Per proteggersi meglio dai raggi Uv del sole ai quali si è esposti durante il giorno, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato una applicazione. Il suo nome è SunSmart Global UV ed è disponibile gratuitamente sia nello store Apple che in quello Google.
L’app è stata lanciata il 21 giugno, giorno del solstizio d’estate, ed è stata realizzata con la collaborazione della World Meteorological Organization, dello United Nations Environment Programme e dell’International Labour Organization. La funzione e lo scopo dell’app sono di indicare il livello dei raggi Uv e di indicare agli utilizzatori le misure da adottare, quando ci si espone al sole, per proteggersi.
Il livello di rischio da radiazione solare ultravioletta nell’app è espresso in una scala da 1 (o “Basso”) a 11 e superiore (o “Estremo”). Ad essere utilizzati per le valutazioni, i dati delle stazioni di misurazione meteorologiche e UV a livello nazionale.
Raggi Uv, la maggiore causa di cancro della pelle
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“Le prove dimostrano che la sovraesposizione ai raggi UV è la principale causa di cancro della pelle. Quindi è fondamentale che le persone sappiano quando e come proteggersi“, ha affermato Maria Neira, direttrice del dipartimento per l’Ambiente, i cambiamenti climatici e la salute dell’Oms. “Incoraggiamo tutti a utilizzare l’applicazione per proteggere se stessi e i propri figli e per farne un’abitudine quotidiana“.
I raggi Uv provengono dal sole, ma anche da fonti artificiali nel settore industriale, commerciale o del tempo libero, come ad esempio le lampade abbronzanti. I principali danni da raggi UV riguardano malattie come il melanoma cutaneo; il carcinoma squamoso della pelle; carcinoma basocellulare (basalioma); il carcinoma squamoso della cornea o della congiuntiva; la cheratosi; la cataratta corticale (degenerazione del cristallino); il pterigio (inspessimento della congiuntiva); la riattivazione dell’herpes labiale, per via dell’immunosoppressione che può indurre l’eccesso di raggi UV.
Proteggere la pelle è importante per grandi e piccini
L’esposizione alla luce del sole non è sempre nociva, perché ad esempio aiuta l’organismo nella produzione della vitamina D. “La produzione di vitamina D – sottolinea l’OMS – aiuta a prevenire lo sviluppo di malattie ossee come rachitismo, osteomalacia e osteoporosi. Ma troppo sole può essere pericoloso e persino mortale. I mesi estivi nascondono un vero pericolo“. Si stima che nel 2020 i casi di cancro della pelle siano stati oltre un milione e mezzo; 120mila i decessi. Si tratta di malattie prevenibili.
La protezione della pelle è importante per tutti: sia per gli adulti che per i bambini. Come forma di prevenzione contro il rischio di malattie e di malori, è bene ricordarsi di mettere in pratica alcune raccomandazioni.
Durante le ore più calde della giornata (tra le 10 e le 14) bisogna limitare l’esposizione alla luce del sole, restando all’ombra, ma con la consapevolezza che quando si è all’aperto non si è comunque completamente protetti anche se si è sotto alberi, ombrelli e tettoie; è anche una buona prassi indossare vestiti e un cappello largo per proteggere occhi, orecchie, viso e nuca; utile anche indossare occhiali da sole ad alta protezione.
Quando si è in spiaggia o all’aperto, è anche bene spalmare la crema solare almeno ogni due ore se si utilizza una protezione bassa (+15). Per quanto riguarda le pelli più delicate, quindi quelle particolarmente chiare, oppure per anziani e bambini, è sempre bene utilizzare una protezione molto alta (50+).
Raggi UV e ozono, collegamento con la tutela dell’ambiente
In estate e nei mesi di bella stagione, come forma di prevenzione, è necessario osservare le (poche, ma buone) precauzioni indicate; non solo per la pelle ma anche contro il caldo. La concentrazione di raggi Uv in questi periodi infatti è massima.
Essa deriva dall’assottigliamento dello strato di ozono, che svolge una funzione protettiva; la causa sta nell’inquinamento atmosferico derivante da emissioni nocive artificiali.
Sono in atto politiche internazionali per cercare di migliorare la situazione: si stima che grazie al protocollo di Montreal ed alla riduzione di emissioni nocive si possa tornare ad un livello accettabile di ozono entro la metà del secolo.