ictus

Neglect e afasia sono tra i principali problemi a lungo termine che colpiscono le persone che hanno avuto un ictus. Per la diagnosi e la terapia, in entrambi i casi, non ci sono punti di riferimento in grado di orientare gli operatori sanitari.

Nel tentativo di colmare la lacuna, sono state realizzate due linee guida. Sono il frutto del lavoro della Società italiana di neuropsicologia (Sinp), in collaborazione con altre 13 società scientifiche e associazioni di utenti. Il lavoro ha avuto il supporto finanziario della fondazione Gianfranco Salvini Ets.

200mila casi di ictus ogni anno in Italia

In Italia, i nuovi casi di ictus sono circa 200mila ogni anno.

«Il dato di prevalenza ci dice che attualmente le persone che vivono con un esito disabilitante di ictus in Italia sono circa 913.000 mila». Lo afferma il presidente dell’ISS Rocco Bellantone. «Questi dati epidemiologici spiegano bene perché è necessario affrontare le conseguenze neurologiche psicologiche e sociali di questa patologia».

Le conseguenze cognitive e comunicative dell’ictus, come l’afasia e il neglect spaziale, sono altamente invalidanti. Incidono profondamente sulla qualità della vita delle persone colpite e delle loro famiglie.

Neglect, un disturbo a lungo termine

Il ‘neglect’ è un disturbo a lungo termine che può colpire fino all’80% coloro che hanno avuto un ictus all’emisfero destro. Ciò porta i pazienti a non accorgersi più di tutto quello che si trova in una parte dello spazio (di solito la sinistra). Anche se la vista e gli altri sensi funzionano normalmente. Può essere sensoriale, motorio o immaginativo e riguardare diverse porzioni dello spazio (personale, peri-personale, extra-personale). Ha un notevole impatto sulla vita quotidiana e anche sull’efficacia della riabilitazione, allungando i tempi di recupero.

L’afasia è tra le principali conseguenze di un ictus

I deficit afasici del linguaggio rappresentano una delle principali conseguenze di un ictus. Essi compromettono in maniera cruciale la qualità della vita della persona colpita e della sua famiglia.

La prevalenza mediana dell’afasia in fase acuta è pari a circa il 30% dei pazienti con ictus di qualunque origine.

La riabilitazione della persona con disturbi del linguaggio comporta scelte complesse che riguardano aspetti fondamentali. A livello clinico, una delle implicazioni negative è l’estrema diversità della gestione del trattamento della persona afasica nel nostro Paese. In alcune aree, la riabilitazione è fornita in modo non dissimile da altre realtà europee. Mentre in altre non è di fatto possibile accedervi all’interno del Sistema Sanitario Nazionale, come segnalato anche dalle organizzazioni dei pazienti e delle loro famiglie.

Paziente con ictus: raccomandato il trattamento logopedico

La stesura della Linea guida ha permesso di elaborare quattro raccomandazioni, di cui tre per il paziente con ictus e una per il paziente con afasia progressiva.

Nel paziente con ictus è raccomandato il trattamento logopedico da parte di professionisti in fase sia acuta che cronica. In questo secondo caso specie combinato con la stimolazione non invasiva.

Nel paziente con afasia progressiva, si suggerisce il trattamento con neuromodulazione non invasiva in combinazione con il trattamento logopedico o il solo trattamento logopedico.

Secondo il Rapporto 2018 dell’Osservatorio Ictus Italia, i costi diretti per il Servizio Sanitario Nazionale ammontano a circa 16 miliardi di euro all’anno. A questi si aggiungono circa 5 miliardi di euro a carico delle famiglie.

Le Linee Guida (LG) per la riabilitazione della persona con esiti conseguenti a ictus, rappresentano uno strumento per garantire appropriatezza, equità e qualità nelle cure riabilitative.

Qui la linea guida sul neglect

Qui la linea guida sull’afasia