Il grafene ha proprietà in grado di controllare e modulare le attività degli astrociti, una tipologia di cellule del cervello.
È quanto verificato da un gruppo di ricerca coordinato dal Cnr-Isof, con la partecipazione di Cnr-Ismn, Unibo e Czech Academy of Science.
Lo studio, pubblicato su Nature Nanotechnology, potrà avere ricadute positive per la cura di importanti e complesse patologie cerebrali come epilessia e ictus.
Nello specifico, il lavoro ha dimostrato che, sfruttando le diverse proprietà di materiali a base di grafene, si possono controllare selettivamente i segnali degli astrociti. Questi, a loro volta, stimolati elettricamente, sono in grado di alterare l’attività dei neuroni.
La ricerca è stata coordinata dall’Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività del Cnr. In collaborazione con l’Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati, i dipartimenti Fabit e Dei dell’Università di Bologna, l’Istituto di medicina sperimentale della Czeck Academy of Science di Praga.
Cosa sono gli astrociti e che funzione svolgono
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Gli astrociti sono cellule cerebrali a forma di stella che, assieme agli stessi neuroni, svolgono importanti funzioni all’interno del cervello. Modulano le sinapsi e partecipano ai meccanismi che coinvolgono la memoria, l’apprendimento e il comportamento.
Queste cellule stellate, dette anche “l’altro cervello”, sono presenti in gran numero nel cervello umano. Dialogano tra loro, con i neuroni e con i vasi sanguigni, attraverso un codice di comunicazione basato sugli ioni di calcio.
L’Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isof) ha coordinato la ricerca. In collaborazione con l’Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati (Cnr-Ismn), i dipartimenti Fabit e Dei dell’Università di Bologna (Unibo). E con l’Istituto di medicina sperimentale della Czeck Academy of Science di Praga (Repubblica Ceca).
Gli astrociti possono essere eccitati da un campo elettrico
Gli studi degli ultimi quarant’anni hanno completamente rivoluzionato la visione neurocentrica del cervello, che imputava le capacità cognitive alla sola attività dei neuroni.
«Combinando le diverse proprietà del grafene abbiamo potuto creare un nuovo approccio, semplice ed efficace, per stimolare ed interrogare selettivamente gli astrociti». Lo afferma Vincenzo Palermo, ricercatore del Cnr-Isof. «Lo studio ci ha confermato che gli astrociti possono essere eccitati da un campo elettrico. E che forniscono una risposta diversa in base alla tipologia di elettrodi attraverso i quali vengono stimolati. Ciò avviene attraverso l’attivazione di ‘codici’ di calcio diversi, grazie alle proprietà uniche e controllabili dell’ossido di grafene».
Cambiare il modo di comunicare con le cellule del cervello
Tuttavia, nonostante l’importanza degli astrociti, si conosce ancora poco del loro funzionamento. Pertanto, molte tecnologie per lo studio del cervello e per la cura delle malattie legate al sistema nervoso sono focalizzate sulla modulazione selettiva dei neuroni.
«Il nostro approccio – dichiaraValentina Benfenati, ricercatrice del Cnr-Isof – è teso a generare tecnologie in grado di dialogare con gli astrociti. Un cambio di paradigma di cui siamo stati pionieri e che oggi è adottato da sempre più studiosi. Cambiare il nostro modo di comunicare con le cellule del cervello potrà permetterci di affrontare e comprendere quanto, relativamente alle sue funzionalità, risulta ancora oscuro. Questo consentirà di risolvere alcune disfunzionalità, come quelle legate ai segnali di calcio negli astrociti, che sono implicate in patologie come ictus ed epilessia».
Fonte: CNR