Sono state circa 20.600 le vittime di incidenti stradali in Europa nel 2022. Un aumento del 3% rispetto al 2021; ma nonostante l’alto numero, comunque un dato positivo del -10% rispetto al 2019, ultimo anno pre-pandemia con circa duemila vittime in meno.
I dati sono della Commissione Europea, che li ha resi noti il 21 febbraio. Si tratta di dati preliminari, ma rappresentativi della situazione generale. “L’obiettivo dell’UE e delle Nazioni Unite è dimezzare il numero di vittime della strada entro il 2030 e, per la prima volta, anche dei feriti gravi” – si legge in una nota. “Ciò è stato stabilito nel piano d’azione strategico della Commissione sulla sicurezza stradale e nel quadro politico dell’UE in materia di sicurezza stradale 2021-2030 che stabilisce anche piani di sicurezza stradale con l’obiettivo di raggiungere l’azzeramento delle vittime della strada entro il 2050 (Vision Zero)“.
La Commissione ha inoltre annunciato che, nelle prossime settimane, presenterà un pacchetto di proposte per la sicurezza stradale; lo scopo è rendere le strade europee ancora più sicure.
Italia: incidenti stradali mortali in aumento
Indice dei contenuti
Il 2022 in Italia, secondo i dati Ue, ha visto aumentare gli incidenti stradali mortali del 9% rispetto al 2021. In diminuzione del 2% però rispetto al 2019 ed in calo anche rispetto alla media 2017-19 (-5%). Sono dati che seguono la tendenza europea, con un aumento degli incidenti fisiologico con livelli di traffico risaliti rispetto al periodo pandemico.
“In particolare – riporta la Stradale nel consuntivo delle attività – a fronte di un aumento della incidentalità complessiva del 7,1% (70.554 incidenti contro i 65.852 del 2021), incidenti mortali (1.362) e vittime (1.489) sono aumentati rispettivamente del 7,8% e del 11,1% mentre incidenti con lesioni (28.914) e persone ferite (42.300) del 8,4% e del 10,6%.“.
Oltre alla rilevazione degli incidenti, imponente anche l’azione di contrasto alle violazioni. Solo nel 2022, 420.816 le pattuglie impiegate nella vigilanza stradale; ben 1.782.491 le persone controllate e 1.438.419 le infrazioni al CdS contestate: la maggioranza per eccesso di velocità (oltre 421mila). Più di trentamila le patenti ritirate ed oltre 40mila le carte di circolazione. Tredicimila le persone denunciate per guida in stato di ebbrezza e 1.181 per guida sotto l’effetto di droga. Quasi mille i veicoli sequestrati per la confisca. I punti patente decurtati sono stati 2.120.631.
Polizia stradale, grande lavoro sulla prevenzione
La diminuzione delle vittime – seppure minima – rispetto al 2019 è un dato positivo, che rispecchia la forte azione di prevenzione e sensibilizzazione messa in atto dalle forze dell’ordine ed in particolare dalla Polizia stradale. Numerosi gli incontri nelle scuole rivolti ai giovani ed alle loro famiglie sui temi della sicurezza. Solo nel 2022 i ragazzi incontrati sono stati 140mila.
L’obiettivo è portare i cittadini ad una nuova consapevolezza. “Tutti gli utenti della strada, dal pedone, al conducente di monopattino, fino all’autotrasportatore – riporta ancora la Stradale – devono essere consapevoli che solo con condotte corrette si può salvaguardare la vita propria e degli altri. La parola d’ordine dunque dev’essere “prevenzione” che deve trovare sì applicazione nei vari settori come quello normativo o negli adeguamenti infrastrutturali, ma dev’essere anche la spinta propulsiva per una vera e propria rivoluzione culturale che ponga l’individuo e la sua condotta al centro dell’attenzione e lo si consideri il principale artefice del proprio destino“.
Nei Paesi europei progressi disomogenei
C’è ancora molto da fare in Europa per ridurre il numero di morti dovuti agli incidenti stradali. Le tendenze, fra gli Stati membri, sono infatti contrastanti.
I Paesi che hanno registrato le variazioni maggiori, con una diminuzione più rilevante del numero di vittime, sono stati Lituania e Polonia (oltre il 30% in meno di morti), e Danimarca (-23%). Un aumento dei decessi su strada invece è stato registrato, negli ultimi tre anni, in Irlanda, Spagna, Francia, Italia, Paesi Bassi e Svezia; in questi Paesi il numero di morti “è rimasto piuttosto stabile o è aumentato“.
Le strade che hanno fatto registrare il maggior numero di morti (in questo caso il dato è del 2021), sono state quelle rurali (52%); seguono le strade urbane (39%) e le autostrade (9%). Circa il 78% delle persone decedute era di genere maschile. Il 45% delle vittime, inoltre, era in auto; il 19% in moto o a bordo di veicoli a due ruote (ciclomotori o bicicletta); 18% a piedi.
Incidente stradali con ciclisti coinvolti: Ue preoccupata
Il 9% del totale delle vittime era un ciclista. Nelle aree urbane, invece, gli utenti della strada più vulnerabili sono stati pedoni, scooteristi e comunque ciclisti (circa il 70% delle vittime).
“Sebbene l’aumento della percentuale di ciclisti nel mix di mobilità in molti Stati membri sia estremamente positivo – ha commentato la Commissione Europea – un serio motivo di preoccupazione è l’andamento del numero di ciclisti uccisi sulle strade dell’UE. Questo è l’unico gruppo di utenti della strada a non aver registrato un calo significativo delle vittime nell’ultimo decennio, dovuto in particolare alla persistente mancanza di infrastrutture ben attrezzate. Nel 2022, ad esempio, i dati preliminari dalla Francia mostrano un aumento del 30% degli incidenti mortali in bicicletta rispetto al 2019“.