Solvay

Solvay di Rosignano Marittimo: prorogata autorizzazione ambientale. Indagato dalla Procura di Roma l’ex ministro della Transizione ecologia e attuale amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani. L’accusa: abuso di ufficio.

Le indagini fanno riferimento all’autorizzazione integrata ambientale, concessa il 20 gennaio 2022 allo stabilimento chimico della multinazionale belga Solvay a Rosignano Marittimo. La precedente autorizzazione sarebbe scaduta nel 2027, ma venne rinnovata da Cingolani fino al 2034.

Dunque, nella sua veste di ministro, Cingolani avrebbe prorogato prima della scadenza dei cinque anni le autorizzazioni ambientali alla Solvay. Tutto questo nonostante le segnalazioni da parte di associazioni ambientaliste e civiche sugli sversamenti a mare da parte della multinazionale.

Solvay, le denunce di Bivona e Lannuti

L’inchiesta prende spunto da una serie di denunce nei confronti della Solvey sporte alla Procura di Roma da Giuseppe Bivona, azionista della società di consulenza Bluebell Partners e dall’ex senatore M5S Elio Lannuti. La multinazionale belga, per via dello sversamento a mare dei residui della lavorazione della soda, era accusata di mettere a rischio l’ambiente.

La Procura di Roma ha contestualmente chiesto l’archiviazione. Per l’ex ministro Cingolani, l’atto prevede la facoltà di presentare memorie o di chiedere di essere ascoltato, al colleggio per i reati ministeriali del Tribunale di Roma.

Le denunce dell’Osservatorio Nazionale Amianto

Nel corso del tempo l’Osservatorio Nazionale Amianto ha più volte evidenziato i gravi danni procurati dallo sversamento di ammoniaca e dalla presenza di sostanze inquinanti. La morte dei pesci ne era una prova tangibile. Così come il colore quasi bianco che contraddistingue quel tratto di mare è una visibile ferita inferta dagli interessi della multinazionale belga.

Solvay, primo episodio di inquinamento

Il primo episodio di inquinamento delle acque di Rosignano è datato 1 agosto 2007. L’Ona ne ha parlato sei anni fa. Ecco il documento ARPAT:

Il giorno 19 giugno 2007 alle ore 8:50 nell’insediamento industriale di Rosignano Solvay si è verificato un totale black-out elettrico che ha provocato la fermata di tutte le unità produttive dello stabilimento Solvay e delle altre ditte dell’insediamento industriale.

La situazione accidentale si è evidenziata soprattutto con una fuoriuscita di ammoniaca dall’unità produttiva “sodiera” e con un suo deflusso nello scarico al riavvio delle unità di produzione; oltre a questo si sono verificate emissioni di fumo dalla torcia dell’impianto di stoccaggio etilene e dalla torcia dell’impianto di produzione Polietilene.

Dagli esiti analitici delle concentrazioni di ammoniaca nelle acque superficiali marine della costa di Rosignano e nello scarico Solvay è emerso che: nello scarico Solvay, nel campione medio di 24 fra il giorno 19 ed il giorno 20, è stato misurato il valore più alto di ammoniaca pari a 48,4 mg/L (valore limite D.Lgs. 152/06 15 mg/L).

Nei giorni successivi le concentrazioni di ammoniaca sono andate diminuendo e, ad esempio, nello stesso p.c. 89, il giorno 25.06.2007 sono stati misurati 0,24 mg/L. Tali dati messi in relazione al quantitativo trovato nel campione composito sulle 24 ore hanno permesso di ottenere una stima del quantitativo di ammoniaca fuoriuscito in seguito al black-out, e comunque nelle 24 ore successive, pari a 11,7 tonnellate ca.

Si ricorda che con un limite di 15 mg/L, con la stessa portata media la Soc. Solvay avrebbe potuto scaricare, come valore massimo, 3,67 tonnellate di ammoniaca ca.”