La spina bifida, una delle anomalie strutturali più comuni del sistema nervoso umano, al centro di una nuova ricerca condotta dalla University of California San Diego School of Medicine. Lo studio rivela un collegamento tra la spina bifida e una microdelezione cromosomica comune negli esseri umani

La spina bifida: conosciamo la malformazione

Spina bifida: una malformazione congenita in cui la colonna vertebrale non si chiude completamente

La spina bifida, nota anche come meningomielocele, è una malformazione congenita del sistema nervoso centrale in cui la colonna vertebrale del feto non si chiude completamente durante lo sviluppo embrionale. Questo difetto può verificarsi in diverse parti della colonna vertebrale, ma è più comune nella parte inferiore della schiena.

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è una delle anomalie congenite più comuni al mondo, con una stima di circa 1 su 1000 nati vivi affetti dalla malattia.

Le conseguenze della malformazione possono variare da lievi a gravi, a seconda della gravità del difetto. Le forme più gravi possono causare disabilità motorie, problemi di controllo della vescica e dell’intestino, problemi di sviluppo cognitivo e altri disturbi neurologici. Altri sintomi possono includere idrocefalia (accumulo di liquido cerebrospinale nel cranio), malformazioni renali, e problemi ortopedici come piedi torti.

Trattamento standard 

Attualmente non esiste una cura completa, ma il trattamento mira a gestire i sintomi e prevenire complicazioni. Questo può includere interventi chirurgici per chiudere la spina bifida, trattamenti per l’idrocefalia, terapie fisiche e occupazionali, apparecchi ortopedici e farmaci per gestire sintomi come dolore e incontinenza.

Fortunatamente, con il giusto supporto e trattamento, molte persone possono raggiungere risultati significativi e condurre una vita indipendente e produttiva.

Uno studio sulle cause della malformazione

Ad oggi, le cause esatte della malformazione non sono completamente comprese. Tra i fattori di rischio noti ci sono carenze di acido folico durante la gravidanza, storia familiare, esposizione a determinati farmaci durante la gravidanza e alcune condizioni mediche della madre come obesità e diabete.

Tuttavia, un recente studio condotto da Keng Ioi Vong e Sangmoon Lee, sotto la supervisione di Joseph G. Gleeson, ha portato a importanti scoperte riguardo alle cause genetiche della spina bifida. Sebbene siano state identificate alcune mutazioni genetiche, queste spiegano solo una piccola parte del rischio associato alla malattia.

Per indagare più a fondo, il laboratorio di Gleeson dell’Università della California San Diego ha collaborato con colleghi di tutto il mondo per istituire lo Spina Bifida Sequencing Consortium nel 2015. Concentrandosi su una microdelezione nel cromosoma 22, nota come 22q11.2del, precedentemente associata ad altri disturbi, il team ha analizzato la presenza di questa delezione nei pazienti affetti da spina bifida. «Tutti i pazienti che abbiamo reclutato hanno la forma più grave di spina bifida e tutti sono stati sottoposti a un sequenziamento genomico completo delle migliori pratiche». «Abbiamo identificato 22q11.2del in 6 pazienti su 715. Questa potrebbe non sembrare una percentuale elevata, ma questa è di gran lunga la singola variazione genetica più comune che potrebbe contribuire alla spina bifida».

Inoltre, il gruppo ha identificato altri otto pazienti con spina bifida che hanno portato la delezione da una coorte di circa 1.500 individui reclutati a causa della presenza della delezione comune 22q11.2.

Il ruolo del gene CRKL sulla spina bifida

I ricercatori hanno identificato il gene CRKL come causa principale della spina bifida all’interno della delezione 22q11.2. Inizialmente, consideravano altri nove geni come potenziali cause, ma un fortuito avvistamento di topi privi del gene CRKL ha cambiato il corso della ricerca. Dolores Lamb, del Weil Cornell College of Medicine ha segnalato che alcuni topi nel vivarium mancavano del gene CRKL e mostravano la spina bifida. Attraverso esperimenti su roditori cui è stato rimosso il gene CRKL, i ricercatori hanno confermato che la sua assenza è sufficiente per causare difetti del tubo neurale, tra cui la spina bifida. Questa scoperta ha escluso la maggior parte degli altri geni nella delezione 22q11.2 come possibili cause della malattia.

Acido folico: un approccio alla riduzione del rischio

Lo studio conferma l’importanza dell’acido folico assunto in gravidanza

I ricercatori si sono concentrati poi sull’effetto dell‘acido folico nella modulazione della spina bifida mediata dal gene CRKL. Studi precedenti suggerivano che l’assunzione di acido folico prima del concepimento potesse ridurre l’incidenza, ma i meccanismi coinvolti erano ancora poco chiari. Attraverso esperimenti su topi femmine prive del gene CRKL e sottoposte a una dieta priva di acido folico, i ricercatori hanno osservato un aumento significativo nella gravità e nell’incidenza dei difetti del tubo neurale nella loro prole. Insomma, il risultato conferma che l’acido folico assunto durante la gravidanza potrebbe non solo ridurre il rischio di malformazione, ma anche la sua gravità. La ricerca contribuire a promuovere gravidanze più sane e a migliorare i risultati per i bambini.

Fonte

Keng Ioi Vong et al. “Risk of meningomyelocele mediated by common 22q11.2 deletion”. Science (2024).