psoriasi

Non c’è cosa che aiuti chi soffre di psoriasi come il parlarne, confrontarsi e condividere i propri timori. Infatti, socializzare fa sempre bene a tutti. Ma aiuta ancora di più se si è affetti da una malattia che “si vede”. Come, appunto, la psoriasi.

Questa patologia infiammatoria della pelle non è contagiosa, ma è cronica, recidiva, multifattoriale, autoimmune e genetica. Incide in maniera importante sulla vita di chi ne soffre portando con sé una serie di comorbilità: quelle immuno-correlate, cardiovascolari o croniche. Oppure quelle metaboliche. Ma la psoriasi può anche causare disagio psicologico, depressione e isolamento, visto che si manifesta anche sul viso, sulle mani, sulle parti intime.

Confrontarsi aiuta a vivere meglio con sé e con gli altri

Un sondaggio realizzato dall’Associazione psoriasici italiani amici della Fondazione Corazza (Apiafco) ha dimostrato che poter parlare con qualcuno dei propri timori e confrontarsi sulle terapie aiuta i pazienti ad avere migliori relazioni con il partner, i colleghi, gli amici e i familiari.

Alla ricerca hanno partecipato 369 iscritti da tutta Italia, dagli 11 agli 87 anni. Dalle risposte emerge la conferma che il dialogo, il confronto e l’ascolto influenzano positivamente le relazioni.

La psoriasi incide sulla vita quotidiana

Il 64,2% degli intervistati ha rimarcato che la malattia incide sul quotidiano. Per il 47,9% lo fa in maniera importante, mentre per il 33% in modo assoluto. In questo ultimo caso la psoriasi provoca isolamento dovuto a stress, ansia e disagio psicologico.

Il 73,5% ha dichiarato che la psoriasi ha cambiato in peggio il rapporto con il proprio corpo. Per il 59,4% è un problema per la propria realizzazione personale. Per il 55,7% è un ostacolo alla sessualità. Non solo: è un fattore che limita o impedisce la pratica sportiva (58%) e un moltiplicatore di complessità nella progettazione di viaggi e vacanze (62,3%).

Difficile progettare il proprio futuro

La presidente di Apiafco, Valeria Corazza, parlando con l’agenzia Dire ha spiegato che il dato che preoccupa maggiormente è la risposta degli intervistati sulla progettazione del futuro. Per il 72,1% è causa di forte ansia e preoccupazione. Infatti, per una persona con psoriasi «può essere difficile anche fare programmi banali, come comprare una maglietta a maniche corte in vista dell’estate».

Quanto ai rapporti interpersonali, per il 26,8% del campione la malattia pesa sulle relazioni con i familiari e porta tristezza (26,8%). Per il 68,1%, però, prevale l’aspetto della condivisione. E se per il 26,5% la psoriasi incide sulle amicizie e sul senso di insicurezza, il 41,1% accetta la malattia e la vede come una sorta di «compagna di vita alla quale ci si è abituati».

Psoriasi, un problema anche sul posto di lavoro

La psoriasi crea problemi anche sul lavoro. Il 33,1% degli intervistati ha dichiarato che prova disagio. Il 53%, invece, propende per l’accettazione. Per il 9,3% la malattia è «uno stimolo a fare sempre meglio» nella propria occupazione.

«Chi ha accettato la malattia, chi ne parla e condivide anche gli aspetti negativi – dice Corazza – ha rapporti più facili e migliorati, perché così viene demolito il senso di insicurezza. Parlare aiuta a non sentirsi isolati, a non far pesare gli sguardi spiacevoli di chi non conosce la malattia e magari pensa che sia contagiosa».