mesotelioma pleurico maligno

In Scandinavia c’è un centro unico di riferimento per il trattamento del mesotelioma pleurico maligno. I risultati sembrano essere incoraggianti. Il centro di riferimento si trova in Danimarca, presso il reparto di di chirurgia polmonare del Rigshospitalet; tutte le operazioni chirurgiche sono eseguite dallo stesso team di esperti. “Ciò ha portato a grandi miglioramenti nel tasso di sopravvivenza per una malattia che non era curabile 20 anni fa” – rileva la struttura ospedaliera.

Presso il Danish Mesothelioma Center di Copenaghen ogni anno sono eseguite tra le 25 e le 30 operazioni chirurgiche di rimozione della pleura; vengono operati qui pazienti provenienti dalla Danimarca ma anche da Svezia e Norvegia. Ogni anno solo in Danimarca sono 140 le diagnosi di mesotelioma pleurico maligno.

La malattia – prosegue l’ospedale – “è dovuta all’esposizione all’amianto, è estremamente grave e rara. La maggior parte dei casi è inoperabile, ma se la malattia non si è diffusa, la chirurgia potrebbe essere un’opzione. In questi casi è sempre coinvolto lo stesso piccolo gruppo di esperti del Danish Mesothelioma Center del Rigshospitalet“.

Mesotelioma pleurico maligno, i dati del Rigshospitalet

Anche in Danimarca, come in Italia, si applica l’approccio combinato tra chirurgia e chemioterapia. “Prima che iniziassimo a combinare la chirurgia con la chemioterapia, tutti i casi erano considerati inoperabili” – ha spiegato il professor Jens Benn Sørensen. Solo il 15% dei pazienti risulta oggi operabile, ma il risultato della rimozione della pleura cancerosa ha portato ad una sopravvivenza a cinque anni tra questi pazienti al 32% (10% dopo 10 anni). ​​Circa 200 i pazienti operati, dal 2006 a oggi.

Secondo Sørensen e Jesper Ravn, importante chirurgo danese che opera i mesoteliomi, questi buoni risultati possono essere spiegati dalla “centralizzazione”. Il metodo della centralizzazione è quello vincente. “Tutti i pazienti senza metastasi a distanza vengono indirizzati a noi per un intervento chirurgico e ricevono la chemioterapia prima e dopo l’intervento chirurgico” – ha spiegato Sørensen. “La forte centralizzazione in Danimarca ci permette di tenere traccia di ogni singolo paziente. Il solo fatto che tutti i pazienti debbano attraversare la stessa porta fa un’enorme differenza“, ha aggiunto Ravn, che ha partecipato a tutte le operazioni dal 2006.

Chirurgia con lo stesso team, tempi dimezzati

Per le operazioni chirurgiche al Rigshospitalet c’è un team permanente. I chirurghi sono sempre due chirurghi, e solo altri tre hanno partecipato in totale. Gli altri specialisti che ne fanno parte sono specialisti PET, patologi, anestesisti ed infermieri. “Dovrebbe esserci il minor numero possibile di persone, in modo che tutti sappiano che tipo di problemi possono avere questi pazienti ottenere e come affrontarli“, spiegano dall’ospedale.

L’operazione consiste nella rimozione delle pleure, con la conservazione del polmone. Prima dell’intervento, i pazienti eseguono tre cicli di chemioterapia, per ridurre il cancro. Dopo l’operazione chirurgica, eseguono altri tre cicli per eliminare anche ciò che il bisturi non ha tolto. La prima volta che l’intervento di rimozione delle pleure è stato eseguito, sono servite 11 ore. Ora i tempi sono dimezzati, ma l’operazione è sempre molto impegnativa per il paziente. Bisogna infatti sempre valutare se è in grado di sopportarla.

In Danimarca – sottolineano dall’ospedale – il tasso di sopravvivenza a cinque anni per tutti i pazienti è del 14%. Anche se questa cifra non è molto alta, è il doppio rispetto alla Svezia, dove solo il 7% è vivo dopo cinque anni secondo i dati più recenti“.