In un regione della corteccia cerebrale in continuità con l’amigdala, una delle zone più primitive del cervello, sede delle emozioni, tra le intricate reti neuronali, si trova il claustro, una sottile lamina di materia grigia fondamentale per la regolazione del coinvolgimento cognitivo e del sonno

Etimologia del termine claustro

Il claustro è noto per la sua posizione strategica e il suo ruolo fondamentale nel modulare l’attenzione, l’impulsività e persino i cicli sonno-veglia

Il termine “claustro” deriva dal latino “claustrum”, che significa “chiuso” o “recinto”. Cosa che riflette la sua natura nascosta tra altre regioni cerebrali più grandi. Il claustro è noto per la sua posizione strategica e il suo ruolo fondamentale nel modulare l’attenzione, l’impulsività e persino i cicli sonno-veglia. Recenti studi condotti dai ricercatori dell’Università Ebraica di Gerusalemme, si sono focalizzati sulle sue complesse interazioni neurali.

La posizione e la struttura del claustro

Come accennato, il claustro è situato in un’area remota del cervello, tra il putamen e il nucleo caudato, e fa parte della sostanza grigia subcorticale. Nonostante la sua piccola dimensione, la sua posizione strategica e le connessioni estese con molteplici aree del cervello suggeriscono una funzione cruciale. La sua continuità con l’amigdala, una regione primitiva associata alle emozioni, indica un possibile ruolo nel collegare stati emotivi con percezioni sensoriali e processi cognitivi. La sua ubicazione rende difficile l’accesso diretto per gli studiosi, ma la sua importanza è evidente nelle sue connessioni neurali che si estendono a varie parti del cervello. Questa posizione nascosta non ne diminuisce l’importanza, ma anzi sottolinea la sua centralità nei processi neurologici e comportamentali.

Cerchiamo di capire meglio.

Funzione regolatrice del claustro: controllo dell’attenzione e dell’impulsività

Secondo i risultati delle ricerche condotte dall’ELSC (il centro di ricerca sul cervello dell’Università Ebraica), i neuroni del claustro agiscono come veri e propri “guardiani del coinvolgimento“. Manipolando l’attività neurale durante compiti che richiedono alta concentrazione, i ricercatori hanno dimostrato che un aumento dell’attività nel claustro riduce la reattività sensoriale e l’impulsività. Cosa che promuove uno stato di vigilanza controllata e riduce gli errori comportamentali. Suggerisce altresì che questa striscia possa giocare un ruolo centrale nei processi cognitivi. La sua capacità di accendere e spegnere l’attività di specifiche cellule suggerisce infatti che potrebbe avere un ruolo dinamico nella modulazione della coscienza, alternando stati di consapevolezza e inconsapevolezza.

Questi risultati sono fondamentali per comprendere come il nostro cervello gestisce la percezione e l’azione in risposta agli stimoli ambientali.

A sottolinearlo, il Prof. Ami Citri, capo del team di ricerca dell’ELSC. «Il nostro studio fornisce prove convincenti del fatto che i neuroni del claustro agiscono come guardiani del coinvolgimento, regolando la probabilità che la percezione guidi l’azione».

Ruolo del claustro nei disturbi neurologici e psichiatrici

L’importanza del claustro si estende oltre la normale funzione cerebrale, influenzando anche disturbi neurologici e psichiatrici come l’ADHD, la schizofrenia e la tossicodipendenza. I disturbi caratterizzati da un controllo degli impulsi compromesso potrebbero trarre beneficio da approcci terapeutici mirati che prendono in considerazione il ruolo regolatore del claustro nella modulazione dell’attenzione e del comportamento. Ma c’è di più.

Claustro e il sonno: il segreto di un riposo profondo

Durante il sonno, il claustro svolge un ruolo critico nel sostenere uno stato di riposo ininterrotto. Gli esperimenti hanno rivelato che i neuroni del claustro limitano la risposta del cervello agli stimoli esterni durante il sonno, favorendo così un sonno di qualità.

Secondo il Prof. Citri, «questo studio migliora la nostra comprensione della funzione del claustro nei processi cerebrali e apre potenziali percorsi per affrontare questioni legate ai disturbi dell’attenzione e ai disturbi del sonno».

La sede della coscienza?

La ricerca sul claustro potrebbe avere profonde implicazioni non solo per la neuroscienza, ma anche per la filosofia e la psicologia. Comprendere come la coscienza emerge dalle interazioni tra diverse aree cerebrali può fornire nuove prospettive su questioni fondamentali riguardanti la natura dell’esperienza umana, la percezione e l’identità.

Inoltre, questa conoscenza potrebbe portare a sviluppi significativi nella medicina. In particolare nel trattamento di condizioni come il coma, le lesioni cerebrali traumatiche e i disturbi della coscienza. Interventi mirati sul claustro potrebbero, in futuro, diventare una strategia per ripristinare o migliorare la funzione cognitiva in pazienti con danni cerebrali.

Fonti

Nature Communications 

ELSC dell’Università Ebraica di Gerusalemme.

Gal Atlan et al. (2024). “I neuroni Claustrum che proiettano al cingolato anteriore limitano l’impegno durante il sonno e il comportamento”. Nature Communications.