In uno studio pubblicato su Science Advances e Datadryad, un team di ricercatori ha sviluppato una tecnologia, denominata “Oz”, che potrebbe cambiare per sempre il modo in cui vediamo i colori. Stimolando direttamente e singolarmente i fotorecettori dell’occhio umano. E’ stato possibile, per 5 volontari, percepire un colore mai visto da un altro essere umano.
La tecnica cha ha aggirato i limiti biologici del nostro sistema visivo
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Microscopiche dosi di laser hanno colpito i coni della retina, ossia le cellule sensibili alla luce che ci permettono di percepire i colori. Ed attraverso un sistema di controllo estremamente preciso, ne sono stati attivati solo alcuni (i coni M mediamente sensibili, associati al verde).
Un colore impossibile da percepire naturalmente
I volontari coinvolti negli esperimenti lo hanno descritto come una sorta di smeraldo, ma con una saturazione così intensa da rappresentare qualcosa di completamente nuovo per il cervello umano. Il nuovo colore è stato battezzato dalla squadra di esperti “Olo”.
Perché è importante?
La nuova tecnologia apre scenari incredibili sia per quanto riguarda la realtà aumentata, la comunicazione visiva, la neuroestetica e magari anche per la correzione di difetti visivi legati alla percezione dei colori come il daltonismo. Inoltre il numero di colori che non possiamo percepire è praticamente infinito e con l’avanzare delle tecnologie, in futuro potremmo essere in grado di “vedere” colori al di fuori della gamma visibile
Oltre i confini della nostra fisicità
La percezione umana dei colori è incredibilmente limitata rispetto alla vasta gamma di onde elettromagnetiche che esistono. L’occhio umano è infatti sensibile solo a una piccolissima parte della luce visibile, che è solo una frazione dello spettro elettromagnetico che include, oltre alla luce visibile, onde radio, microonde, raggi X, infrarossi.
Sperimentare un mondo visivo diverso dal nostro
Alcuni animali, come le api e gli uccelli, sono in grado di vedere nella gamma dell’ultravioletto, il che significa che sperimentano un “mondo visivo” completamente diverso dal nostro.
La scoperta di un colore come “Olo” è un piccolo passo in questo senso.
Gli esseri umani possono percepire solo una parte molto ristretta dello spettro elettromagnetico, che va dalle lunghezze d’onda di circa 380 nanometri (violetto) a 750 nanometri (rosso). Questa gamma è chiamata luce visibile. Fuori da questo intervallo, non siamo in grado di “vedere” direttamente, sebbene possiamo rilevare altre forme di radiazione (come le microonde o i raggi X) usando tecnologie specializzate.
Le macchine equipaggiate con sensori a infrarossi rilevano radiazioni al di fuori della luce visibile. Questo permette loro di “vedere” il calore, o di osservare in condizioni di scarsa illuminazione, come nelle immagini termiche.
Alcuni sensori, come quelli usati in dispositivi scientifici, possono rilevare la luce ultravioletta (UV), che gli esseri umani non possono percepire. Questo può essere utile per analisi di materiali, o per osservare fenomeni invisibili all’occhio umano.

La meraviglia delle infinite possibilità
Ogni volta che pensiamo ai “colori invisibili”, ci rendiamo conto che ci sono milioni di sfumature che ci sfuggono, ma che esistono comunque nell’universo.
Ad esempio potremmo essere in grado di fare esperienza di colori vibranti dell’aria, del calore, dei suoni, delle emozioni. Colori che sono in grado di cambiare nel tempo come un’onda fluida che si espande. Oppure di cogliere il colore della materia oscura, una sostanza misteriosa che non possiamo vedere nell’universo ma che ha un effetto gravitazionale sugli oggetti visibili.
E questo ci apre a una domanda ancora più grande: quante altre realtà e dimensioni non percepiamo, non solo per il colore, ma per altri fenomeni sensoriali? Chi può dire quali altre “dimensioni” di esperienza esistono, ma sono al di fuori dei nostri sensi?