L’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) ha diffuso i risultati delle attività scientifiche condotte dal dott. Pasquale Montilla. Specialista in oncologia medica, nell’ambito di screening effettuati su pazienti oncologici residenti nell’area SIN di Crotone.
Montilla ha dichiarato:
“In seguito al sospetto di neoplasie correlabili all’accumulo di cancerogeni da esposizione professionale ho valutato in consulenza onco-tossicologica pazienti oncologici. Ho analizzato con screening tossicologici di puntualizzazione la presenza di agenti mutageni e cancerogeni su loro matrice urinaria e su sangue intero secondo tecniche diagnostiche di laboratorio omiche. Le risultanze analitiche di puntualizzazione in esposomica hanno mostrato sui campioni esaminati valori tabellari di agenti chimici inorganici mutageni al di sopra dei valori di riferimento della popolazione generale (SIVR 2017). I campioni esaminati con l’impiego della ICP-MS ha dato esito positivo con riscontro di elevate concentrazioni di biomarcatori oncogenotossici in ancoraggio fenotipico da organotropismo selettivo sui tessuti tumorali. Si segnala che le caratteristiche di composizione chimica degli agenti chimici inorganici identificano mix di cancerogeni ad alta reattivita’ ossidativa e densità elettronica segnalandone i rischi da cancerogenesi multifattoriale in esposizione long-term a patogenesi ambientale professionale.”
Decorporation e riduzione dei livelli tossici
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Secondo quanto reso noto dall’Osservatorio Nazionale Amianto, durante i trattamenti farmacologici di decorporation è stata osservata una riduzione dei valori di cancerogeni terminali nei campioni urinari. Questo risultato è stato accompagnato dalla sospensione delle risposte flogistiche, sia reattive che cliniche.
Montilla ha spiegato:
“Durante i trattamenti farmacologici di decorporation ho riscontrato una riduzione dei valori dei cancerogeni terminali e un arresto dei fenomeni flogistici reattivi e clinici.”
Ipotesi scientifica e prospettive future secondo il dott. Montilla
Il dottore ha inoltre evidenziato un passaggio di ricerca che apre nuovi scenari:
“Si è riusciti a indurre una decorporation selettiva dei cancerogeni tossici analizzati: si tratta, in sintesi, di avere indotto, dopo il raggiungimento di una finestra o soglia relativa alla concentrazione di un particolare cancerogeno in precedenza individuato e trattato sul paziente, la successiva perdita di altro cancerogeno attraverso le urine ottimizzando gli ulteriori trattamenti oncologici. […] Le molecole chimiche utilizzate hanno dimostrato, secondo la mia ipotesi scientifica, disattivazione dei processi proinfiammatori e blocco dell’oncogenesi. È possibile che si sia attivato una sorta di interruttore molecolare sulle transizioni instabili cellulari.”
La posizione dell’ONA
L’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’ONA, ha commentato i dati scientifici diffusi dal gruppo di lavoro:
“Come in ogni scienza giuridica e clinica tossicologica stiamo dimostrando che teorie previsionali hanno documentato un livello di certezza maggiore delle ipotesi.”
Secondo quanto emerge, le osservazioni coordinate dal dott. Montilla potrebbero costituire un contributo rilevante nell’individuazione di correlazioni tra esposizioni professionali e ambientali e insorgenza di patologie oncologiche. Con possibili implicazioni sul piano terapeutico e nella tutela dei pazienti.