Si è concluso nelle scorse ore il G7 della Salute a Hiroshima. Al summit hanno partecipato i ministri della Salute di Giappone, Paese ospitante, Italia, Canada, Francia, Gran Bretagna, Usa, Germania, nonché rappresentanti dell’Unione Europea.
Tre le sessioni di lavoro, quelle di sabato e domenica, erano dedicate a temi importanti quali l’architettura sanitaria globale, la copertura sanitaria universale e l’innovazione in sanità.
Un’architettura sanitaria globale che deve essere rafforzata, anche alla luce di quanto accaduto durante la pandemia da Covid appena dichiarata chiusa. Gli obiettivi sono il miglioramento della capacità di prevenzione, nonché la preparazione della risposta alle minacce sanitarie.
G7 della salute, le proposte dell’Italia
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Per l’Italia in Giappone si è presentato il ministro della Salute Orazio Schillaci. “Guardiamo avanti per consolidare ed espandere, nei prossimi anni, i progressi finora compiuti e continuare a lavorare su soluzioni comuni per una sanità globale più resiliente in un’ottica di maggiore equità“. Lo ha detto intervenendo alla sessione congiunta Finanze e Salute a Nagasaki, che ha aperto la riunione dei Ministri al G7 della Salute.
Schillaci ha anche rimarcato “l’importanza di un approccio coordinato e di collaborazione a livello internazionale perché le emergenze sanitarie non hanno confini nazionali”.
In merito alle azioni per assicurare maggiore capacità di prevenzione, preparazione e risposta a possibili crisi sanitarie, il ministro italiano ha ricordato anche la necessità “di investire sul personale sanitario attraverso una cultura della preparazione e prevenzione adeguata a differenti esigenze e contesti”.
“Abbiamo condiviso un documento che pone le basi per un’efficace azione volta a rafforzare la salute globale e l’universalità della copertura sanitaria. Prevenzione, innovazione, equità, investimenti sulla forza lavoro sono alcuni dei punti su cui abbiamo espresso la posizione dell’Italia nell’ottica di un approccio collaborativo“.
Innovazione sanitaria e contromisure in emergenza
Durante la sessione della seconda giornata, l’attenzione si è focalizzata sull’innovazione in sanità. Il ministro ha ricordato l’impegno italiano in ambito europeo e internazionale; nonché le attività messe in campo per fronteggiare eventuali future emergenze legate a patogeni virali; così come per un rapido sviluppo delle contromisure mediche in termini di disponibilità di farmaci e dispositivi medici.
“Promuovere l’innovazione sanitaria è fondamentale per sostenere il rafforzamento dell’architettura sanitaria globale e il raggiungimento della copertura sanitaria universale” – ha detto. “In Italia stiamo investendo nella transizione digitale del Servizio sanitario nazionale con specifici interventi per rafforzare l’assistenza di base, anche attraverso la telemedicina, per potenziare il Fascicolo sanitario elettronico e per valorizzare la portata dell’utilizzo dei dati in termini di predittività e programmazione“.
“Le contromisure mediche sono un elemento essenziale per la preparazione e la risposta a eventuali minacce di epidemia o pandemia – ha aggiunto. “A livello globale, non possiamo perdere l’opportunità di ridefinire gli strumenti utili a sviluppare una strategia globale sulle contromisure mediche con una chiara individuazione della governance, delle responsabilità e delle risorse disponibili, in una prospettiva di maggiore equità, con particolare attenzione ai Paesi a medio e basso reddito“.