Uno degli interventi più significativi nel corso dell’iniziativa Fair Play della Salute del 28 ottobre, presso il ministero della Salute, è stato quello del Dr. Pasquale Montilla.
Oncologo e consulente scientifico dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), presieduto dall’Avv. Ezio Bonanni, ha condiviso risultati di analisi avanzate in materia di danno ambientale e salute pubblica. Ed ha quindi illustrato casi concreti di esposizione a metalli tossici e altre sostanze industriali nocive.
Dall’antichità ai giorni nostri: la medicina ambientale
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Montilla richiama le prime descrizioni di intossicazione da metalli tossici attribuite a Ippocrate nel 379 a.C., sottolineando come la consapevolezza dei rischi ambientali per la salute non sia una novità. Come ricordava Socrate, “Patet Omnibus Veritas” – la verità è aperta a tutti – e la medicina moderna, secondo Montilla, deve perseguire trasparenza e verificabilità scientifica.
Siti di interesse nazionale e aree di alienazione
Il focus delle ricerche riguarda i Siti di Interesse Nazionale (SIN), aree italiane caratterizzate da elevato impatto ambientale e rischio per la salute pubblica. In particolare, Montilla segnala un sito industriale dismesso di Crotone, contaminato da radiazioni ionizzanti e residui fosforici industriali.
Analisi tossicologiche e molecolari
Grazie a studi avanzati, il Dr. Montilla e il suo team hanno condotto un programma di screening tossicologico e molecolare su pazienti oncologici residenti. Le analisi hanno evidenziato la presenza di biomarcatori cancerogeni e metalli tossici nei tessuti dei pazienti. Con valori fino a 300 volte superiori ai range di riferimento italiani. Questi risultati supportano la validità dell’approccio dell’epidemiologia molecolare integrata, come delineato dal professor David Hunter di Harvard.
Interventi clinici e prevenzione primaria
Attraverso protocolli innovativi di tossicologia clinica applicata, è possibile quindi identificare agenti chimici tossici e intervenire tempestivamente, disattivando meccanismi di pro-infiammatorietà alla base della promozione oncogena. In casi concreti, come quello di una paziente proveniente dalla Terra dei Fuochi, questa strategia ha permesso di eliminare i metalli tossici, correggere il danno genetico e ottenere una risposta clinica completa.
Analoghi successi sono stati registrati anche su pazienti militari esposti a metalli tossici in missioni operative. Secondo quanto dichiarato da Montilla, ciò dimostra l’efficacia del protocollo nel prevenire recidive oncologiche e migliorare significativamente la qualità di vita dei pazienti.
Implicazioni per la salute pubblica
L’integrazione tra dati tossicologici, genetici e epidemiologici consenta una diagnosi più precisa e la possibilità di anticipare e prevenire l’insorgenza di patologie oncologiche. Questo approccio rappresenta un modello innovativo per la pianificazione sanitaria e per il Fair Play della Salute. Ed offre strumenti concreti per ridurre l’impatto ambientale e salvaguardare la vita dei cittadini.
Vedi l’intero intervento qui:
