La quarta dose vaccino, che è destinata agli ultraottantenni e ai soggetti fragili, stenta a decollare. Il via libera è arrivato solo poche settimane fa; ma un po’ l’andamento dei contagi, un po’ l’avvicinarsi della stagione calda, sembrano lasciare da parte il cosiddetto secondo booster.
“I medici registrano difficoltà nella somministrazione della quarta dose” – ha affermato Filippo Anelli, presidente della FNOMCeO (Federazione nazionale degli Ordini dei Medici). “Questo è legato – ha spiegato ancora – a un finalmente sensibile miglioramento dei dati epidemiologici che lasciano intravedere una riduzione netta e significativa, nel giro di qualche settimana, dei numeri della pandemia.
Ora che lo stato di emergenza è terminato, l’appello è che torni centrale la figura del medico anche nel campo delle vaccinazioni.
“Superata la fase emergenziale – ha proseguito Anelli – quando avevamo bisogno che tutti i professionisti sanitari collaborassero e dessero una disponibilità per fare la vaccinazione, abbiamo ora la necessità che si torni a una normale erogazione di questi servizi, rispettando le competenze. Mi sembra giusto che, a fronte dei tanti dubbi che i cittadini sollevano, torni il medico ad essere il punto di riferimento“.
La prescrizione è infatti “una diretta, specifica, esclusiva e non delegabile competenza del medico” che “impegna la sua autonomia e responsabilità” e che “deve far seguito a una diagnosi circostanziata o a un fondato sospetto diagnostico”.
Quarta dose vaccino anticovid, i numeri in Italia
La quarta dose vaccino in Italia, il cosiddetto secondo booster, è riservata esclusivamente alle persone di età maggiore di 80 anni e a determinate categorie di pazienti immunocompromessi. Ad essere somministrato, a 4 mesi di distanza dalla terza dose, è uno tra i due vaccini a mRna (Pfizer o Moderna).
A fronte di una potenziale platea di quasi 900mila persone, le dosi somministrate finora sono state 670.450 (1,13% della popolazione totale). Sul podio per numero di somministrazioni ci sono il Piemonte, la Lombardia e L’Emilia Romagna; agli ultimi posti della classifica troviamo invece le province autonome di Trento e Bolzano, e le regioni Basilicata e Molise; con la Valle d’Aosta a fare da fanalino di coda della classifica generale.