mesotelioma

L’Inail ha registrato negli ultimi 3 anni censiti 3792 casi di mesotelioma. Sono quelli relativi al 2016, 2017 e 2018. Nei tre anni precedenti, (2013, 2014 e 2015), sono stati 5138. Il numero inferiore non deve però trarre in inganno. I tumori del mesotelio, membrana che riveste gli organi interni, infatti, non sono diminuiti. Mancano all’appello per gli ultimi 3 anni i casi dell’Abruzzo e della Campania che non li hanno forniti e per il 2018 anche quelli di Piemonte e Lombardia (le due regioni che registrano il più alto numero dei casi totali).

In totale dal 1993 l’Inail ha preso in carico, come malattia professionale causata dall’amianto, 31.572 casi di mesotelioma maligno (MM). In media 1089 l’anno. Fino al 2015 erano 27.356 casi. A questi numeri che danno il senso, in tutta la loro drammaticità del fenomeno amianto in Italia, vanno aggiunte tutte le malattie asbesto correlate (nell’ultima rilevazione degli anni 2016-2020 circa 1700 l’anno).

I dati sono disponibili sul VII Rapporto ReNaM pubblicato qualche giorno fa.

Mesotelioma, le regioni più colpite

Le regioni che hanno pagato il prezzo più alto in termini di vite umane sono Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia-Romagna che da sole contano il 56,7% dei casi.

La sede anatomica di insorgenza è la pleura per il 93,2% dei casi e il peritoneo per il 6,3%. Sono presenti inoltre 63 casi del pericardio e 91 della tunica vaginale del testicolo. Per l’81% dei casi la diagnosi è di mesotelioma maligno certo (con conferma istologica).

Per quanto riguarda le fasce di età colpite dai dati si evince che fino a 45 anni la malattia è rarissima (solo 1,4% del totale dei casi registrati). L’età media alla diagnosi è di 70 anni senza differenze apprezzabili per genere. Il 72% dei casi archiviati è di sesso maschile.

Luoghi di lavoro troppo spesso insalubri

Le modalità di esposizione sono state approfondite per 24.864 casi (78,8%) e, fra questi, il 69,1% presenta un’esposizione professionale, il 5,1% familiare, il 4,3% ambientale, l’1,5% per un’attività di svago o hobby. Per il 20% dei casi l’esposizione è improbabile o ignota.

La percentuale di casi di mesotelioma, quindi, per i quali l’analisi anamnestica ha rilevato un’esposizione ad amianto lavorativa, ambientale, familiare, o a causa di attività ricreative è, sull’intero set di dati, pari all’80%.

I danni dell’eternit, l’edilizia è il settore più colpito

Il settore più colpito è quello dell’edilizia (con il 16,2% del totale della casistica), nel quale per decenni è stato utilizzato l’eternit, un misto tra amianto e cemento. Seguono poi il metalmeccanico (8,8%), il settore tessile (6,3%) e le attività dei cantieri navali sia di costruzione che di riparazione e manutenzione (7,4%). Il resto dei casi, invece, è diviso tra numerosi ambiti produttivi. In questi ultimi casi l’esposizione è avvenuta sul luogo di lavoro, ma anche in via indiretta.

Il mesotelioma

Il 90 per cento dei mesoteliomi, secondo l’Airc è dovuto all’esposizione ad amianto, un materiale che le aziende hanno utilizzato soprattutto negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso. Nonostante si conoscesse la pericolosità dell’asbesto le aziende non hanno smesso di impiegarlo se non quando è intervenuta la Legge 257/1992 che lo ha messo al bando.

Anche l’ultima monografia dell’Airc ha confermato la cancerogenicità di tutti i materiali di amianto.

Amianto, i danni della fibra killer

L’amianto non causa però soltanto il mesotelioma, nelle sue varie forme, ma anche il tumore al polmone, allo stomaco, alla faringe, alla laringe e altri. Provoca inoltre tutta una serie di patologie asbesto correlate. Per questo le vittime da amianto sono molte di più rispetto a quelle del mesotelioma. I numeri raccolti dall’Ona – Osservatorio nazionale amianto sono disarmanti.

Nel 2021, il numero dei casi di mesotelioma è aumentato ancora, così come negli anni precedenti. Così come i tumori del polmone e le altre neoplasie asbesto correlate. Nel  2021 si contano così almeno 7.000 decessi.

Ora che l’asbesto è stato vietato resta il problema delle bonifiche dei siti contaminati.

L’impegno per le bonifiche e i numeri del 2021

Il presidente dell’Osservatorio vittime del dovere, l’avvocato Ezio Bonanni, è costantemente impegnato nelle bonifiche e nell’assistenza delle vittime e dei loro familiari. Per sensibilizzare a più livelli l’avvocato Bonanni ha curato diverse pubblicazioni tra le quali l’ultima: “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2021“.

Per questi motivi ha approntato una serie di strumenti tra i quali l’App, con cui i cittadini possono segnalare luoghi in cui ancora è presente la fibra killer.