Uno studio pionieristico condotto dall’Istituto di Barcellona per la Salute Globale (ISGlobal), si è focalizzato su un promettente trattamento preventivo con DHA-PPQ, per garantire la salute delle donne africane affette da HIV durante la gravidanza. 

I risultati della ricerca MAMAH, recentemente pubblicati su Lancet Infectious Diseases, potrebbero avere un impatto positivo sulla vita di circa un milione di donne incinte afflitte ogni anno da una doppia sfida: malaria e HIV

Malaria e HIV: una sfida per le donne africane in gravidanza

Gravidanza: studio su un promettente trattamento preventivo con DHA-PPQ, per garantire la salute delle donne africane affette da HIV durante la gravidanza.

Nel contesto complesso delle sfide sanitarie in Africa, l’HIV e la malaria emergono come due pilastri difficili da abbattere, con le donne in gravidanza a rischio particolarmente elevato. 

La connessione tra queste due malattie è tanto intricata quanto preoccupante e ha un impatto significativo sulla salute e la vita di milioni di persone.

Secondo dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’Africa sub-sahariana è la regione più colpita dal virus dell’HIV, con oltre 25 milioni di persone affette.

Allo stesso tempo, la malaria continua a essere una delle principali cause di morbilità e mortalità, con centinaia di migliaia di decessi ogni anno.

La vulnerabilità delle donne incinte a queste due malattie è particolarmente preoccupante.

Le donne in gravidanza, già sottoposte a notevoli cambiamenti fisiologici, diventano più suscettibili all’infezione da malaria.

Di conseguenza, è raccomandato loro di ricevere un trattamento preventivo basato su sulfadossina e pirimetamina (SP) nelle aree endemiche per la malaria.

Tuttavia, la complessità aumenta quando consideriamo la gestione dell’HIV.

Un trattamento incompatibile

Il cotrimossazolo (CTX), un antibiotico somministrato alle persone con HIV per prevenire le infezioni batteriche, entra in conflitto con il trattamento preventivo della malaria basato su SP.

Questa incompatibilità crea una situazione delicata, in cui la gestione di una malattia potrebbe esacerbare l’altra.

«La popolazione più vulnerabile all’infezione malarica e alle sue conseguenze, vale a dire le donne incinte che vivono con l’HIV, sono anche le meno protette».

A spiegarlo, Raquel González, ricercatrice di ISGlobal, coordinatrice tecnica del progetto MAMAH, guidato da Clara Menéndez, direttrice dell’ISGlobal.

È qui che entra in gioco lo studio condotto in Gabon e Mozambico su oltre seicento donne in stato interessante.

L’obiettivo primario del progetto era affrontare la vulnerabilità delle donne affette da HIV alla malaria durante la gravidanza.

Ebbene, il trattamento preventivo con DHA-PPQ, dimostratosi sicuro ed efficace, potrebbe rappresentare una svolta significativa per le donne.

Offrirebbe loro infatti una protezione vitale contro la malaria senza compromettere il trattamento dell’HIV.

La sperimentazione: DHA-PPQ vs placebo

Il gruppo di donne incinte coinvolte è stato suddiviso in due gruppi distinti.

Il primo, ha ricevuto la combinazione di diidroartemisinina e piperachina (DHA-PPQ), mentre l’altro gruppo ha ricevuto un placebo.

Questa metodologia di sperimentazione ha consentito ai ricercatori di confrontare l’efficacia del nuovo approccio con la routine standard.

L’analisi approfondita dei dati dello studio MAMAH ha rivelato che, sebbene non ci fosse una differenza significativa nell’infezione malarica al momento del parto, le donne nel gruppo DHA-PPQ hanno sperimentato un rischio notevolmente inferiore di sviluppare la malaria clinica durante la gravidanza. Incredibilmente, il rischio era quasi otto volte inferiore rispetto al gruppo placebo.

Un altro punto degno di nota è la notevole riduzione del rischio complessivo di contrarre l’infezione malarica nel gruppo DHA-PPQ, che si è attestato a quasi la metà rispetto al gruppo che ha ricevuto il placebo. 

Questa differenza sostanziale indica che il trattamento preventivo non solo riduce il rischio di malattia clinica, ma offre anche una protezione efficace contro l’infezione stessa, contribuendo a creare un ambiente più sicuro per le donne incinte con HIV.

Infine, sembra confermata l’efficacia dell’DHA-PPQ nelle donne che assumono diversi trattamenti antiretrovirali per gestire l’HIV. 

Questa adattabilità è fondamentale per garantire che la soluzione proposta possa essere applicata su larga scala, raggiungendo un numero maggiore di donne con HIV.

«Abbiamo dimostrato che il trattamento preventivo con DHA-PPQ è efficace anche in contesti a bassa trasmissione della malaria», afferma Gonzalez.

«L’aggiunta di questa strategia agli strumenti di controllo della malaria potrebbe migliorare in modo significativo la salute di migliaia di madri e dei loro bambini.

Soprattutto nell’Africa sub-sahariana, una regione dove si stima che ogni anno un milione di donne che vivono con l’HIV contraggono la malaria durante la gravidanza», aggiunge.

Effetti collaterali sulle donne in gravidanza e impatto sull’HIV neonatale

I ricercatori hanno altresì osservato che il DHA-PPQ non ha generato effetti collaterali gravi nelle donne partecipanti allo studio.

Inoltre, l’uso del DHA-PPQ non ha avuto alcun impatto sulla trasmissione dell’HIV da madre a figlio, sottolineando la sicurezza di questa strategia preventiva.

«Ci congratuliamo con il team MAMAH per questi importanti risultati nel campo della ricerca sulla malaria.

In particolare, per aver fornito una migliore salute alle donne incinte che vivono con l’HIV nelle aree endemiche per la malaria».

Questa la dichiarazione di Montserrat Blázquez-Domingo, responsabile senior del progetto EDCTP.

«Questo studio sottolinea il valore della ricerca collaborativa supportata dall’EDCTP e la nostra attenzione alle malattie infettive prioritarie che colpiscono l’Africa sub-sahariana nelle popolazioni spesso escluse dagli studi clinici, come le donne incinte».

Mentre l’analisi approfondita dei dati è tuttora in corso, i risultati preliminari hanno mostrato una promettente sicurezza ed efficacia della DHA-PPQ nel prevenire la malaria nelle donne incinte con HIV. Se confermati, i risultati potrebbero rappresentare una svolta nella gestione congiunta di HIV e malaria.

Fonti

González R.

“Sicurezza ed efficacia della diidroartemisinina-piperachina per il trattamento preventivo intermittente della malaria nelle donne infette da HIV del Gabon e del Mozambico. Uno studio clinico randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo”.

Pubblicato su The Lancet Infectious Diseases.

Materiale fornito dal Barcelona Institute for Global Health