«La resistenza antimicrobica sta solo peggiorando», ha detto Yukiko Nakatani, vicedirettore generale dell’OMS per la resistenza antimicrobica. «Ma non stiamo sviluppando nuovi prodotti all’avanguardia abbastanza velocemente per combattere i batteri più pericolosi e mortali». Purtroppo, gli antibatterici in cantiere sono pochissimi, visto il tempo necessario per la ricerca, lo sviluppo e la probabilità di fallimento. Inoltre, non c’è nemmeno abbastanza innovazione.
Dei 32 antibiotici in fase di sviluppo per affrontare le infezioni da BPPL (Bacterial Priority Pathogens List), solo 12 possono essere considerati innovativi. Di questa dozzina, solo 4 sono attivi contro almeno 1 patogeno “critico” dell’OMS.
Ci sono, poi, lacune anche nei prodotti per bambini e nelle formulazioni orali più convenienti per i pazienti ambulatoriali. E pure negli agenti per affrontare la crescente resistenza ai farmaci.
È questa la situazione sullo sviluppo degli antibatterici esaminata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Sono necessari nuovi agenti per le infezioni gravi
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L’OMS ha così pubblicato il suo ultimo rapporto sugli agenti antibatterici, compresi gli antibiotici, in fase di sviluppo clinico e preclinico in tutto il mondo. Dal report emerge che c’è bisogno di nuovi agenti per le infezioni gravi e per sostituire quelli che diventano inefficaci a causa dell’uso diffuso.
«La resistenza antimicrobica – si legge in una nota dell’OMS – si verifica quando batteri, virus, funghi e parassiti non rispondono più ai farmaci. Ciò rende le persone più vulnerabili e aumenta il rischio di diffusione di infezioni difficili da trattare, malattie e decessi. La resistenza antimicrobica è determinata in gran parte dall’uso improprio e eccessivo di antimicrobici. Ma, allo stesso tempo, molte persone in tutto il mondo non hanno accesso ai farmaci antimicrobici essenziali».
«L’innovazione – continua Nakatani – è gravemente carente ma, anche quando i nuovi prodotti sono autorizzati, l’accesso è una sfida seria»
OMS: sforzarsi per facilitare gli studi clinici
Gli agenti biologici non tradizionali, come batteriofagi, anticorpi, agenti antivirulenza, agenti immunomodulanti e agenti modulatori del microbioma, sono, tuttavia, sempre più esplorati come alternative agli antibiotici. Tuttavia, studiare e regolamentare gli agenti non tradizionali non è semplice. Sono però necessari, avverte l’OMS, ulteriori sforzi per facilitare gli studi clinici e le valutazioni di questi prodotti. Ciò per aiutare a determinare quando e come utilizzare questi agenti clinicamente.
In relazione agli antibatterici di nuova approvazione, dal 1° luglio 2017, 13 nuovi antibiotici hanno ottenuto l’autorizzazione all’immissione in commercio. Ma solo 2 rappresentano una nuova classe chimica e possono essere definiti innovativi.
Inoltre, sono stati autorizzati 3 agenti non tradizionali. Sono tutti prodotti a base fecale per il ripristino del microbiota intestinale, per prevenire infezioni ricorrenti da Clostridioides difficile a seguito di trattamento antibiotico negli adulti.
Prossimo obiettivo: mitigare la resistenza antimicrobica
La ricerca continua, il suo obiettivo rimangono i patogeni Gram-negativi, che sono resistenti agli antibiotici di ultima istanza. I batteri Gram-negativi hanno capacità innate di trovare nuovi modi per resistere al trattamento. E possono trasmettere materiale genetico che consente anche ad altri batteri di diventare resistenti ai farmaci.
Gli sforzi per sviluppare nuovi agenti antibatterici devono essere accompagnati da sforzi paralleli per garantire un accesso equo. In particolare nei paesi a basso e medio reddito.
L’accesso universale a strumenti di qualità e a prezzi accessibili per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle infezioni è fondamentale. Solo in questo modo si potrebbe mitigare l’impatto della resistenza antimicrobica sulla salute pubblica e sull’economia.