Latte materno

Già da tempo è stata riscontrata la presenza di microplastiche nel latte materno. Oggi si è scoperto che è esposto ad altri contaminanti chimici presenti anche nelle urine dei neonati, con rischi sulla salute dei bambini più vulnerabili.

Dagli ftalati presenti nelle plastiche degli imballaggi alimentari al bisfenolo A, attualmente bandito, presente nelle stoviglie di plastica monouso e nei detergenti per il corpo. E dai glifosati, utilizzati come pesticidi, ai parabeni contenuti nei cosmetici. Sono questi gli interferenti endocrini ritrovati nel latte materno che dovrebbero essere assenti. Sono sostanze chimiche che alterano il sistema ormonale, provocando rischi come obesità, pubertà precoce, diabete e disturbi neurocomportamentali nell’infanzia. Ciò è emerso per la prima volta dalla ricerca italiana, finanziata dall’UE e ancora in corso, denominato “Life Milch”.

Lo studio dovrebbe sensibilizzare le donne a ridurre l’esposizione a sostanze tossiche e fare pressioni sulle istituzioni, affinché promuovano leggi che riducano l’inquinamento ambientale.

Gli effetti degli interferenti endocrini sul neurosviluppo

Lo studio “Life Milch” è stato coordinato dall’Università di Parma, in collaborazione con l’Ausl-Irccs di Reggio Emilia e con le università di Firenze e Cagliari. Ha l’obiettivo di valutare gli effetti degli interferenti endocrini sul neurosviluppo e la crescita infantile, analizzando in particolare il latte materno.

«La scoperta di numerosi contaminanti nel latte materno, oltre le microplastiche, aumenta la nostra preoccupazione per la popolazione di neonati estremamente vulnerabili». È quanto dichiara Mariacarolina Salerno, direttore dell’Unità di Pediatria Endocrinologica del Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’Università Federico II di Napoli. «L’esposizione a queste particelle è inevitabile, data la loro onnipresenza nell’ambiente. Tuttavia, questi risultati non devono scatenare allarmismi. L’allattamento al seno è benefico e non va sospeso, ma protetto. Si deve prevenire l’esposizione agli interferenti endocrini e agire sulle abitudini nutrizionali e sullo stile di vita delle donne durante la gravidanza e l’allattamento».

Lo studio effettuato su 654 coppie madre-figlio

La prima parte della ricerca, ancora in corso, si è occupata di misurare i livelli di concentrazione di interferenti endocrini nel latte materno. Lo studio si è concentrato su 654 coppie madre-figlio, in un lasso di tempo che va dalla nascita fino al primo anno di vita. I dati mostrano la presenza di ftalati fino al 70% dei campioni di latte materno e fino al 96% dei campioni di urine dei neonati.

«Ritrovati anche alti livelli di bisfenolo A nel latte materno fino al 44% dei campioni, con una presenza fino al 14% nelle urine dei bambini». A parlare è Maria Elisabeth Street, partner dello studio e associata di Pediatria all’Università di Parma. «Percentuali di presenza più bassa al 18% dei campioni per i glufosinati e i glifosati. Il latte materno è risultato contaminato anche da idrocarburi policiclici aromatici, fino al 6%, parabeni e piretroidi nel 2,4% dei campioni».

Latte materno: raccomandazioni condivise dalla SIEDP

Il latte materno è quanto di più prezioso si possa offrire ai propri figli. Serve, dunque, un maggior monitoraggio e più attenzione all’ambiente per preservare questo ‘oro bianco’ e, insieme, la salute delle generazioni future. La SIEDP, la Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, raccomanda, infatti, di:

  • Limitare l’utilizzo di contenitori di plastica per conservare e scaldare i cibi.
  • Limitare l’uso di plastica monouso e l’utilizzo di biberon non certificati.
  • Se possibile non utilizzare solventi, pesticidi, erbicidi e fungicidi ed eventualmente utilizzare dispositivi di protezione durante il loro utilizzo.
  • Per l’igiene personale e la cosmesi utilizzare prodotti naturali
  • Risciacquare a fondo frutta e verdura in scatola prima del consumo
  • Consumare preferibilmente alimenti freschi e di stagione.
  • Seguire un’alimentazione varia con alimenti provenienti da fornitori diversi.
  • Scegliere un abbigliamento con tessuti naturali.