fumare

Smettere di fumare: una rivoluzione nello stile di vita per molti, che necessita spesso di un supporto specializzato, a seconda di quanto si è dipendenti dalla nicotina. Da qualche giorno è online un ulteriore strumento, messo a disposizione dall’Istituto superiore di Sanità. Si tratta di “Smetto di Fumare!“, un portale dedicato con una guida da scaricare e leggere, e con strumenti personalizzabili in grado di fornire “consigli e strategie utili per abbandonare la sigaretta e superare i momenti critici“. Esiste anche un Telefono Verde contro il Fumo 800 554 088, servizio anonimo e gratuito attivo dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 16.

Ogni anno nel mondo muoiono circa 8 milioni di persone a causa del consumo di tabacco. La stima è dell’Organizzazione mondiale della sanità; 700mila avvengono in Europa e 93mila in Italia (20% uomini, 7,9% donne). Si tratta soprattutto di morti premature, con una perdita media di 14 anni di vita per ogni fumatore. Il 27% dei tumori è causata dal fumo ed esso è la causa principale di cancro prevenibile.

L’Istat ha stimato che nel 2020 in Italia i fumatori erano circa 10 milioni. La popolazione considerata è dai 14 anni in su. L’identikit del fumatore medio è: uomo, tra i 25 e i 34 anni. Nelle fasce più giovani invece la prevalenza è nelle ragazze. Nel 2018 uno studente su cinque tra i 13 e i 15 anni, ha dichiarato di aver fumato più di una sigaretta nell’ultimo mese.

Smettere di fumare fa bene alla salute

Il fumo di sigaretta è una dipendenza a tutti gli effetti e “smettere di fumare è un investimento di salute cui non si può rinunciare, perché consente di ridurre il rischio di sviluppare molte condizioni patologiche“. Lo mette nero su bianco il Ministero della Salute. “Smettere di fumare da soli – aggiunge – è possibile, ma con il supporto del proprio medico o di specialisti della disassuefazione le probabilità di successo aumentano notevolmente. I più recenti dati ISTAT indicano che il 90% degli ex fumatori ha smesso senza bisogno di aiuto, ma provando in media 6 volte“.

Il Ministero ha stilato un elenco molto efficace con i vantaggi, in termini di salute e in relazione al tempo, per chi smette di fumare.

Frequenza cardiaca e pressione si riducono entro 20 minuti; entro 12 ore diminuisce anche il livello di monossido di carbonio nel sangue e si attesta su valori normali. In 12 settimane migliorano le funzioni polmonari e la circolazione sanguigna. Entro 9 mesi diminuiscono tosse e respiro corto. In un anno si dimezza il rischio di infarto rispetto rispetto a quello di un fumatore ed entro i 15 diventa uguale; entro i 5 anni a diventare uguale è invece il rischio di ictus. Il rischio di tumore ai polmoni diminuisce entro 10 anni e si riduce anche quello di tumori a bocca, gola, esofago, vescica, cervice uterina e pancreas.

Smettere di fumare aumenta anche l’aspettativa di vita. Prima si smette, meglio è. A 30 anni si guadagna fino a un decennio; si scende a 9 anni se si smette a 40; a 6 se si smette a 50 ed a 3 se si butta la sigaretta a 60 anni. E smettere protegge anche le persone vicine, soprattutto i bambini. Sono moltissimi, infatti, anche i danni del fumo passivo.

Come smettere di fumare? Sintomi astinenza e supporto

Il momento più difficile dell’astinenza dal fumo sono le prime 24 ore senza fumo. I primi 4 giorni sono quelli che possono presentare i sintomi più intensi, che si attenueranno via via nel corso del primo mese.

I sintomi dell’astinenza da fumo sono:

  • desiderio impellente di fumare
  • sensazione di malessere
  • debolezza, affaticabilità
  • mal di testa, tosse, sintomi simil-influenzali
  • irritabilità, irrequietezza, nervosismo
  • disturbi del sonno, insonnia, sonnolenza
  • difficoltà di concentrazione
  • depressione, ansia, sbalzi d’umore
  • aumento dell’appetito

Il desiderio di fumare dura pochi minuti e può essere calmato attuando strategie di distrazione: bere un bicchiere d’acqua, passeggiare, parlare con qualcuno, mangiare una gomma o una caramella. Senza zucchero: dettaglio importante perché la nicotina ha effetti anoressizzanti e quindi smettere di fumare può provocare un aumento di 2-3 kg. Se non si vuole andare incontro a questo effetto, è consigliato modificare la propria dieta: ridurre la quantità di cibo per pasto e gli alcolici, preferire cibi più leggeri, aumentando frutta e verdura e il consumo di acqua. Importante anche fare attività fisica. Sono norme generali per uno stile di vita sano e di prevenzione per molte malattie, ma che sono molto utili anche quando si smette di fumare.

Si possono verificare ricadute. In questo caso è bene non scoraggiarsi e pensare che fanno parte del percorso verso il cambiamento. Quando si necessiti di ulteriore supporto, è bene sapere che è possibile avvalersi dell’aiuto del medico con specifiche terapie farmacologiche; si somministrano sostitutivi della Nicotina (NRT) come il Bupropione, la Vareniclina e la Citisina per favorire la disassuefazione. Disponibile anche il sostegno psicologico. Per tutte ulteriori informazioni sono disponibili i Centri Antifumo, dislocati su tutto il territorio nazionale.

La questione ambientale e sociale, cosa dice l’OMS

Nel 2022 il tema della Giornata mondiale senza tabacco (31 maggio) sarà: “Il tabacco: una minaccia per il nostro ambiente”. La campagna lanciata dall’OMS vuole sensibilizzare il pubblico e i governi sull’impatto ambientale che ha il tabacco: dalla coltivazione alla produzione, dalla distribuzione ai rifiuti.

L’industria del tabacco contribuisce alla deforestazione (3,5 milioni di ettari), soprattutto nei paesi in via di sviluppo (90%) e dà un “contributo annuo di gas serra di 84 megatoni equivalenti di anidride carbonica“. E non è sostenibile nemmeno dal punto di vista sociale: “Il tabacco ha un impatto immensamente disomogeneo su diversi gruppi socioeconomici. Nei paesi a basso e medio reddito, molti agricoltori e funzionari governativi vedono il tabacco come un raccolto redditizio che può generare crescita economica, tuttavia, i benefici economici a breve termine del raccolto sono compensati dalle conseguenze a lungo termine di una maggiore insicurezza alimentare, frequenti debiti degli agricoltori coinvolti, malattie e povertà tra i lavoratori agricoli e danni ambientali diffusi nei paesi a basso e medio reddito“.

“Ogni sigaretta che fumi, stai letteralmente bruciando risorse dove sono già scarse, bruciando risorse da cui dipende la nostra stessa esistenza” – spiega il dottor Ruediger Krech, direttore del Dipartimento per la promozione della salute dell’OMS.

La riduzione del consumo di tabacco deve essere identificata come una leva fondamentale per il raggiungimento di tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile, non solo quelli direttamente correlati alla salute” – scrive l’OMS.