Ozanimod è la nuova terapia orale in grado di prevenire l’atrofia celebrale, una delle conseguenze più nefaste della sclerosi multipla. Il farmaco ha dimostrato un vantaggio del 30% nel ridurre la perdita di volume celebrale rispetto all’interferone Beta 1a. In questo modo, è possibile limitare un danno d’organo irreversibile e limitare la disabilità.
«Il farmaco è indicato per il trattamento della sclerosi multipla recidivante-remittente in fase attiva, che rappresenta circa l’85% di tutti i casi». È quanto afferma Roberta Lanzillo, professoressa associata presso il dipartimento di Neuroscienze, Scienze Riproduttive e Odontostomatologiche dell’Università Federico II, Napoli.
Dopo un anno di trattamento, il 47% dei pazienti con malattia recidivante, ha ottenuto un miglioramento clinico significativo delle funzioni cognitive.
Sclerosi multipla, patologia autoimmune e invalidante
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La sclerosi multipla è una patologia autoimmune in cui il nostro sistema immunitario attacca la guaina mielinica che ricopre i nervi. «In particolare, la forma recidivante-remittente, la più frequente al momento della diagnosi, si distingue per l’alternanza di fasi, della durata imprevedibile». Sono le parole di Paola Cavalla, Responsabile Centro Sclerosi Multipla, Dipartimento di Neuroscienze e Salute Mentale, AOU Città della Salute e della Scienza di Torino.
Le fasi sono «caratterizzate dall’insorgenza di deficit neurologici improvvisi e fasi di remissione completa o parziale. Si manifesta – continua Cavalla – in modo eterogeneo in base anche all’entità e alla sede dell’infiammazione. Le ricadute della malattia, legate a nuovi attacchi da parte del sistema immunitario alla mielina, determinano sia una disfunzione fisica, sia una situazione di instabilità emotiva. Inoltre, a questi attacchi “esterni” può associarsi un’infiammazione “interna” al sistema nervoso centrale che è talora associata a deficit cognitivi, subdoli nell’instaurarsi e molto invalidanti».
Atrofia cerebrale e deterioramento cognitivo
L’instaurarsi del deterioramento cognitivo è correlato all’atrofia cerebrale. Questa, nel paziente con sclerosi multipla, risulta accelerata rispetto a quella indotta dai normali processi fisiologici legati all’invecchiamento. La perdita di volume del cervello è dovuta sia al processo infiammatorio che a quello degenerativo che si instaura fin dalle fasi precoci della malattia.
Matilde Inglese, Professoressa presso il Dipartimento di Neuroscienze, Riabilitazione, Oftalmologia, Genetica dell’Università di Genova, sottolinea che «si tratta di un fenomeno estremamente pericoloso. E dal quale non si può tornare indietro, è perciò indispensabile agire precocemente con trattamenti in grado di rallentare questo processo. Solo così si possono ottenere vantaggi molto importanti sia in termini clinici che di riduzione della disabilità motoria e cognitiva».
Ozanimod, un’alternativa terapeutica importante
Le ultime evidenze scientifiche dimostrano che Ozanimod rappresenta sempre più un’opzione terapeutica importante per ridurre sia l’infiammazione, sia l’atrofia cerebrale.
«La terapia ha dimostrato un buon profilo di efficacia e sicurezza nel lungo termine», sostiene Eleonora Cocco, Professoressa Ordinaria di Neurologia presso l’Università di Cagliari. «Gli ultimi dati a otto anni di trattamento evidenziano come il 76% dei pazienti sia libero da progressione della disabilità. E l’87% non presenti attività di progressione indipendente dalle recidive (PIRA), entrambi indicatori di progressione di malattia e di disabilità permanente nella sclerosi multipla».
Il conseguente rallentamento della progressione della malattia e il miglioramento delle funzioni cognitive dimostrano sicurezza e tollerabilità per il paziente nel lungo termine.