Negli ultimi anni, la scienza ha rivolto crescente attenzione a come l’alimentazione possa influire sulla salute, superando le semplici promesse di marketing di qualche dieta “miracolosa”. I ricercatori stanno studiando come i diversi componenti alimentari possano modulare le difese dell’organismo, migliorare il benessere generale e persino contribuire al trattamento di malattie croniche
La dieta e l’immunologia nutrizionale
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Promesse come “potenzia il tuo sistema immunitario con il digiuno intermittente” o “aiuta i batteri buoni con una dieta a base vegetale” sono ormai comuni nei supermercati e nei media. Tuttavia, le basi scientifiche di queste affermazioni spesso si fondano su evidenze limitate. Questo perché è difficile condurre studi rigorosi che traccino in modo accurato il rapporto tra alimentazione e sistema immunitario, soprattutto negli esseri umani. In passato, la maggior parte delle ricerche si concentrava sugli effetti a lungo termine di diete come quella mediterranea o occidentale.
Oggi, con l’avvento di nuove tecnologie, gli scienziati sono in grado di studiare gli effetti a breve termine di specifici gruppi alimentari e componenti dietetici sul sistema immunitario.
Fibre e grassi: componenti chiave per l’equilibrio immunitario
Le fibre e i grassi, due componenti essenziali della nostra alimentazione, stanno rivelando ruoli insospettati nel modulare le risposte immunitarie e il metabolismo. Studi recenti indicano che alcune fibre, come la chitina, svolgono funzioni specifiche che vanno oltre il semplice supporto alla digestione. Questa, presente in fonti alimentari come funghi, crostacei e insetti, stimola una risposta immunitaria di tipo 2, un processo che influenza il metabolismo e migliora la sensibilità all’insulina. A dimostrarlo, esperimenti condotti su modelli murini. Il che suggerisce un suo possibile utilizzo di nella prevenzione di malattie metaboliche.
Al contrario, l’effetto dei grassi sulla salute immunitaria si dimostra più complesso e variabile. Alcune tipologie, come gli acidi grassi polinsaturi presenti in alimenti come il pesce, hanno proprietà antinfiammatorie e di supporto alle difese cellulari.
Altre, come quelli saturi, sono noti per aumentare i livelli di infiammazione e per alterare la risposta immunitaria, predisponendo l’organismo a malattie croniche.
Capire il ruolo che grassi e fibre giocano insieme offre pertanto un’opportunità unica di sviluppare strategie dietetiche capaci di modulare positivamente il sistema immunitario e promuovere un metabolismo più sano.
Digiuno intermittente: effetti immunitari tra opportunità e limitazioni
Ultimamente, il digiuno intermittente è al centro di un crescente interesse scientifico.
Sembra infatti avere effetti benefici sulla salute metabolica e cardiovascolare e agire positivamente sul sistema immunitario.
Diversi studi indicano che periodi controllati di digiuno possono ridurre i rischi di malattie croniche.
Parliamo ad esempio di patologie come l’ipertensione, il diabete e persino l’asma.
Ciò si deve a una risposta immunitaria più efficiente e a una riduzione dell’infiammazione sistemica. In pratica, durante il periodo di astenzione dal cibo, il corpo entra in una fase di autofagia, un processo di “pulizia” cellulare che rimuove detriti e componenti cellulari danneggiati.
Tutti fattori che sostenengono un funzionamento più efficiente del sistema immunitario. Questa capacità di rinnovamento cellulare contribuisce a un invecchiamento più sano e a una minore predisposizione alle malattie.
Tuttavia, questo regime non è privo di insidie. Gli studi più recenti hanno evidenziato che il digiuno prolungato o troppo restrittivo può risultare dannoso per alcune funzioni immunitarie.
Provoca infatti un aumento di biomarcatori infiammatori e indebolendo le difese contro infezioni. Questa risposta negativa è particolarmente evidente in individui con carenze nutrizionali o in condizioni di salute compromesse, dove il digiuno può aumentare il rischio di infiammazione cronica e peggiorare lo stato immunitario generale. Per trarre beneficio da questa pratica senza incorrere in rischi, è fondamentale adattare questa pratica alle caratteristiche individuali e seguirla sotto supervisione medica, valutando periodicamente l’equilibrio tra benefici e possibili effetti collaterali sul sistema immunitario.
Studi sull’uomo: verso la personalizzazione
Molti studi precedenti si sono concentrati sugli animali, ma ora si stanno sviluppando ricerche che coinvolgono direttamente l’uomo. Un esempio è uno studio del National Institutes of Health in cui i partecipanti hanno seguito diete specifiche, come quella vegana o chetogenica, con risultati sorprendenti.
Queste pratiche hanno avuto effetti distinti e misurabili sul sistema immunitario, suggerendo che potrebbe essere possibile utilizzare l’alimentazione per trattare disturbi immunitari specifici.
Insomma, il campo dell’immunologia nutrizionale è ancora agli inizi, ma i risultati finora sono promettenti. L’obiettivo futuro è sviluppare diete personalizzate basate sul profilo immunitario individuale per trattare malattie croniche, autoimmuni e persino il cancro. Secondo gli esperti, tra dieci anni potremmo avere accesso a consigli nutrizionali dettagliati e rigorosi, capaci di migliorare notevolmente la salute in contesti clinici.
Fonti
Nature (2024)