L’intersindacale dei medici annuncia proteste a difesa della sanità pubblica che affonda «asfissiando il Sistema Sanitario Nazionale (SSN), punendo il pubblico impiego, manomettendone la previdenza. E mercificando il diritto alla salute». È quanto dichiarano Aaroi-Emac, Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo- Snr), Fp Cgil medici e dirigenti Ssn, Fvm, Uil Fpl medici e veterinari e Cisl medici. «Noi non ci stiamo – continua la nota – noi amplieremo e continueremo la nostra mobilitazione. Noi saremo irriducibili».
La legge di Bilancio che il Governo intende approvare, senza che il Parlamento, ridotto ad organo decorativo, possa emendarla, è umiliante. Secondo l’intersindacale «mortifica il lavoro dipendente nella pubblica amministrazione, e assesterà il colpo di grazia alla sanità pubblica e al diritto alla salute della popolazione».
Agitazione del personale medico, gravi le motivazioni
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I motivi che hanno portato a proclamare lo stato di agitazione del personale medico, veterinario e sanitario del SSN, con scioperi e manifestazioni, sono gravissimi.
«Le motivazioni – continua la nota – sono ancora più pesanti ora che con il maxi emendamento il Governo sembra voler rimediare al suo terrorismo previdenziale».
Si contesta l’ipotesi del Governo di taglieggiare nell’immediato le pensioni del pubblico impiego a 700 mila lavoratori. E di imprigionare tutte quelle future in un’attesa sempre più lunga. Questo, oltre ad aver l’aspetto di una intimidazione, rappresenta la modesta capacità di trovare soluzioni di finanza pubblica. Ma «anche la volontà malcelata di tutelare interessi inconfessabili come l’evasione fiscale. Ora sembra che il Governo voglia, graziosamente, concedere una qualche retromarcia sulle pensioni, cioè restituire ciò che sarebbe stato il maltolto. Ma al solo scopo di far accettare tutti gli altri danni che la legge di bilancio provocherà», scrive l’intersindacale.
Sanità pubblica e legge finanziaria: pensioni e TFS
Ma non c’è solo il tema delle pensioni nella legge finanziaria. «Ci sono aspetti meno visibili – prosegue la nota – quali il blocco della rivalutazione futura delle pensioni già erogate. E anche qualora l’emendamento del Governo rimediasse al suo tentato esproprio previdenziale, il Governo non si potrà ritenere condonato. Intanto perché, è bene si sappia, il taglio delle pensioni non riguarda soltanto i sanitari e i dipendenti della PA più “anziani”. Infatti, le soluzioni che si stanno profilando riserveranno il peggio proprio ai più giovani».
C’è poi il capitolo del TFS (la liquidazione). La Corte Costituzionale ha sollecitato il Governo a cambiare la legge. Ciononostante «resta il sequestro per almeno due anni del salario accantonato dai lavoratori prima di poterlo incassare e ovviamente senza recupero dell’inflazione». L’obiettivo dei medici è ora risolvere i problemi della sanità pubblica, del suo personale e dei cittadini che non hanno una assicurazione.
Manca una strategia sulla formazione del personale
Difendere il Servizio sanitario nazionale ha un valore morale oltre che politico. «Nonostante le ipotesi del ministro della Salute Schillaci, per volontà del MEF – aggiunge l’intersindacale – resta esiziale il sottofinanziamento per il SSN pubblico e universalistico. Non ci sono le adeguate risorse per lo sblocco del tetto di spesa per le assunzioni del personale dipendente necessario all’esaurimento delle liste d’attesa.
Nella legge di bilancio non c’è un barlume di strategia sulla formazione del personale sanitario occorrente e sulla sua fidelizzazione. Nemmeno sulla stabilizzazione dei precari, sul riconoscimento extracontrattuale della specificità medico-veterinaria e sanitaria. Insomma: gli eroi non valgono un euro. Il Governo non riesce nemmeno a sottoscrivere e a rendere esecutivo il contratto collettivo di medici, veterinari e sanitari».
Sanità pubblica: 18 dicembre 24 ore di sciopero
Crea imbarazzo anche il “decreto anticipi”. Secondo i medici, si tratterebbe di una «ardita mossa preelettorale con cui il Governo intende anticipare nella busta paga di dicembre soldi del contratto 2022-2024». L’imbarazzo è tra le amministrazioni che «dovranno erogarlo senza copertura e anche tra il personale che ne beneficerà solo parzialmente.
Ma che non è così ottuso da non sapere che sono soldi del contratto, cioè soldi nostri dati come mancia prima delle europee. Per tutti questi motivi – prosegue la nota – la mobilitazione dell’Intersindacale dei medici, dei veterinari e dei sanitari è un atto dovuto». Un impegno progressivo che continua con lo sciopero di 24 ore programmato per il 18 dicembre e che non si fermerà al 2023.
Intersindacale: il governo è a favore della sanità privata?
Il governo, secondo l’intersindacale, così come i precedenti, dice di voler difendere il SSN, «ma poi agisce in senso contrario a favore della sanità privata. E anche delle assicurazioni sanitarie per chi potrà pagarsele. Le nostre proteste proseguiranno il loro corso come consentito dalle norme di legge vigenti per i servizi essenziali che rappresentiamo. La nostra mobilitazione riprenderà a gennaio, qualora la Manovra attesa per fine dicembre fosse approvata senza adeguati correttivi».
Le sigle sindacali dei medici aggiungono che «non è vero che non ci sono le risorse sufficienti in un paese come l’Italia. Che ha oltre 100 miliardi di evasione fiscale l’anno, mentre i contribuenti con redditi superiori a 35mila euro annui lordi sono il 14% del totale. In pratica, in Italia 8 persone su 10 si curano grazie alle tasse pagate dalle altre due».