfidante».

Terapia del dolore, il caso del “mal di schiena”

Al Congresso ICARE 2023 non si è discusso solo di innovazione tecnologica. Gli esperti si sono confrontati sugli aggiornamenti scientifici, sulla pratica clinica, sulla qualità e accessibilità dei servizi sanitari.

«Una delle patologie dolorose che più spesso riscontriamo nella nostra vita è certamente il dolore lombare. Il classico “mal di schiena”, un dolore di origine muscolo-scheletrica che spesso si trascina nel tempo a causa di una diagnosi tardiva o talvolta mancata», ha spiegato Violini.

«Il medico anestesista-rianimatore specialista in terapia del dolore può studiare e individuare l’origine della patologia dolorosa. Quindi, applicare il trattamento più appropriato per garantire un rapido sollievo dal dolore. Le tecniche interventistiche di neuromodulazione e neurostimolazione ci stanno offrendo possibilità terapeutiche non farmacologiche. Vediamo aprirsi modalità di cura in casi che fino a poco tempo fa consideravamo “off limits”».

Anche la telemedicina ha un ruolo importante

In Italia sono 13 milioni le persone che cercano sollievo nella terapia del dolore. Tra le tematiche trattate, anche uno spazio dedicato alle Reti di terapia del dolore. Nate per migliorare la qualità della vita delle persone che soffrono di dolore cronico o acuto, rappresentano un’aggregazione funzionale e integrata delle attività terapeutiche erogate nei diversi setting assistenziali.

Gli studiosi hanno anche discusso di organizzazione, criticità e maggiore integrazione delle tecnologie digitali, come la telemedicina. Senza dimenticare di analizzare il dolore cronico come fenomeno bio-psico-sociale.