L’epatite C rimane una malattia ancora sconosciuta alla maggior parte degli italiani. Eppure si può riconoscere con un test diagnostico gratuito dedicato ad ampie fasce di popolazione e soprattutto si può curare.  

L’informazione è fondamentale, per questo motivo è partita da Milano la campagna multicanale di sensibilizzazione “Epatite C. Mettiamoci un punto”. L’iniziativa favorirà una maggiore conoscenza sia dell’infezione da HCV sia dell’importanza del test di screening.

È bene sapere che oggi per l’epatite C esiste una cura efficace.

Il ‘Tram della sensibilizzazione’ è partito da Milano

La campagna, attraverso il ‘Tram della sensibilizzazione’, ha portato nelle vie della città lombarda materiale informativo sull’epatite C. E ha invitato la popolazione ad eseguire il test di screening. Sono, infatti, migliaia le persone che hanno contratto il virus, ma non ne sono a conoscenza.

L’assenza di sintomi, che si può protrarre anche per anni, non mette in allarme chi lo ha contratto, che non si sottopone al test. E quindi non si cura. In questo modo, il virus continua a passare da persona a persona. E in chi lo ha contratto compromette progressivamente le funzionalità del fegato, arrivando anche a provocare cirrosi e tumore epatico.

La campagna “Mettiamoci un punto”, promossa da Gilead Sciences, si inserisce in un ampio contesto di lotta alle epatiti. L’obiettivo è uguale a quello dell’OMS: eradicazione del virus HCV entro il 2030. 

Epatite C, c’è ancora una quota di sommerso

Sebbene l’epatite C sia oggi una patologia curabile, c’è ancora una ‘quota di sommerso’ perché questa infezione può agire silenziosamente anche per decenni. Il risultato è il danneggiamento progressivo del fegato che può provocare una cirrosi. Il problema è l’inadeguata consapevolezza sulle modalità di trasmissione del virus.

«È fondamentale, dunque, informarsi e fare il test», afferma il direttore dell’Epatologia del Papa Giovanni di Bergamo e della Gastroenterologia di Milano Bicocca, Stefano Fagiuoli. «In alcune regioni è attivo un programma di screening gratuito dell’epatite C per i nati tra il 1969 e il 1989 che bisognerebbe allargare alla popolazione. Investire in uno screening di tutta la popolazione – continua Fagiuoliridurrebbe i costi economici e sanitari in soli 4 anni. Oltre a ridurre il carico di malattia e di morte, migliorando di conseguenza la qualità di vita delle persone».

Sangue infetto, principale via di trasmissione del virus HCV

Il virus HCV si trasmette principalmente attraverso il contatto con sangue infetto e con la condivisione di oggetti per la cura personale. Tra questi rasoi, spazzolini da denti, strumenti per la manicure o pedicure. O ancora lo scambio di aghi o siringhe, l’esecuzione di tatuaggi o piercing con aghi non sterili. Anche coloro che hanno subito trasfusioni di sangue o trapianti d’organo prima degli anni ’90 sono a rischio. Fino a quel momento, infatti, il virus non era conosciuto. Meno frequente è l’infezione per via sessuale e da madre a figlio durante il parto.

«L’esposizione a procedure medico-chirurgiche prima degli anni ‘90 rappresenta il più importante fattore di rischio per l’infezione da HCV. Che non è un problema confinato ai soggetti con storia di tossicodipendenza». Così Roberta D’Ambrosio, specialista in Gastroenterologia ed epatologa alla Fondazione IRCCS Ca’ Granda-Ospedale Maggiore di Milano.

Fondamentali le campagne di informazione locali e nazionali

Ad oggi, ‘il rischio di trasmissione dell’infezione è confinato a qualche procedura estetica (come tatuaggi o interventi estetici) eseguita in ambienti poco controllati.   

La propensione a fare il test, inoltre, aumenta quando le persone sono informate correttamente.

«Ecco perché – sostiene il presidente di EpaC ETS Ivan Gardinisono fondamentali le campagne di informazione locali e nazionali. Campagne volte ad aumentare la conoscenza della popolazione generale su questa forma di epatite. Solo dalla consapevolezza dei comportamenti a rischio può nascere il sospetto di aver contratto l’infezione e quindi la volontà di sottoporsi al test diagnostico. Questo non deve fare paura, perché oggi per l’epatite C esiste una cura efficace.