È sempre più diffuso in sanità l’uso dei sistemi legati all’Intelligenza artificiale (Ia).
Su questo tema è intervenuto il presidente dell’Ordine dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Roma, Antonio Magi, raccomandandone l’utilizzo entro limiti precisi.
«Sì a chatbot – dice il presidente – purché usati dal professionista in maniera autonoma. L’Intelligenza artificiale non può sostituire il medico. Ma il medico può utilizzare questo strumento per migliorare le propria capacità professionale, ottimizzando le conoscenze ed esperienza personali».
IA non deve guidare le scelte che spettano al medico
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Il ricorso all’Intelligenza artificiale può essere un fatto estremamente positivo se viene lasciato al governo del medico. Ciò può accadere solo attraverso il rispetto di determinate regole ed entro limiti precisi. Nella parte amministrativa, come per esempio la gestione degli appuntamenti e dell’agenda, può certamente essere di aiuto.
Alcune scelte dell’Ia devono essere ben valutate. L’Intelligenza artificiale non può decidere, per esempio, che per abbattere le liste d’attesa è necessario che le visite durino non più di un minuto. In casi del genere, è chiaro che è sbagliato e «non è il modo migliore per aiutare la sanità», spiega Magi.
Utilizzare l’Intelligenza artificiale in maniera autonoma
Il mondo sanitario può e deve aprirsi ai chatbot, alle chat gpt e agli altri servizi di machine learning per migliorare le cure dei pazienti. Devono, però, essere usati dal medico in maniera autonoma.
«L’importante – evidenzia il presidente dell’Omceo Roma – è che tutto venga gestito dal professionista sanitario, soprattutto per quanto riguarda le modalità e le tempistiche. Se invece il medico è costretto a seguire le indicazioni dell’Intelligenza artificiale, siamo di fronte a una stortura».
No al controllo sulla tipologia delle prescrizioni
Il numero uno dell’Omceo della Capitale si dice estremamente preoccupato dagli sviluppi che l’Intelligenza artificiale sta facendo registrare in ambito sanitario.
«Si stanno creando situazioni – ribadisce Magi – che non aiutano affatto il medico nella propria attività professionale. Mi ha molto colpito, ad esempio, una piattaforma di Intelligenza artificiale approvata dall’ultimo Consiglio dei ministri per la medicina generale. Piattaforma che potrebbe addirittura rappresentare un controllo sulla tipologia delle prescrizioni, togliendo di fatto al medico quella autonomia professionale indispensabile per la qualità della professione».
Medicina difensiva anche nell’Intelligenza artificiale?
La qualità delmedico, secondo il presidente, non si evince solo dalla sua autonomia decisionale. Ma anche dalla sua esperienza nel momento in cui è chiamato a decidere quale cura e quale terapia somministrare al paziente.
«Ecco perché vedo con grande preoccupazione il modo in cui l’Ia potrebbe indirizzare il medico e il suo lavoro», afferma il presidente Omceo.
Magi si sofferma poi su un aspetto medico legale. Cosa succede, infatti, «se a seguito di una diagnosi il medico dà una terapia certificata dall’Intelligenza artificiale e poi però non risulta corretta? La responsabilità ricade comunque e sempre sul medico.E dunque, la deve usare o meno? Potremmo ritrovarci di fronte a un caso di medicina difensiva anche nell’Intelligenza artificiale» conclude il presidente dell’Omceo Roma.
Di certo i sanitari italiani non hanno bisogno di dover sopportare anche il peso di problemi legali causati da una Ia che decide al posto del medico.