Quale potrebbe essere il futuro ruolo della telemedicina e della teleconsultazione in alcune patologie?

Lo ha spiegato nel corso di un incontro Cittadinanzattiva, realtà consolidata per l’impegno profuso nelle iniziative a favore della prevenzione e cura delle maculopatie.

Nel prossimo futuro, saranno necessarie risorse e investimenti adeguati di personale e materiali per la cura delle maculopatie. Non solo, sarà fondamentale diffondere capillarmente il test di Amsler nei vari servizi pubblici. Test da effettuare con un semplice reticolo in cartone di 10 centimetri per 10, quindi dal costo irrisorio. Ciò permetterebbe di fare una facile e immediata autodiagnosi di probabile maculopatia seguendo delle semplici istruzioni.

«La tempestività in queste patologie è fondamentale e ogni caso dubbio dovrebbe rivolgersi, senza esitazione, al medico oculista per la conferma del sospetto diagnostico». È quanto dichiarato da Luca Menabuoni, past president e referente del rapporto con le istituzioni di AIMO (Associazione italiana medici oculisti).

Maculopatie, i numeri di Cittadinanzattiva

In Italia, cecità e ipovisione affliggono circa 1.600.000 persone (96 milioni nel mondo, secondo OMS), con un incremento considerevole di incidenza dopo i 50 anni. 

In particolare, si legge in una nota di Cittadinanzattiva “le varie forme di degenerazione maculare stanno aumentando sensibilmente a causa dell’invecchiamento della popolazione. Secondo recenti stime, in Italia, la forma senile colpisce da un minimo di 130 mila persone ad un massimo di circa 480mila. Per quanto riguarda la forma correlata al diabete, circa il 6,8% dei pazienti diabetici, ossia 200mila persone, sviluppa edema maculare diabetico. Ad essere colpiti da maculopatie sono ogni anno circa 63mila persone. Rilevante l’impatto economico della malattia sul Servizio sanitario nazionale. Il costo stimato è di 60mila euro per paziente; il maggior dispendio di risorse è associato ai costi sociali, pari al 67,83% della spesa. Il trattamento farmacologico incide per il 16,58% sul totale”. 

Liste d’attesa e ritardi nelle diagnosi, un grosso problema

Cittadinanzattiva rende noto che fra i problemi riscontrati da chi soffre di questa patologia vi sono le lunghe liste di attesa per l’accesso alle cure. Per una semplice visita oculistica nel pubblico si attendono in media 270 giorni. Ci sono poi i ritardi nella diagnosi e nel successivo avvio del trattamento farmacologico.  

Si attendono ora le Linee Guida di carattere nazionale che garantiscano una maggiore omogeneità di accesso alle prestazioni e alle terapie sui territori. E anche la personalizzazione delle cure con l’uso di tecnologie innovative (HTA), così come l’incremento dei programmi di prevenzione, informazione e screening.

Cittadinanzattiva ha presentato, pertanto, una Road Map per la presa in carico della persona affetta da maculopatia. 

Riconoscere la maculopatia come patologia cronica

Oggi risulta fondamentale il riconoscimento delle maculopatie come patologie croniche e il consequenziale inserimento nel Piano nazionale sulla cronicità. Questo permetterebbe ai pazienti e ai loro caregiver di veder riconosciuta una serie di diritti che ad oggi non sono esigibili.

«Fino a qualche anno fa si parlava molto poco di maculopatie – afferma Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva – mentre oggi esse sono sicuramente più conosciute. Anche grazie al lavoro comune che le organizzazioni civiche e le istituzioni, a partire dall’Intergruppo parlamentare, stanno portando avanti. C’è la necessità di stabilire condizioni standard minime di diagnosi e cura su tutto il territorio. E di mettere in relazione i vari specialisti, di utilizzare sempre più e al meglio le nuove tecnologie e la telemedicina».