Uno studio condotto dai ricercatori del Mount Sinai si è focalizzato su una rara ma pericolosa malattia vascolare nota come displasia fibromuscolare (FMD), che colpisce fino al 5% della popolazione adulta, prevalentemente donne. Questa condizione è caratterizzata da una crescita anomala delle cellule nelle arterie, in particolare quelle carotidee, renali e coronariche. Sebbene scoperta oltre 80 anni fa, la FMD rimane in gran parte poco compresa. Tuttavia, la nuova ricerca suggerisce che il gene UBR4 potrebbe essere una chiave per lo sviluppo di trattamenti mirati

Che cos’è la displasia fibromuscolare?

Displasia fibromuscolare: una nuova ricerca suggerisce che il gene UBR4 potrebbe essere una chiave per lo sviluppo di trattamenti mirati

La displasia fibromuscolare è una malattia dei vasi sanguigni che provoca una crescita anormale delle cellule muscolari nelle pareti arteriose. Questo fenomeno restringe il flusso sanguigno e può portare a gravi complicazioni come aneurismi, dissezioni arteriose (ovvero lacerazioni delle pareti delle arterie), e ipertensione. A differenza di altre patologie vascolari, come l’aterosclerosi, che è causata dall’accumulo di placca, la FMD non presenta tali caratteristiche. Spesso i pazienti non mostrano sintomi evidenti fino a quando la malattia non raggiunge uno stadio avanzato.

Questo porta a episodi improvvisi e potenzialmente fatali come infarti o ictus.

Un aspetto distintivo della FMD è il suo forte pregiudizio sessuale: circa il 90% delle persone affette sono donne. Sebbene chiunque possa sviluppare questa patologia, il fatto che colpisca principalmente il gentil sesso suggerisce una possibile componente genetica e ormonale, ancora oggetto di studio.

Le prime scoperte e il dilemma diagnostico

La FMD fu identificata per la prima volta oltre 80 anni fa, ma da allora la comunità medica ha avuto difficoltà a comprendere le sue origini. Fino a tempi recenti, la ricerca è stata limitata, in parte perché i casi erano rari e difficili da diagnosticare.

Per individuarla, i ricercatori si basavano principalmente su imaging angiografici delle arterie, che mostrano la classica “stringa di perle”, un segno distintivo della crescita irregolare delle cellule nelle pareti arteriose.

Lo studio del Mount Sinai

Nel tentativo di comprendere meglio le cause genetiche della patologia, un team di scienziati guidato da Jason Kovacic, professore di cardiologia della Icahn School of Medicine del Mount Sinai, ha intrapreso uno studio approfondito.

Utilizzando biopsie cutanee di 83 donne affette da FMD e confrontandole con 71 controlli sani, i ricercatori hanno prelevato cellule di fibroblasti, le cellule che formano il tessuto connettivo, e le hanno sottoposte a un’analisi genetica avanzata.

Attraverso tecniche di “biologia dei sistemi” e sequenziamento genico, il team ha scoperto che UBR4 gioca un ruolo decisivo nella malattia.

Questo gene regola una rete di altri elementi genetici coinvolti nella funzione vascolare.

Alterazioni nei suoi livelli di espressione possono causare cambiamenti significativi nella struttura e nel funzionamento delle cellule arteriose. In particolare, UBR4 è stato collegato a una crescita cellulare anormale, che potrebbe spiegare il restringimento delle arterie e i sintomi della FMD.

Creazione di un modello di topo per studiare la FMD

Una delle scoperte più significative di questo studio è stata la creazione del primo modello murino che ricapitola alcuni degli aspetti della FMD negli esseri umani. I topi geneticamente modificati hanno mostrato dilatazioni arteriose simili a quelle osservate nei pazienti umani affetti da FMD. Questo modello è fondamentale per comprendere meglio le dinamiche della malattia e per testare potenziali terapie mirate.

«Questa scoperta rappresenta un passo avanti nella comprensione delle cause molecolari della displasia fibromuscolare. Identificando UBR4 come un gene chiave nella malattia, abbiamo aperto la strada alla possibilità di sviluppare trattamenti che possano correggere l’espressione genica e migliorare la funzione arteriosa nei pazienti». A sottolinearlo, Jeffrey W. Olin, coautore dello studio e professore di medicina vascolare al Mount Sinai.

Implicazioni della ricerca

La scoperta di UBR4 e della sua rete di regolazione genica potrebbe rivoluzionare il trattamento della FMD. Attualmente, non esistono terapie specifiche per la malattia; la gestione dei pazienti si concentra principalmente sul controllo dei sintomi e sulla prevenzione di complicazioni come ictus e infarti. Tuttavia, modulando l’espressione di UBR4 e dei geni ad esso collegati, gli scienziati sperano di sviluppare trattamenti mirati che possano fermare o invertire i danni causati dalla malattia.

Kovacic «Il nostro studio ci incoraggia a continuare la ricerca in questa direzione – conclude Kovacic – Sebbene siamo ancora lontani da una terapia definitiva, l’identificazione di UBR4 rappresenta una svolta significativa. Potremmo essere in grado di sviluppare farmaci che agiscono direttamente su questa rete genica, offrendo nuove speranze a migliaia di donne affette da FMD».

Fonte

Nature Cardiovascular Research