tabacco

Aumentano i fumatori di tabacco. Segna infatti due punti percentuali l’incremento dal 2019 a oggi: sono 12 milioni, il 24,2% della popolazione, “una percentuale che non era stata mai più registrata dal 2006” – ha sottolinea il Ministero della Salute. Si tratta di un italiano su quattro.

L’aumento dei fumatori rilevato dal report è un segnale che desta preoccupazione – afferma il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferroe rispetto al quale è importante attivare azioni di prevenzione a partire dai più giovani per garantire una vita più lunga, con meno disabilità e qualitativamente migliore per noi e per chi ci vive accanto”.

L’ultima rilevazione è pre-pandemica e, secondo l’ISS, i principali indiziati per il peggioramento del dato sono i nuovi prodotti del tabacco e di nicotina. A spiegare il loro ruolo nelle abitudini di consumo è Roberta Pacifici, responsabile del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’ISS. “I nuovi prodotti del tabacco e le e.cig si sono aggiunti al consumo delle sigarette tradizionali e i loro utilizzatori infatti sono quasi esclusivamente consumatori duali. La falsa percezione di consumare prodotti meno o addirittura non nocivi per la salute e il sentirsi autorizzati ad utilizzarli in ogni luogo, in deroga alla legge Sirchia, stanno certamente incidendo sull’aumento del loro consumo“.

Consumatore duale è chi fuma sia la sigaretta classica che quella elettronica; lo è l’81,9% dei fumatori. Gli utilizzatori di e-cig sono invece un milione e 200mila persone (2,4% della popolazione italiana). I fumatori di sigarette a tabacco riscaldato (HTP) sono invece un milione e 700mila persone (3,3%); il loro numero risulta triplicato rispetto al 2019.

La fascia di età 25-34 anni è quella che conta il maggior numero di fumatori (25.7%). In particolare il 31.5% degli uomini e il 21% delle donne (Fonte: Istat).

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La tabella elaborata dall’Istituto superiore di sanità

Il tabacco fa ammalare e, alla fine, uccide

Il tabacco è un problema che ha un importante impatto sulla salute. Lo sottolinea l’Organizzazione mondiale della sanità. “Il tabacco uccide oltre 8 milioni di persone ogni anno e distrugge il nostro ambiente, danneggiando ulteriormente la salute umana, attraverso la coltivazione, la produzione, la distribuzione, il consumo e i rifiuti post-consumo“. Il fumo è responsabile del 90% dei tumori al polmone; di 93.000 è la stima delle vittime per patologie legate al fumo.

La chiave per ridurre il consumo di tabacco è duplice secondo l’OMS: informare sui danni che provoca ed offrire supporto professionale per smettere. Infatti, sottolinea, “quando i consumatori vengono a conoscenza dei pericoli del tabacco, la maggior parte vuole smettere. Tuttavia, la nicotina crea una forte dipendenza e solo il 4% degli utenti che tentano di smettere di fumare avrà successo. Il supporto professionale e i farmaci comprovati per la cessazione possono più che raddoppiare le possibilità di un consumatore di tabacco di smettere di fumare“.

In Italia ci sono i centri antifumo che fanno questo genere di lavoro. Tuttavia, come è stato rilevato dall’ISS, a fronte di un aumento di fumatori, il loro numero è diminuito. Ad oggi infatti ci sono 223 servizi attivi, mentre erano 268 nel 2021 e 292 nel 2019. Inoltre la loro distribuzione non è omogena sul territorio nazionale: il 61% è al Nord Italia, mentre solo il 17% al Centro e il 22% tra Sud e isole.

L’impatto ambientale dell’industria di settore

I nuovi dati vengono presentati oggi, 31 maggio, in occasione della Giornata mondiale senza tabacco istituita dall’OMS e che come tema per il 2022 pone la questione ambientale collegata a quella di salute. Sono infatti 600 milioni gli alberi abbattuti e 22 miliardi le tonnellate d’acqua usati per produrre le sigarette; 84 milioni invece le tonnellate di CO2 rilasciate in atmosfera. Questo l’impatto dell’industria del tabacco a livello globale.

Ogni sigaretta fumata o prodotto del tabacco utilizzato – rileva l’OMS – spreca risorse preziose da cui dipende la nostra esistenza. Il fumo di tabacco contribuisce a livelli più elevati di inquinamento atmosferico e contiene tre tipi di gas serra“. Smettere di fumare aiuta la salute e il pianeta.

Importante anche l’azione dei governi. Dovrebbero aiutare i coltivatori di tabacco a passare a colture sostenibili ed a passare a mezzi di sussistenza alternativi; inoltre non dovrebbero lasciarsi “ingannare dal tentativo dell’industria del tabacco di cercare di distrarre dai suoi danni ambientali facendo il greenwashing”, che può avvenire attraverso donazioni, iniziative di sostenibilità come la pulizia delle spiagge e la commercializzazione di nuovi prodotti ecologici; oppure lanciando report ambientali come strategia di responsabilità sociale d’impresa.