L’insufficienza cardiaca con frazione di eiezione conservata (HFpEF) rappresenta una delle forme più complesse e diffuse di insufficienza cardiaca, un problema sanitario di primaria importanza. Questa condizione è caratterizzata dall’incapacità del cuore di riempirsi adeguatamente di sangue durante la fase di rilassamento, pur mantenendo una forza di contrazione normale. Il cuore dei pazienti con HFpEF, quindi, fatica a ricevere sangue a sufficienza, pur pompandolo efficacemente, il che porta a sintomi debilitanti come affanno, stanchezza e gonfiore
Dati globali sull’insufficienza cardiaca a frazione di eiezione conservata e impatto sulla salute
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L’HFpEF ha una prevalenza crescente, in particolare tra le persone anziane e nelle donne. Secondo le stime recenti, questa condizione riguarda dal 43% al 46% dei pazienti con una frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF) pari o superiore al 60%. Sebbene l’insufficienza cardiaca sia ben conosciuta e trattata in ambito clinico, l’HFpEF presenta una particolare difficoltà terapeutica, poiché i trattamenti standard, che includono diuretici, ACE-inibitori e beta-bloccanti, spesso si rivelano meno efficaci su questi pazienti. La mancanza di soluzioni terapeutiche adeguate rende urgente la ricerca di nuovi approcci per migliorare la qualità della vita e ridurre i rischi associati.
Diagnosi e trattamenti standard per l’HFpEF
La diagnosi di HFpEF richiede l’uso di ecocardiografie per misurare la frazione di eiezione e valutare la funzione diastolica del cuore. Ulteriori esami includono la valutazione dei biomarcatori cardiaci come il peptide natriuretico di tipo B (BNP), che tende ad aumentare in caso di insufficienza cardiaca, e la misurazione dei livelli di troponina per identificare eventuali danni al muscolo cardiaco.
Quanto alle terapie, si concentrano principalmente sul controllo dei sintomi e la gestione delle condizioni correlate, come l’ipertensione e il diabete. Tuttavia, la ridotta risposta ai trattamenti convenzionali lascia spazio all’esplorazione di nuove opzioni terapeutiche, come il mavacamten, un farmaco già approvato per un’altra condizione cardiaca.
Mavacamten: una nuova promessa per i pazienti con HFpEF
Mavacamten è un inibitore della miosina cardiaca, originariamente sviluppato per il trattamento della cardiomiopatia ipertrofica (HCM), una condizione caratterizzata da un ispessimento anomalo del muscolo cardiaco. Questo farmaco ha già dimostrato di ridurre i livelli di stress cardiaco e i biomarcatori associati a danni muscolari nei pazienti affetti da HCM, e ora, i ricercatori stanno esplorando il suo potenziale nel trattamento dell’HFpEF.
Uno studio multicentrico, pubblicato su JAMA
Cardiology e condotto dalla Northwestern University, ha indagato gli effetti di mavacamten su pazienti con HFpEF. Questo studio, denominato EMBARK-HFpEF, ha coinvolto trenta pazienti con una LVEF del 60% o superiore, trattati per ventisei settimane con una dose iniziale di 2,5 mg giornalieri, aumentata a 5 mg a seconda della risposta cardiaca. I risultati sono stati promettenti. Il trattamento ha portato a una riduzione significativa dei livelli di diversi biomarcatori, inclusi il peptide natriuretico di tipo N-terminale pro-B (NT-proBNP), sceso del 26%, e le troponine T e I, ridotte rispettivamente del 13% e 20%. Questi risultati suggeriscono una riduzione dello stress e delle lesioni del cuore.
Risultati e implicazioni cliniche
I miglioramenti nei biomarcatori erano accompagnati da un miglioramento clinico dei sintomi. Quasi il 42% dei pazienti ha registrato un miglioramento di almeno una classe nella classificazione della New York Heart Association (NYHA), che valuta la gravità dei sintomi di insufficienza cardiaca. Tuttavia, il farmaco non è privo di effetti collaterali.
Tre pazienti hanno subito una temporanea riduzione della LVEF, che ha richiesto la sospensione del trattamento. Fortunatamente, questi pazienti hanno recuperato la funzione cardiaca senza complicazioni gravi.
Nonostante questi risultati incoraggianti, i ricercatori sottolineano che ulteriori studi sono necessari per confermare l’efficacia e la sicurezza del mavacamten. Lo studio EMBARK-HFpEF è solo un primo passo, e attualmente è in corso lo studio AURORA-HFpEF, un trial randomizzato di fase II, che mira a fornire dati più solidi sul ruolo di questo farmaco nel trattamento di una delle forme più difficili di insufficienza cardiaca.
Fonti
Shah, S. J., et al. (2024). Cardiac Myosin Inhibition in Heart Failure With Normal and Supranormal Ejection Fraction: Primary Results of the EMBARK-HFpEF Trial. JAMA Cardiology.
Rete Scienza X (2024)